martedì 20 aprile 2010

Croppi e il Teatro del Lido

Ieri ho partecipato alla conferenza stampa di MarteLive a cui è seguito un pomeriggio veramente molto interessante sull'"osservatorio giovani". Interventi di spessore e mi complimento con chi l'ha organizzata. Mi è sembrato di stare su Marte ...
Alla conferenza stampa hanno partecipato, tra gli altri, l'Ass. alla Cultura del Comune di Roma Umberto Croppi, l'Ass. alla Cultura della Provincia di Roma Cecilia Delia. Presenti anche Giulia Rodano, consigliere della Regione Lazio ed ex Ass. alla Cultura della Regione.
Sull'onda dell'esperienza di successo di MarteLive, è sorta spontanea la domanda all'Assessore Croppi sul Teatro del Lido, soprattutto dopo l'accenno della Delia alla difficile situazione in cui versano i teatri di cintura.
Ebbene, Croppi (a cui NESSUNO, né la Rodano, né la Delia hanno replicato) ha affermato quanto segue:

"Rispondo io a nome di tutti (cenno di assenso da parte degli altri). Sono stati fatti numerosi errori, soprattutto da chi era al IV dipartimento e ora siede al Teatro di Roma, ma molti errori sono stati commessi anche in passato. Finanziamenti a fondo perduto per realtà che non sono in grado di avere alcun ritorno di investimento, né alta qualità nelle modalità con cui era gestito negli ultimi anni. Ogni anno i tre teatri di cintura costano alle amministrazioni 3 milioni di euro. Con quei soldi lo sa quante MarteLive si potevano sponsorizzare ed eventi culturali di qualità ? Moltissimi ! E poi, affermare che ci sia stata negli ultimi anni una vera partecipazione dal basso non corrisponde alla verità. Per altro i grossi nomi sono venuti in quei teatri perché pagati interamente dalle amministrazioni. La chiusura del Teatro del Lido è stata dovuta al fatto che esso è inagibile. Mi domando perché qualcuno abbia consentito al Teatro di essere aperto. Per altro, non si possono eseguire i lavori se gli occupanti continuano a rimanere dentro.
Comunque occorrono nuovi modelli di gestione per questi teatri, perché quelli precedenti, nelle forti difficoltà finanziarie in cui versa tutta la cultura ad ogni livello, non sono più tollerabili. Per altro il numero dei posti ad Ostia non può garantire la copertura dei costi nemmeno se venissero i grandi nomi dell'intrattenimento. Si dovrebbero far pagare prezzi esorbitanti. E' necessario dunque ripensarli".

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