giovedì 17 maggio 2018

ALFONSO SABELLA, L'ARROGANZA DI UN CONDANNATO


L'arroganza di chi si sente di essere il 'perfetto uomo di Stato' che addirittura 'non concepisce' che la legge è uguale per tutti, pur essendo un magistrato. In tutta l'intervista prevale l'ego: mai un passo indietro per condannare la macelleria messicana di Genova. Come per le sue vicende di mafia o di Ostia. Lui è perfetto, lui è vittima di un complotto etc etc. L'unica persona che può punirlo è solo lui stesso e vende a Vanity Fair la frase grottesca di aver pensato al suicidio. Sulle spiagge di Castelporziano ad Ostia, prima del suo commissariamento, ha agito 'manu militari' senza preoccuparsi di capirne la vicenda e di gestire l'interesse pubblico. Un personaggio pericoloso che gira per gli uffici con la pistola, che dice di essere imparziale ma che si presta a giochini politici, che ha bisogno di essere la prima donna in ogni occasione. Intanto ha venduto i diritti alla RAI per una fiction. Chissà se saranno sufficienti a pagare la condanna pari a 2 milioni 160 mila euro per i fatti del G8 a Genova nel 2001, quando era al vertice del DAP, ossia il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Il risarcimento dovrà essere pagato alle parti offese, per le spese legali e il danno di immagine provocato ai ministeri della Giustizia e dell’Interno. Nel frattempo Paolo Gentiloni lo ha nominato consigliere della Corte dei Conti, senza alcun senso di opportunità. Ad maiora.

(Il LINK all'intervista)

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