martedì 21 luglio 2009

Dilemma u-morale

Un dubbio etico: chi è più prostituta, la povera battona che rischia la pelle lungo un viale per quello che le lascerà in borsetta il “pappa” o la modella che si fa pagare migliaia di euro per partecipare a festicciole con accompagnamento di chitarristi per uomini di panza e poi “restare” nel dopo festa, scortata e scarrozzata su berline con i vetri oscurati? La differenza morale sta nell’obbiettivo che queste donne (e uomini, la prostituzione è un business di pari opportunità) si propongono? Se ci si vende possedendo una laurea e puntando a sedere in Parlamento o ad esibirsi in uno show, si è donne energiche e ambiziose, mentre se al massimo si vuole arrivare al sedile di un’auto senza permesso di soggiorno, dunque ricattate, si è mignotte? E tra i loro “utilizzatori” chi è il più spregevole, quello che carica la donna sul viale o quello che se la fa consegnare a domicilio come la pizza e la minerale? Eminenze, illuminateci. Il gregge degli uomini rischia di confondersi. Le donne no. Forse alcuni di voi conoscono bravi compagni fedeli, che si fustigano, o più benevolmente si confessano la domenica, quando i loro sogni sono un po’ peccaminosi, per non essere volgare. Buon per voi e per loro, se ciò vi fa sentire migliori. Sono millenni che la morale è in mano agli uomini e le donne, a milioni, da millenni, hanno continuato a fare le stesse identiche cose a tutte le latitudini: a custodire il segreto di figli che non sono i vostri e che magari sono quelli che amate di più. Ad abortire quelli che non potevano occultarvi. A vendersi per soldi, per un tozzo di pane o per un sogno. A essere esattamente come le avete sempre volute. “Carne da mangiare”, nel bene e nel male. E mentre si fa un gran parlare delle mignotte del premier, ci sorbiamo in silenzio la crociata di Buttiglione sull’aborto come strumento di controllo delle nascite. Suvvia, siamo seri. Che lo dica uno che proprio non vuole il controllo delle nascite sotto alcuna forma (eccetto la virtù teologale) è davvero stupefacente. Il Professore, insieme al codazzo di chi lo appoggia, lo porto io una di queste sere, non nella cattolicissima e ipocrita Roma, ma ad esempio a Milano presso quasi tutti gli ospedali pubblici, così gli faccio vedere la fila che c’è dalle 5 della mattina per la IVG. Sono al 90% straniere, senza permesso di soggiorno e con buona probabilità magari non fanno neanche le mignotte, ma le colf, badanti e donne delle pulizie a casa di borghesi italiani benpensanti. Così parla con loro e magari anche con qualche medico chirurgo (che non è un macellaio) che gli spiega che la pillola del giorno dopo non è la RU 486 e non c’è alcun aborto nell’assumerla, altrimenti il coito interrotto andrebbe annoverato fra le pratiche abortive.
A quegli uomini che non capiscono perché le donne, davanti a tanta mercificazione operata sul loro corpo, non insorgano in una rivoluzione di massa, dico solo che sono millenni che è così e sono millenni che le donne allevano figli che le rispettano, forse, come madri, ma non li educano ad amare le donne, di cui sono spesso le prime nemiche.
Sono arrivata alla conclusione che tutte le donne, più o meno consapevolmente, sappiamo di essere un po’ mignotte. Si prostituiscono ogni giorno, ma quasi mai per il piacere del sesso.
Per quello non si fanno mai pagare.

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