giovedì 8 giugno 2017

Commissione Parlamentare d'Inchiesta: il ventriloquo Massimo Bartoli

(nella foto: Le centinaia di fan con slogan e cartelli
quando Marino disse, ringraziandoli su Facebook:
Marino, abbracciato dai “cittadini” sotto il Capidoglio:
"Ho pianto, siete un patrimonio che Roma non può perdere".
I cittadini sono i genitori di Bartoli)

(per Il Quotidiano del Litorale)
Il 14 febbraio 2017, in Commissione Parlamentare di inchiesta su sicurezza e degrado delle città della Camera dei Deputati è stato audito il Prefetto Domenico Vulpiani e il Direttore del Municipio X, Arch. Cinzia Esposito. Per l’ennesima volta, di fronte ad audizioni con i vertici delle Istituzioni, si è potuto apprezzare l’esilarante spettacolo di Vockfeller, un pupazzo animato dal vetriloquo Massimo Bartoli, Presidente e Amministratore Delegato di Risorse per Roma, ex tesoriere della Lista Civica Marino e membro del comitato elettorale del Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, finito alla cronache per il suo mega stipendio di 215mila euro l’anno.

Non vogliamo essere offensivi nei confronti del Prefetto Dott. Domenico Vulpiani, che ha una lunga e luminosa carriera alle spalle, ma è evidente, sia nel video del 14 febbraio scorso sia
leggendo il documento stenografato, che Vulpiani legge delle slide preparate da Risorse per Roma inanellando una serie di ‘castronerie’ che non vengono corrette nemmeno dalla Esposito, né dalla delegata al Litorale del M5S, Giuliana di Pillo, né dalla Sindaca Virginia Raggi e/o dal suo staff che le hanno visionate prima. Ed è grave che certe affermazioni vengano avvallate dal Prefetto dopo oltre due anni di permanenza nel Municipio X, commissariato per Mafia, perché dimostrano che Vulpiani il territorio non lo conosce.
Alcune sono delle vere e proprie chicche esilaranti, altre sono affermazioni fantasiose e anche gravi e ci domandiamo quale sia l’interesse di lasciare agli atti fatti mai accaduti e delle non verità, provando a dare una risposta.
Sorridiamo quando Vulpiani afferma che i quartieri del Municipio X sarebbero solo 10, quando invece sono di più, che prendiamo come un errore di battitura letto acriticamente. Sorridiamo un po’ meno quando afferma che il quartiere “Infernetto è stato fatto in una zona che era destinata all’esondazione del Tevere” nonostante disti dal biondo fiume 5 km e non sia nemmeno a rischio R4, un quartiere definito interamente “abusivo” e “condonato” o ancora da condonare.  Questa sciocchezza è la medesima che Risorse per Roma aveva messo in bocca all’ex Assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo. Seguono amenità tipo “Ostia dista dall’aeroporto di Fiumicino a 3 minuti”. Vulpiani non specifica con che mezzo di locomozione. Un aereo di linea impiega 3 minuti solo per rollare e decollare dall’aeroporto, per cui immaginiamo che il calcolo sia stato fato con un F104 in partenza non da Ostia, ma da Pratica di Mare. Così come la ‘sparata’ sull’assenza di biciclette nel Municipio X. Secondo Vulpiani ce ne sono poche in giro perché le rubano e non perché non esistano piste ciclabili interconnesse e nemmeno marciapiedi nella maggior parte dei quartieri dell’entroterra o buche che mettono in pericolo la vita di un ciclista. Ma poi si piange quando afferma che “la rotonda di Ostia e il pontile sono abusivi, ma essendo opere pubbliche rimangono lì”. Bastava collegarsi al sito del Comune di Roma per leggere la storia del Pontile di Ostia, mentre per quanto riguarda la Rotonda, più propriamente “la fontana dello zodiaco”, è tutelato dalla Soprintendenza ai beni culturali e siamo certi che il grande progettista Pierluigi Nervi si stia rivoltando nella tomba. Come possono essere abusivi dei beni tutelati? Ci auguriamo che nella prossima udienza non dovremo sentire che anche le insule negli scavi di Ostia Antica sono abusive.
Vulpiani, ex capo della Digos di Roma, nominato Prefetto di un Municipio Commissariato per mafia, sostiene addirittura fatti criminosi mai accaduti durante il Commissariamento:
una sparatoria vicino al Porto Turistico e l'incendio di un bar in piazza dei Ravennati “perché c'erano due telecamere che un privato aveva messo per vigilare sul locale, ma gli hanno bruciato tutto il bar”, tranne le telecamere ovviamente. Non ci risulta né la sparatoria al Porto, né che un bar in Piazza dei Ravennati sia mai andato a fuoco. Perché dunque sostenere simili fatti criminali senza fare nemmeno nomi e cognomi e presentarne un elenco senza che ci sia nemmeno l’accusa da parte di un PM che siano atti mafiosi?
Le slide di Risorse per Roma passano poi in rassegna la ‘ciccia’, cioè quello che veramente conta: le spiagge, la loro vera ossessione. Guardando il video o leggendo il documento stenografato, si comprende che Vockfeller afferma cose davvero straordinarie: si fa bello di cose fatte da altri (innominati, in particolare LabUr per le denunce/esposti presentati) affermando che siano farina del loro sacco. Prendiamo ad esempio il caso di Maresole, verso il quale la terna prefettizia porta avanti da due anni un’operazione che sarebbe da definire di accanimento terapeutico, per poi rendersi conto, solo dopo l’esposto di LabUr,  che non essendo una impresa turistica balneare (esattamente come il Porto Turistico) non era di sua competenza ma della Regione, per cui il Direttore del Municipio X solo pochi giorni fa ha inviato tutta la documentazione proprio in Regione Lazio, alla quale avrebbero potuto chiedere chiarimenti da 2 anni a questa parte. Vockfeller il 14 febbraio è già a conoscenza della delibera dell’ANAC, ma non ne fa mai cenno. Nonostante ciò afferma in Commissione parlamentare di inchiesta su sicurezza e degrado delle città della Camera di voler abbattere i chioschi delle spiagge libere attrezzate, come chiede Risorse per Roma. Addirittura dice “le nostra spiagge”. Peccato che non siano le loro e che su quelle spiagge il Comune non abbia mai pagato le concessioni da almeno 10 anni. Arriva addirittura a sostenere invece che al Village è tutto a posto, chiuso da oltre un mese, dove è stato presentato un esposto su presunti abusi edilizi, motivo per cui avrebbero dovuto far decadere la concessione proprio sulla spiaggia che più di ogni altra doveva essere attenzionata, visto che è appartenuta al clan Fasciani. Ultimamente addirittura il Village gode di privilegi inaccettabili. Chiudono tutte e due gli occhi sulla movimentazione della sabbia da mare a terra. Vockfeller e la Esposito, dopo più di due anni non sanno una cosa lapalissiana e cioè che al Comune di Roma non competono le spiagge che non abbiano una destinazione d’uso turistico balneare, nonostante gli scienziati ingaggiati, come ad esempio Nicola De Bernardini, fortemente voluto dal Prefetto, e che si è candidato al Comune di Grottaferrata in una lista collegata al PD.  Mentre continua l’ossessione a senso unico dei controlli sugli arenili del Lungomare, come se l’entroterra non esistesse, l’ANAC, che aveva ricevuto un esposto in copia anche a Vockfeller, gli scrive ad ottobre 2016, sostenendo tra l’altro che c’è una forte corruzione sul bando delle spiagge libere per il triennio 2014-2015-2016 per cui il Prefetto è costretto ad annullare il bando precedente, ma in Commissione a febbraio 2017 se ne fa vanto come se fosse una sua scoperta, quando invece addirittura si era rifiutato di fornire la documentazione che l’ANAC gli aveva richiesto e addirittura si era opposto alla delibera dell’ANAC, ma questo in Commissione non lo dice. Quando l’ANAC delibera sulla base dell’esposto di LabUr, fa finta di niente perché quello che Vokfeller e Risorse per Roma vogliono continuare a sostenere è che le spiagge sono le loro e dunque possono fare quello che gli pare, anche cancellare il corpo del reato, dunque un auto danno erariale, demolendo i chioschi delle spiagge libere attrezzate.
Non possiamo credere che un uomo dello Stato, un dipendente del Ministero degli Interni, abbia operato in un Municipio Commissariato per Mafia come se fosse un normale dipendente del Comune di Roma, insomma un mini-sindaco, e non sia riuscito in due anni fare una sola indagine, una sola denuncia nei confronti di chi ha commesso errori gravi nelle precedenti amministrazioni e invece si occupi di cose su cui non ha giurisdizione, come ad esempio Capocotta, che dipende dal Comune di Roma, ma dice di aver fatto ‘pulizie di primavera’ mandando via due dipendenti. In realtà uno è andato via in forma volontaria, l’altro è responsabile delle concessioni edilizie del Municipio X presso il dipartimento di Urbanistica. Nel frattempo la terna prefettizia ha collezionato decine di ricorsi, in parte persi, in parte vinti e molti ancora pendenti, che fanno bella mostra in una fotogrammetria nel suo ufficio tra rettangoli e bandierine.

