Ma procediamo con ordine, partendo da Casal Bernocchi.
Il Fosso del Fontanile, esondato in questi giorni, di competenza da sempre dell'Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo (ARDIS), era già esondato a fine 2008. Successivamente il Comune di Roma, tramite l'UOT del XIII Municipio, è intervenuto impropriamente in 'somma urgenza' intubandolo nel tratto abitato (1.477.846 euro, 28/01/2009) e spendendo altri soldi per un finto ripristino della sicurezza (1.231.938 euro, 29/01/2009) e per il suo spurgo (780.000 euro, 17/02/2009, compreso il Fosso di Ponte Ladrone). Un altro milione di euro è stato poi speso, sempre dal XIII Municipio, per interventi occasionali e ripetuti fino ad oggi. Cosa ha fatto la Regione Lazio per Casal Bernocchi fino alle elezioni della Polverini (29/03/2010)? Nulla, nemmeno Montino. Nessun risarcimento per gli abitanti, nessun intervento da parte dell'ARDIS. Non solo, ma il Comune di Roma sotto Veltroni nel 2008 non si era comportato meglio della giunta di Alemanno stanziando 4,5 milioni di euro per sistemare il Fosso del Fontanile (rientravano nel programma triennale delle oo.pp. 2008-2010), ignorando che il Comune di Roma non aveva su quel fosso alcuna competenza. Che oggi Montino dichiari di voler fare chiarezza sui lavori del Fosso del Fontanile suona come una beffa per i residenti.
Montino, oltre alla lunga esperienza in Regione Lazio, è stato dal 1985 al 2001 Consigliere al Comune di Roma, Presidente della Commissione lavori pubblici fino al 1994 e dal 1995 fino a gennaio 2001 Assessore ai Lavori Pubblici e attuazione degli strumenti urbanistici del Comune di Roma. Un persona con così ampia esperienza, può 'non sapere' come stanno le cose e prender tempo prima di agire? Anche perché, spostandoci all'Infernetto, c'è un'altra nota stonata nelle sue dichiarazioni relative sempre ad un fosso dell'Infernetto: si tratta della legalizzazione dell'abuso dell'impianto sportivo Babel, sorto durante i Mondiali di Nuoto Roma '09 (allagatosi in questi giorni) a ridosso della tenuta di Castel Porziano, non rispettando i 150 metri di completa inedificabilità imposti dalla presenza del Fosso del Confine. Montino, nel ruolo di Vice-Presidente ed Assessore all'Urbanistica della Regione Lazio, avrebbe dovuto e potuto far bloccare quello scempio di 'abuso legalizzato', ma a quel tempo non l'ha fatto.
Se oggi l'Infernetto e tutto il XIII Municipio sono nelle condizioni di un diffuso disastro idrogeologico, la colpa è solo di chi ha consentito la sistematica violazione o cancellazione di ogni vincolo. Francamente su questo argomento le ultime giunte rosso-verdi, in Regione, Comune e Provincia lasciano molto a desiderare, per usare un eufemismo.
(scritto per LabUr)
L'impianto Babel all'Infernetto - 21 ottobre 2011
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