Caudo chi? Quello
della necessità di graficizzare il PRG? Delle 228 aree che necessitano di una
ripianificazione? Della necessità che la cartografia del PRG torni in mano
pubblica? Della decadenza dei vincoli delle aree pubbliche soggette ad
esproprio scaduti l’anno scorso e di cui non si sa più niente? Della variante
del verde e dei servizi per la verifica della dotazione di aree a standard? Del
bilancio delle aree pubbliche? Delle verifiche sull’esito delle trasformazioni
in corso e delle previsioni e il loro coordinamento territoriale? Dei
protocolli di certificazione per gli edifici e/o porzioni di città? Della
certificazione dei progetti di nuovi interventi di trasformazione urbana e di
interi quartieri? Dei concorsi di progettazione, anche per opere minute? Dei
protocollo della qualità? Del riequilibrio del rapporto tra pubblico e privato?
Della trasparenza? Delle zone a tassazione speciale o zero come incentivo alla
trasformazione dell’esistente? Dell’housing sociale? Del nuovo patto civico tra
le imprese e la città? Dei luoghi di formazione, di cultura, di arte, di
ricerca? Quello che non si oppone alle trasformazioni del territorio senza
conoscerne la storia? Quello che adotta il 'Piano delle Certezze' a vantaggio
dei costruttori, conservandone i diritti edificatori? Quello che ha ripreso la
scellerata 'rigenerazione' di Tor Bella Monaca? Un tecnico che predilige la
visione politica, che, senza un euro, vuole cambiare con i privati la città ma
senza ascoltare i cittadini?
Nelle periferie non
s’è visto. Forse passeggia con Pallotta sui Fori Imperiali, perché camminare ad
esempio nella centralità di Castellaccio per vedere se
è tutto a posto non va di moda.
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