sabato 20 febbraio 2021

CASE POPOLARI: ANCHE I SINDACATI FINISCONO NEL TRITACARNE DELLA NARRAZIONE MAFIOSA. VI SBLOCCO UN RICORDO.

 

Scoppia la polemica sui media dopo le dichiarazioni della delegata alle Periferie (*). Consiglio di leggere l'articolo.
Sulla ferita più grande e ancora sanguinante, oltre che infetta, di Roma Capitale, si specula cinicamente in campagna elettorale per motivazioni poco nobili.
Ad Ostia ci siamo abituati al metodo calunnioso delle delegata. Non è dunque una sorpresa. E siccome "senza una memoria, l'uomo è ridotto al rango di animale inferiore", voglio ricordare quanto accaduto pochi anni fa. Perché "confondere i Sindacati degli Inquilini con le Associazioni e organizzazioni politiche e private" è un fatto prima di tutto deotologicamente indecente, soprattutto se si ha un ruolo pubblico e se lo si è 'accarezzato'.
"Il Comune di Roma non assegna case popolari, non lavora le domande del contributo affitto di febbraio, sta erogando con tempi biblici i contributo affitto di 240 euro a un quarto dei richiedenti, non fa manutenzioni straordinarie, fa sgomberi mandando famiglie in strutture di cooperative sociali inadeguati al costo di 20 euro a persona al giorno (tre persone dicasi 1800 euro al mese) e ha l'arroganza e la volgarità di accusare i sindacati come fiancheggiatori del racket delle case popolari"...
Il ricordo: Nuova Ostia, 2018: Con determinazione dirigenziale n. 302 del 18.06.2010 il Comune di Roma disponeva lo sgombero dell’alloggio sito in via Antonio Forni n. 22 occupato da Silvano Spada. Il 24 giugno agenti della Polizia municipale arrivati sul posto circa alle 8.30, supportati da Polizia e Carabinieri, bloccavano l’entrata del palazzo. Due ore dopo, alle 10.30, una decina di persone tentavano di varcare il cordone per salire nell’appartamento al secondo piano ma venivano respinte a forza ottenendo comunque una proroga di 15 giorni dello sfratto. Tra queste persone, oltre a Massimiliano Spada (fratello di Silvano) anche Sabrina Giacobbi, segretaria (dal 2006 al 2015) della sede del PD di via Forni 16, sede chiusa per morosità per non aver mai pagato l’affitto al Comune di Roma. Una sede che invece, secondo i collaboratori di giustizia, avrebbe regolarmente pagato per anni il ‘pizzo’ al clan Baficchio, rivali degli Spada (come riportato dalla Procura di Roma). Secondo la versione della Giacobbi, rilasciata alla stampa, Silvano Spada aveva sempre vissuto lì, prima con la nonna (che era l’assegnataria della casa) e poi, dopo la morte della nonna, con sua figlia.
Sabrina Giacobbi con l’avvocato Luca Iacopini utilizzò a quel tempo i 15 giorni di proroga dello sfratto per fare ricorso al TAR che però il 15 settembre 2010 (n.04018/2010 Reg.Ord.Sosp.) respinse la domanda incidentale di sospensione dello sfratto ritenendo che non vi fossero "gli elementi per ritenere che il ricorrente (Silvano Spada) facesse parte del nucleo familiare dell’assegnataria (la nonna)".
Non si ha notizia di cosa abbia in seguito deciso il TAR, fatto sta che quando il 9 ottobre 2018 (8 anni dopo) spararono al portoncino della casa di Silvano Spada l’indirizzo era sempre quello: via Forni 22. Una casa occupata abusivamente come ha raccontato la stampa: "maxi blitz in stile militare a Ostia per lo sgombero di un’altra casa popolare occupata abusivamente dagli Spada (dopo quello di giovedì scorso). A vivere indisturbati nell’abitazione erano la compagna e i figli di Silvano Spada, attualmente in carcere. Oltre 150 agenti del Corpo di polizia locale di Roma Capitale sono intervenuti in via Forni 22, a Ostia, per il recupero della casa popolare illecitamente occupata".
Questo faceva il circolo PD di via Forni che ad Ostia è chiamata dai residenti la ‘vietta’. In realtà è stata lo stradone della droga: rendeva fino a 15.000 euro al giorno, con tanto di dosi passate dai balconi agli spacciatori. A gestirla per molto tempo, affinchè tutto fosse tranquillo, Michael Cardoni oggi con Tamara Ianni (sua moglie) le fonti ritenute più attendibili da parte della Procura di Roma nel processo contro il clan Spada. Michael Cardoni per quel lavoro percepiva 200 euro al giorno fino a quando non venne ucciso a novembre 2011 il cugino di suo padre, Giovanni Galleoni, capo indiscusso del clan Baficchio, rivale degli Spada. Era di Giovanni Galleoni la palestra abusivamente occupata in via Forni 41-47 poi diventata degli Spada e fatta chiudere sotto Marino. Su via Forni al numero 16 c’era sempre stato il circolo del PD (chiuso il 19 maggio del 2015 per occupazione abusiva) e anche, dal 2005, al civico 39, lo sportello della Romeo Gestioni (davanti alla sede del PD, sul lato opposto) come punto di contatto per le 1042 famiglie delle case Armellini.
Non solo gli Spada furono aiutati dal PD ad occupare le case ma anche i ‘Baficchio’.
Dalle parole di Tamara Ianni, la collaboratrice di giustizia che ha denunciato il clan Spada, emerge il ruolo della ex sede del PD di via Antonio Forni a Nuova Ostia (la ‘vietta’). La sede, che non ha mai pagato per oltre 20 anni un euro al Comune occupando un alloggio che però il Comune pagava al gruppo Armellini, aiutava a ‘regolarizzare’ le occupazioni abusive collegate anche alla criminalità locale. Ciò si evince appunto dalla testimonianza di Tamara Ianni, la moglie di Michael Cardoni, figlio di Massimo a sua volta cugino di Giovanni Galleoni, quest’ultimo noto come «Baficchio» e considerato uno dei discendenti della Banda della Magliana (ucciso a Ostia nel 2011, inizio della predominanza del clan Spada). Galleoni aveva un 'libro mastro' (mai ritrovato) in cui annotava i propri proventi illeciti: pizzo, estorsioni, usura etc. Secondo i collaboratori di giustizia e la magistratura inquirente, anche la sede PD di via Antonio Forni pagava il pizzo. Per le case, il gioco allora era facile. Bastava occupare abusivamente una casa popolare, autodenunciarsi al Comune di Roma (lo sportello della Romeo era in via Forni, davanti alla sede del PD) e attendere l'arrivo dei vigili che prendevano atto dell'occupazione. Eletta la residenza in quella casa, si iniziava a pagare al Comune una indennità di occupazione per poi presentare una istanza di assegnazione della casa occupata grazie agli avvocati messi a 'disposizione' dal PD. Il Comune di Roma, con proprio ufficio, si occupava poi dell'istruttoria delle domande di regolarizzazione delle occupazioni abusive di questi alloggi di edilizia residenziale pubblica. Un metodo semplice e redditizio dal quale scaturivano centinaia di voti per il PD di Ostia. Ora che la sentenza in appello del processo chiamato ‘Sub Urbe' (racket delle case popolari a Ostia) è arrivata (tra gli altri, Massimiliano Spada condannato a 10 anni e 8 mesi) e che è in corso il processo al clan Spada (Silvano Spada, arrestato), sarebbe doveroso verificare anche le responsabilità della politica locale". (**)


