domenica 11 marzo 2012

Infernetto, Vigili del Fuoco: scudi umani per la speculazione

Un caso eclatante dello Stato che imbroglia se stesso, contro le leggi costituzionali. Su una reale esigenza abitativa per i Vigili del Fuoco si fa ricorso a leggi speciali, quella delle “opere pubbliche di interesse nazionale”, con lo scopo di favorire aziende che non hanno brillato per trasparenza e per il raggiungimento degli obiettivi. Se si realizzeranno, le case sorgeranno in un’area supervincolata e a rischio idrogeologico.


Lo ha reso noto il Direttore Regionale Lazio dei Vigili del Fuoco, Ing. M.Stocchi, il 1° Luglio 2010 (prot.10756): realizzare un distaccamento di pronto intervento all'Infernetto serve per ‘snellire le procedure autorizzative’ al fine di ‘reperire alloggi per il personale a prezzi decisamente inferiori rispetto ai minimi di mercato’. Il documento precede di 4 mesi l'approvazione dell'intervento in Assemblea Capitolina (del. n.10 del 4 novembre 2010) e di 6 mesi l'autorizzazione ad edificare concessa il 14 gennaio 2011 dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Provveditorato Interregionale alle OO.PP. per il Lazio, l'Abruzzo e la Sardegna.
Ma come è possibile far costruire 20 mila mc di cemento in un'area agricola supervincolata a livello paesaggistico e a forte rischio idrogeologico per la presenza di canali di bonifica? In maniera molto semplice, spacciando per "opera pubblica di interesse nazionale" la realizzazione di una “sede di pronto intervento” dei Vigili del Fuoco di appena 100 mq su un unico livello. Un trucco per costruire tre edifici, a ridosso della pineta di Castel Fusano, destinati a 70 alloggi di civile abitazione per il personale dipendente dei Vigili del Fuoco in servizio nella Regione Lazio. Importo complessivo dei lavori 7.100.000 euro. Durata de lavori, 760 giorni. Acquisto, in diritto di superficie della durata di 150 anni.
Lo consente l'art. 3 del DPR n.384/94: quando l'unica localizzazione possibile di un'opera pubblica, ritenuta di interesse nazionale, non può rispettare i piani urbanistici ed edilizi vigenti, si convoca un’apposita conferenza di servizi che, approvando all’unanimità il progetto, si sostituisce ad ogni effetto agli atti di intesa, ai pareri, alle concessioni, anche edilizie, alle autorizzazioni, alle approvazioni, ai nulla osta, previsti da leggi statali e regionali. Peccato però che il modesto distaccamento dell'Infernetto, di dubbio interesse nazionale, abbia finito per non rispettare quanto previsto dalla Legge n.109 dell'11 febbraio 1994, in termini di mancata programmazione dell'opera e di mancato recupero dell'esistente patrimonio pubblico (art.14).
Non solo, ma la Legge n.109, che non è annullata dal DPR n.384/94, ha un principio generale inderogabile (art. 1): in attuazione dell'art. 97 della Costituzione l'attività amministrativa in materia di opere e lavori pubblici deve garantirne la qualità ed uniformarsi a criteri di efficienza e di efficacia, secondo procedure improntate a tempestività, trasparenza e correttezza, nel rispetto del diritto comunitario e della libera concorrenza tra gli operatori. Ed invece così non è stato.

A realizzare i lavori sarà la Immobiliare Argo 2008 srl, proprietaria dei terreni, che, in assenza di concorrenza e dunque di possibili migliori condizioni per l'erario pubblico, l'11 gennaio 2010 ha stipulato una convenzione con il Ministero dell’Interno – Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile del Lazio.
In quella data, cioè un anno prima dell'autorizzazione a costruire, i giochi erano dunque fatti, rendendo solo formali le successive espressioni di parere del Comune di Roma e del Ministero delle Infrastrutture, tanto che le ‘manifestazioni d’interesse all’acquisto’ del personale dipendente dei Vigili del Fuoco del Lazio si sono già iniziate a raccogliere dal 9 settembre 2010.
A dare il colpo di grazia alla trasparenza amministrativa dell'operazione, il cambio di proprietà dell'Immobiliare Argo 2008 srl avvenuto l'8 giugno 2011, 5 mesi dopo l'autorizzazione a costruire, 3 mesi prima dall'inizio dei lavori (7 novembre 2011) e a sondaggi archeologici conclusi. Insomma, una compravendita a rischio zero.

A subentrare a Stefano Pizzicannella (precedente proprietario e oggi progettista delle strutture da realizzare), due note società: la Tordivalle Costruzioni Spa e la S.A.I.S.E.B. Spa, entrambe al 50%. E' soprattutto la seconda ad aver fatto parlare di sé. Fondata nel 1929, con sede a Roma, si è sempre occupata di appalti nei lavori pubblici, di strade, dighe e bonifiche tanto che tra il 1969 e il 1970, cioè negli anni immediatamente successivi al sisma che devastò la valle del Belice, ha avuto in appalto per decine di miliardi i lavori di costruzione delle infrastrutture, sia nella zona di Garcia sia nella valle del Belice. Da quella data, la S.A.I.S.E.B. Spa ha radicato le sue attività in Sicilia, tanto che il suo nome è in una informativa dei ROS inviata, in data 16 febbraio 1991, all'allora Procuratore aggiunto della Repubblica di Palermo, dottor Giovanni Falcone, all'interno di un quadro complesso di legami tra imprenditoria e mafia.
La S.A.I.S.E.B. Spa non ha mai avuto problemi con la giustizia, così come non ha mai denunciato minacce e ritorsioni in ambienti difficili come la Sicilia o durante gli appalti in Campania dopo il terremoto degli anni '80. E' invece entrata in contenzioso quest'anno con i comuni di Castelvetrano (3 milioni di euro) e soprattutto Licata (quasi 8 milioni di euro) per lavori protrattisi troppo a lungo o mai finiti, risalenti a 20 anni fa.

Nel caso dei Vigili del Fuoco all’Infernetto, oltre ai problemi sopra esposti, rimane grave il fatto che il Dipartimento di Urbanistica del Comune di Roma non abbia ancora effettuato i conteggi degli oneri concessori che la Immobiliare Argo 2008 srl (cioè, la Tordivalle Costruzioni Spa e la S.A.I.S.E.B. Spa) deve pagare, stimati in circa 1 milione di euro. Il timore è che si ripetano situazioni anomale. All'Infernetto si è finora costruito prima di aver realizzato le opere di urbanizzazione: in un'area pregiata come quella in questione, già violentata da una dubbia interpretazione della legge, sarebbe inammissibile il ripetersi anche di tale negligenza.

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