Criticare la comunicazione del PD è come sparare sulla Croce Rossa, ma a volte non si può resistere alla tentazione. Ieri sera, Festa de l’Unità (si badi bene, non dell’Unità) ad Ostia Antica. Tutto è come 15 anni fa: le stesse facce, gli stessi stand, per fortuna non le stesse salsicce.
Smarrimento, incredulità, stupore, imbarazzo dei (pochi) presenti alla lettura del programma: il 29 Giugno, festa di San Pietro e Paolo, dibattito dal titolo “Una opposizione alle amministrazioni di centrodestra è credibile ? E’ possibile ?”, intervengono Miccoli, Marroni, Droghei e Tassone. “Ma se si rispondono no, si suicidano ?”, si domanda la base scoppiando in una fragorosa risata.
Il disastro è compiuto. Il PD ammette senza vergogna di essere in preda ad un virus mortale. Un virus che prima annebbia la vista, poi dà manie di grandezza e infine spinge a comportamenti masochisti e tenacemente autolesionisti. Il suicidio è l’ultimo atto.
Che sia un virus è evidente: Bersani che va a Sanremo per rendere più popolare e meno seriosa la sua immagine. Letta che invita il partito a essere sexy. Ma il PD non riesce nemmeno ad essere serio.
“Solo l'amore può portare a tanto perverso autolesionismo. Solo l’amore consente di raggiungere queste vette di demenza inimmaginabili. Un amore di quelli adolescenziali, di quei amori non credibili e non possibili, di chi dice sono fidanzato ma lei/lui non lo sa.” dice con ironia un vecchio cattocomunista.
Mentre attendiamo l’esito della seduta pubblica di terapia di gruppo dei dirigenti di partito nel giorno dei Patroni della Capitale, noi della base una risposta ce l’abbiamo al loro dubbio amletico. Un partito che si fa queste domande non è né credibile, né possibile, figuriamoci una opposizione.
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