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venerdì 12 febbraio 2021

LUNGOMARE OSTIA, LE "RUSPE DELLA LEGALITÀ" DEI PARTITI DELLA "LEGALITÀ" IN PILLOLE

Nessuna descrizione disponibile.

Il Consiglio di Stato ribadisce la sentenza del Tar: “Rinnovare le concessioni balneari fino al 2033” (*). Vedremo cosa accadrà sulla messa a bando di 37 concessioni ad Ostia voluta dalla Raggi. Dunque, nuovo capitolo per il mare di Roma Capitale, che negli ultimi anni vede le amministrazioni brandire la clava della propaganda del "Ripristino della Legalità". La Sindaca Raggi anche ieri sera ha ricordato le sue "Ruspe della Legalità".

Vediamole in estrema sintesi:
2020 - Raggi abbatte l'ex ARCA-Oda in gestione alla Caritas Diocesana di Roma per anni. Motivazione: non legittimo il permesso a costruire in sanatoria.
2020 - "La Casetta", accusati di abuso edilizio vengono assolti perché il fatto non sussiste. Lo stabilimento è in rovina.
2019 - Raggi abbatte gli ultimi chioschi sulle spiagge libere. Merito suo? No, è costretta a seguito sentenza ANAC su esposto di LabUr-Laboratorio di Urbanistica (***)
2019 - MED, abbattuto dalla Raggi con l'accusa di abuso edilizio, dopo qualche mese il titolare è assolto con formula piena perché il fatto non sussiste.
2015 - Alfonso Sabella abbatte le parti eccedenti i 60mq di 5 chioschi sulle spiagge di Castel Porziano.
La Raggi promette che con il PUA (Piano di Utilizzazione degli Arenili) abbatterà il Lungomuro e così prende tempo.
Sia Sabella sia la Raggi (dopo quasi 5 anni) però non si accorgono che:
- da quanto riportato nell'ultima versione del PUA, l'arenile di Castelporziano risulta avere estensione di 1.917 metri lineari;
- da quanto risulta dalla convenzione del 14 luglio 1965 tra il Comune di Roma e la Presidenza della Repubblica, l'arenile di Castelporziano risulta avere estensione di 2.150 metri lineari;
- da quanto risulta da atti pubblici, l'ex presidente dell'allora Circoscrizione XIII, Angelo BONELLI, rinunciò di fatto, a fine mandato (1994), a 340 metri lineari dell'arenile di Castelporziano, riducendo la concessione demaniale marittima del Comune di Roma a soli 1.810 metri lineari;
Considerato che:
- l'arenile di Castelporziano costituisce dotazione del Presidente della Repubblica (Legge n.1077 del 9 agosto 1948) ma a tutti gli effetti appartiene al demanio statale ex art.822 c.c.;
- la tutela dell'arenile di Castelporziano deve essere integrale;
possibile che NESSUNO dei due paladini della Legalità abbia verificato il rispetto della convenzione del 1965 in ambito PUA?
In tutto questo, la vicenda dell'Orsa Maggiore, per anni centrale nella narrazione di Ostia come territorio in mano ai clan mafiosi. Tutti assolti perché “il fatto non sussiste” (**)
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lunedì 8 febbraio 2021

