Ma le dichiarazioni di Gramazio sono solo la prova del 9 di un calcolo corretto: bastava infatti leggere i 6 punti su cui si articola la delibera municipale votata: 3 punti denunciano l'inadeguatezza della rete stradale (Via dei Pescatori,Via Lisippo e le solite complanari della Colombo), 1 rimarca la mancanza di una rete fognaria per le acque meteoriche, 1 evidenzia la carenza di scuole nell'area, 1 chiede un centro per gli anziani. Nessuna valutazione negativa urbanistica sul progetto, sebbene ad una attenta lettura di tutti i documenti presentati, fosse chiaro che la farina era del sacco di qualcun altro, che però ha poca dimestichezza con l’urbanistica, ma forse (e volutamente) ne ha di più con l’edilizia e i lavori pubblici. Inguardabile infatti anche l'ordine del giorno presentato dal PD, limitato al solo adeguamento della viabilità. Così come il successivo emendamento del PD che genericamente si indigna per gli aumenti di cubature.
Vediamo allora in tre punti cose c’è dietro questa speculazione edilizia.
TUTTI SAPEVANO.
Il progetto di intervento urbanistico denominato ‘Piccola Palocco’ gira negli uffici del VI Dipartimento del Comune di Roma da 7 anni (protocollo m.9903 del 6 luglio 2004) ed è entrato in Conferenza dei Servizi per la sottoscrizione dell'accordo di programma il 23 ottobre 2007. Al XIII Municipio è stata depositata una copia del progetto attuale il 2 febbraio 2010 (prot. 10326) comunicata ai cittadini tramite foglietti appesi alla recinzione dei terreni in questione. I consiglieri municipali, molti dei quali veterani della politica locale, hanno fatto finta di cadere dalle nuvole. Dal 12 maggio al 7 giugno 2011, si sono tenute tre sedute di Commissione Urbanistica e due Consigli Municipali, quasi che nei 7 anni precedenti la 'Piccola Palocco' non fosse mai esistita o che nessuno ne avesse mai sentito parlare. Quel che è emerso dalla votazione è stata l'indignazione e la (finta) sorpresa che invece Bordoni, Orneli e Vizzani (gli ultimi tre presidenti del XIII Municipio, che vivono da sempre sul territorio) dovevano manifestare anni e anni fa.
NESSUNO HA PARLATO DEL VERO PROBLEMA.
L'espressione di parere del Municipio doveva essere un indirizzo politico contro una scelta forzata da Roma (solo Roma ?), soprattutto se letta a valle del recente, seppur inutile, decentramento amministrativo ottenuto da Ostia. Nessuna reale denuncia invece è stata fatta dalle forze politiche municipali circa la scandalosa formazione urbanistica del progetto di 'Piccola Palocco', resa possibile dall'impiego dei diritti e delle compensazioni edificatorie. D’altronde si sa, diritti e compensazioni edificatorie sono stati voluti e sostenuti dal centro sinistra quando si trattò di redigere il nuovo PRG. Si tratta di un meccanismo perverso che garantisce le cubature in eccesso del vecchio piano regolatore e permette di venderle al miglior offerente. In altre parole, dai terreni di Casal Giudeo e di Ponte Fusano, dove il nuovo piano regolatore ha stabilito che non si può più edificare, si è deciso di spostare le relative cubature sui terreni non edificabili di ‘Piccola Palocco’ per renderli edificabili! Così da anni, località sconosciute come Monte Arsiccio o i Monti della Caccia, ma anche Casal Giudeo, generano centinaia di migliaia di metri cubi che servono ai costruttori per ‘densificare’ dove non potrebbero. Per fare un esempio, il cemento su 'Piccola Palocco' aumenterà di 4 volte rispetto a quanto previsto. Unica denuncia invece quella dei consiglieri del PD, Marco Belmonte, che in aula ha urlato un’accusa grave contro il .
DI CHI SONO I TERRENI?
La proposta edificatoria di 'Piccola Palocco' è stata avanzata dal gruppo dei proprietari dei terreni. Tra questi spicca la Cogei Italia appartenente alla famiglia Petrassi, imparentata ed in affari, come a tutti noto, con esponenti del PD del XIII Municipio. La Cogei Italia è stata coinvolta nelle indagini sui Mondiali di Nuoto Roma '09 (Pietralata, Eschilo 1, varianti urbanistiche) ed è famosa per la frase attribuita al suo presidente del Consiglio d'Amministrazione, Roberto Petrassi: «O ti chiami ladro o ti chiami poveraccio, sono due le cose. Noi abbiamo una forma di rubare che è autorizzata sotto certi casi, e quegli altri sono ladri perché rubano le mele al mercato e vanno in galera. Io in galera non ci sono andato, né sono stato incriminato, perché le cose sono abituato a farle bene».
Lo scenario è ancora più confuso se si pensa che la Cogei Italia aveva già presentato il 12 febbraio del 2002 la proposta 32/b (prot.n.1628, dei Patti Territoriali di Ostia) per realizzare una struttura per residenze turistico-alberghiere di 87 camere, respinta per mancata ammissibilità urbanistica. Avrebbe infatti finito per comportare "una densificazione edilizia in un margine verde consolidato nella forma dell'abitato ed in un ambito nel quale sono ampiamente esaurite le potenzialità edificatorie". Ma altri nomi famosi del territorio del XIII Municipio si annidano nel gioco delle scatole cinesi delle società intestatarie dei terreni. Ricordiamo componenti della famiglia Marino (del Gruppo Marilab), Carlo Pezzella e Bruno Lazzarini. Pezzella, legato a molte attività edilizie (tra cui la proposta di un mega centro commerciale lungo via Canale della Lingua), sembrerebbe avere la proprietà anche dei due manufatti abusivi rispettivamente di circa 1.400 mq e di circa 800 mq, siti in Via Senofane, a ridosso di 'Piccola Palocco', su cui da anni si discute. Lazzarini invece, non solo è stato socio accomodante del Solara Garden Center su via di Macchia Saponara, nei terreni limitrofi a 'Piccola Palocco', ma è anche amministratore unico de 'La Pineta 2003 srl' che grazie al PRU Acilia-Dragona sta costruendo sempre a ridosso di 'Piccola Palocco'.
In realtà nei terreni interessati dal progetto di intervento urbanistico denominato 'Piccola Palocco' figurano al catasto anche terreni intestati al Comune di Roma, su cui si dovrà fare chiarezza. Un esempio su tutti: il terreno individuato dalla particella n.1963, foglio 1113 (poco più di un ettaro) sopra il quale è prevista la realizzazione, da parte dei privati promotori del progetto, di un palazzone a 5 piani, indicato come ZR1. Anche su questo aspetto silenzio assoluto da parte di tutti i capigruppo al Municipio XIII, malgrado LabUr avesse inviato via fax una richiesta di chiarimenti prima del consiglio municipale.
Per concludere, è chiaro che nessun vantaggio verrà alla cittadinanza da questa speculazione edilizia. Ma la triste conclusione è un'altra: queste operazioni si possono fare solo tenendo all'oscuro i cittadini, mettendo di mezzo i partiti e coinvolgendo imprenditori locali ben inseriti in certi ambienti decisionali.
Il Piano Regolatore? E' morto.
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