In conclusione ci sentiamo di affermare, perché appare chiaro in Commissione alla Camera (così come era stato in Commissione Antimafia dove aveva tenuto un intervento fotocopia) che l’unica cosa che conti è il PUA, il Piano Utilizzazione degli  Arenili. Per raggiungere gli obiettivi di Bartoli (Presidente di Risorse per Roma, l’uomo con i soldi, quelli veri, quelli che contano), con l’ok del Sindaco pentestellato Virginia Raggi, è necessario smantellare le realtà, travalicando anche i poteri concessi e il perfetto Prefetto si allinea.
E dulcis in fundo, abbiamo scoperto che ci troviamo di fronte ad un Commissariamento 2.0, in cui esistono gruppi di cittadini, associazioni e imprese, che si scrivono su whatsapp con i Commissari e il Direttore del Municipio X, per sventare in tempo reale, ad esempio, il commercio abusivo sulle spiagge. Peccato che anche quest’anno, sia stato all’ordine del giorno la loro presenza e la Polizia di Roma Capitale, sotto organico, abbia chiesto ai cittadini di non comprare merce illegale. E sempre quest’anno i romani aspettano, ad esempio, di vedere aperti tutti a varchi a norma di legge.
Triste sapere che rimarrà nella cronaca della storia di Ostia a verbale delle più importanti istituzioni dello Stato una serie lunga di falsi e di mistificazioni, con sacche di intoccabilità inspiegabili; e se qualcuno verrà ancora ad Ostia e chiederà a piazza dei Ravennati qual è il bar andato a fuoco nessuno saprà rispondergli o se dovesse andare all’Infernetto prenderà la via del Mare e non la Colombo pensando che è vicino all’ansa del Tevere.
Vockfeller, alias Prefetto Dott. Domenico Vulpiani, ipse dixit.

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