DALLA PEDONALIZZAZIONE, ALLA CICLABILE, ALLO SKATEPARK, IL GIOCO DELL'OCA

Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "N'giocode Oca nula...ua cuI poi e par πιο ιαπο...ποn dimentichiamocelo e non si perda tempo! 55m Mi piace Rispondi 1 A Autore Paolo Ferrara Alessio Lotito credo settimana ndagati partito. Sono qui ne tramite propri componenti questione belle. sano serve alla collettività, mafia, ben chiaro giornalista del Corriere Alessio Lotito, come riportatoir articolo infamante, non stato stelle, gestione riguarda sulle spiagge, quelli giardini del lungomare. |bando pubblico quone questa TASSONE nong giusta FALSA INFORMAZIONE."

Dalla pedonalizzazione, alla ciclabile, allo skatepark e si passa dal VIA. E’ il gioco dell’oca di questo martoriato Municipio X.
10 Giugno 2013, Andrea Tassone viene eletto Presidente del Municipio X. All’opposizione siedono 4 rappresentanti del M5S, tra cui Giuliana Di Pillo e Paolo Ferrara nel ruolo di capogruppo. Fatevi un giro su google. E’ successo di tutto, compreso il Commissariamento, e loro non hanno visto nulla, assolutamente nulla nonostante la Di Pillo fosse in Commissione Trasparenza e Garanzia, perché come disse nel 2015 la loro attuale Delegata alla Periferia “era la migliore amministrazione mai vista”. E infatti è andato al gabbio. Lui ha pagato, gli altri che non hanno visto niente no. Tra le cose che non hanno visto c’era la “pedonalizzazione del Lungomare” del 2014 che è costata a Tassone, Saccotelli e compagnia cantando un processo che si sta celebrando in questi giorni. Però l’hanno vista “il gatto e la volpe”. Ed è bellissimo sapere che è vero il detto “se non muoiono si rivedono”, ma loro non si sono mai persi. E ricompare Alessio Lotito, che allestiva e noleggiava le aree dei chioschi della pedonalizzazione di Tassone. Ricordo anche che il 23 febbraio 2015 erano ripresi i lavori presso i giardini storici sul Lungomare Caio Duilio dopo mesi di totale abbandono successivi alla “pedonalizzazione” di tassoniana memoria. Lavori limitati al solo taglio dell'erba. La ditta a suo tempo aggiudicataria era la Società Esse Group S.r.l. che avrebbe dovuto iniziare i lavori nei 90 giorni successivi al termine della manifestazione, cioè il 19 settembre 2014. La ditta che invece eseguirà quei lavori si chiamava Mister Garden di Luca Dioguardi, uno dei tre soci della Esse Group srl. William Zanchelli ed Alessio Lotito gli altri due soci. Il Lotito che ieri inscena una siparietto con Ferrara, sapendo benissimo che ad aver risposto al bando per l’affidamento dello skatepark sono solo la società del suo amico Zanchelli e una neo società che si occupa di corsi per bambini under 14. Lo scambio lo potete ammirare in foto. La Esse Group srl aveva sede presso i commercialisti Vittorio e Paolo Luigi Proteo, arrestati per evasione fiscale il 25 settembre 2014, gli stessi dei Fasciani e di molti altri, e dove è finita anche la vicenda dei banchi a rotelle di Arcuri. Lui, Alessio Lotito, che stilò il programma urbanistico per il M5S e che Ferrara scaricò alla velocità della luce appena comparì il nome di Lotito sui giornali, ingegnere molto occupato in quegli anni nella ristrutturazione delle palazzine sul lungomare di Roma in regime di monopolio “de facto”.
Certi amori fanno giri immensi e poi ritornano … al VIA. Perché non si sono persi, mai.