giovedì 17 aprile 2014

Ostia, sgomberi per garantire colate di cemento ma le case popolari non ci sono


foto di paula f. de jesus
Senza alcuna ordinanza sindacale, come previsto per legge, su un’area privata, martedì, 14 aprile, si è operato uno sgombero nell’area in fondo a via dell’Idroscopio dietro al Borghetto dei Pescatori per demolire un insediamento abusivo. Soldi pubblici spesi per interessi esclusivamente privati, quelli di un’area destinata ad accogliere una bella colata di cemento. Si tratta infatti della Lottizzazione Convenzionata definita ATO I12, ancora in fase di istruttoria, che con i suoi 34.870 mq di SUL (Superficie Utile Lorda) porterà, secondo le stime del Campidoglio, quasi 9 milioni di euro per realizzare opere di viabilità come il cavalcavia di Via dei Rostri, un nuovo ponte pedonale sulla ferrovia, un nuovo ponte stradale sul canale dei Pescatori e l’allargamento di Via delle Quinqueremi (in realtà già pagato con le opere dei Mondiali di Nuoto). Dietro a tutta l'operazione, il nome di un noto costruttore romano che, dalle stesse opere di urbanizzazione, vedrà valorizzata la sua colata di cemento. Non si sa se l’operazione è in danno al costruttore, cioè se le ruspe e tutto quanto necessario (compreso lo smaltimento a discarica del materiale rimosso) siano a carico del privato, ma di fatto il Comune ha anticipato mettendo a disposizione AMA e Polizia Municipale. Nessuna soluzione invece per il vicino Hotel Kursaal, occupato e devastato da sfollati senza alcun interessamento del Comune e del Municipio nonostante le promesse in campagna elettorale, o per gli insediamenti della pineta ostiense delle Acque Rosse, ripetuto oggetto di discutibili azioni dissuasive della Polizia Municipale. A quasi un anno dall’insediamento della nuova giunta Marino, nessuna soluzione per l'emergenza abitativa e nessuna soluzione per gli insediamenti dei nomadi. Marino è passato dalla cancellazione della parola “nomadi” dai documenti ufficiali del Comune di Roma, ritenendo il motto razzista, allo sgombero come metodo di soluzione del problema, con tanto di plauso della destra al motto “la sinistra ci ha insegnato come fare”. Per fortuna che Marino aveva dichiarato "Roma è una città che accoglie ma non accetta il disprezzo delle regole". Peccato che le regole Marino le applichi solo con i più deboli, dimostrandosi invece debole con i più 'forti'. Definire l’insediamento “abusivo” è al limite del ridicolo, visto che a Roma l'abusivismo non esiste: non esiste per le ville dell'Appia Antica, non esiste per chi può con estrema facilità sanare qualsiasi cosa. Non esiste neppure ad Ostia, visto che l'impianto sportivo del Polo Natatorio sorto per i Mondiali di Nuoto Roma '09, prospiciente al luogo dello sgombero, è ancora in fase di indagini, dopo ben 5 anni. L'assurdo è che tutta l'area limitrofa allo sgombero di ieri è legata al Programma di Trasformazione Urbanistica del Borghetto dei Pescatori, finalizzato a un piano di zona (il B43) che doveva essere destinato all'edilizia residenziale pubblica per consentire alle fasce meno abbienti di avere una casa. Se queste sono le conseguenze, sale la preoccupazione per l'odierna invenzione di Marino che ha reso pubblici due avvisi di Roma Capitale (Dipartimento Patrimonio) per trovare alloggi in affitto da destinare a sedi di uffici e a case popolari. La modalità è quella della “manifestazione d’interesse”: chi ha immobili da dare in locazione, e intende avere il Campidoglio come affittuario, può inviare la sua proposta. Termine per farlo, le ore 12 del 14 maggio 2014. Si è messo in moto il business degli sgomberi.

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