venerdì 30 novembre 2012

Raddoppio del Porto di Roma: tutto da rifare?


Ad un anno di distanza dal processo di partecipazione tenutosi il 29 dicembre 2011 sull’ampliamento del Porto di Roma presso l’aula Massimo di Somma del XIII Municipio, il Comune di Roma ha approvato il 12 novembre 2012 il suo raddoppio. Peccato che quanto è stato approvato non sia quello che i cittadini hanno visto durante il processo di partecipazione obbligatorio per legge per le Grandi Opere Strategiche. In pratica, quello che il Comune di Roma ha fatto vedere ai cittadini il 29 dicembre 2011 non è quello che hanno discusso per l’approvazione del progetto. In particolare, è stata introdotta la relazione della mobilità (gonfiata ad arte) e la relazione sulle varianti urbanistiche non presentate al processo di partecipazione.
Ci domandiamo dunque perché i cittadini paghino il personale degli Uffici del Comune di Roma visto che è evidente, ancora una volta, che invece di rispettare le normative sulla trasparenza e curare dunque gli interessi pubblici, sono più preoccupati a soddisfare celermente le richieste degli imprenditori. A questo punto si facessero pagare da loro.
Questa mattina LabUr, Laboratorio di Urbanistica, ha così inviato urgente richiesta di integrazione degli allegati relativi alla delibera del raddoppio del Porto di Roma. In attesa della risposta da parte degli Uffici competenti e dell’aggiornamento e ripubblicazione sull’Albo Pretorio della delibera in oggetto, verrà inoltrata presso la Procura di Roma un dettagliato esposto per fare chiarezza su queste gravi omissioni documentali.

paula de jesus, urbanista per LabUr

L'esposto inviato oggi:

2 commenti:

  1. COMUNICATO STAMPA 7.12.2012 Il Segretariato Generale del Comune di Roma accoglie la nostra richiesta: la pubblicazione presso 'Albo Pretorio deve essere rifatta. L'errore dovuto a una incompleta documentazione prodotta dal Dipartimento di Urbanistica. Slittano i tempi per la realizzazione del Porto. La notizia ci è stata comunicata via fax, con urgenza. Si ringrazia il Segretariato Generale per l'attenzione rivolta alla nostra segnalazione.

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  2. Porto turistico slittano i tempi per l’avvio del raddoppio (Il Messaggero, 7 dicembre 2012)

    IL CASO
    Slittano i tempi per l’avvio dei lavori di raddoppio del porto turistico di Ostia. La denuncia del Laboratorio urbanistico Labur sulle irregolarità formali legate ai modi di ufficializzazione della decisione comunale, è stata accolta dai vertici amministrativi del Campidoglio che hanno deciso per una ripubblicazione degli atti.
    «Abbiamo ricevuto via fax con urgenza la comunicazione da parte del Segretariato Generale del Comune di Roma che ha accolto la nostra denuncia: la pubblicazione presso l'Albo Pretorio deve essere rifatta» segnala il portavoce di Labur, Andrea Schiavone. «L'errore, come sostenevamo, è stato dovuto a una incompleta documentazione prodotta dal Dipartimento di Urbanistica - insiste Schiavone - Per questo motivo slitteranno i tempi per la realizzazione del cantiere per l’ampliamento del porto. Vogliamo ringraziare il Segretariato Generale per l'attenzione rivolta alla nostra segnalazione».
    L’iniziativa dei vertici amministrativi capitolini non blocca, in ogni caso, l’iter collegato all’esposto prodotto dal Labur alla Procura della Repubblica. La magistratura, in particolare, è chiamata a verificare «se il processo partecipativo si sia svolto in termini di legge e di regolamento comunale avendo di fatto non consentito ai cittadini di prendere visione dell’intero progetto, con palese abuso degli uffici tecnici».
    Inoltre, il Labur chiede di accertare «se la forzatura di creare standard urbanistici utilizzando i nuovi moli inclusi nel progetto del raddoppio del porto, che insistono sul mare (area demaniale), sia nelle facoltà del Comune di Roma, che non ha valutato per negligenza dall’inizio la possibilità di bocciare la proposta privata perché in assenza di standard urbanistici ma che invece si è adoperato per farla realizzare».
    Terzo ed ultimo punto sul quale si chiede un giudizio da parte della magistratura è «di verificare se la ratifica dell’Accordo di Programma avvenuta quasi 100 giorni dopo la sua approvazione da parte della Regione Lazio, e quindi non entro i 30 giorni, abbia violato le norme comportando la conseguente decadenza dell’Accordo di Programma medesimo».

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