Sabato, 21 Giugno, si è tenuto presso il Circolo "la Pinetina" ad Ostia, un convegno organizzato dai Radicali Roma dal titolo "Una braccia nel Lungomuro di Ostia". Era previsto l'intervento del Dott. Ing. Andrea Schiavone di LabUr, Laboratorio di Urbanistica, sul tema "
Cause e possibili rimedi all’erosione" che per motivi di salute non ha potuto partecipare ed è stato sostituito da me.
Qui di seguito l'intervento scritto di LabUr e a seguire il link al convegno registrato da Radio Radicale.
INTERVENTO
DI LABUR AL CONVEGNO “UNA BRECCIA NEL LUNGOMURO DI OSTIA”
E’ necessario prima di parlare del problema dell’ “erosione” del
Litorale di Roma Capitale definire alcune parole, a partire da quella di ‘spiaggia’,
di mareggiata ed erosione.
La spiaggia è un sistema sedimentario sabbioso e/o ghiaioso, in parte emerso
in parte sommerso
dominato dal moto ondoso, in cui la dinamica sedimentaria è gestita dalle
correnti lungo riva.
Il limite interno è dato dalla duna. Il limite esterno si estende in
pratica fin sotto l'acqua, fino a dove il fondale non viene alterato dal moto
ondoso.
Si definisce alta spiaggia quella compresa tra l'area raggiunta dalle alte maree e la fascia
delle dune.
Dunque, non esiste solo la ‘spiaggia’ degli ombrelloni, ma anche quella
prima di essa (fino alle dune, oggi in gran parte scomparse) e quella dopo di
essa (sotto l’acqua).
I tre fattori fondamentali che guidano l’evoluzione di una spiaggia
sono:
1. rifornimento
sedimentario
2.
azione dell’uomo
3. variazioni del
livello marino
Rifornimento sedimentario
La spiaggia non ha un equilibrio statico ma dinamico. Questo vuol dire
che in un determinato intervallo di tempo si mantiene di ampiezza costante SE E
SOLO SE la quantità di sabbia che viene asportata durante le mareggiate è circa
uguale a quella che le arriva nei momenti più tranquilli, smistata dalle
correnti generate dal moto ondoso. Tre punti chiave per valutare se il
rifornimento sedimentario è in equilibrio:
-
una spiaggia si modifica molto durante le
diverse stagioni.
-
la tendenza evolutiva di una spiaggia va osservata
in periodi superiori ad un anno.
-
la spiaggia emersa, quella degli ombrelloni,
subisce sostanziali variazioni (si riduce) in inverno quando le mareggiate sono
più frequenti ma questo non vuol dire che si possa parlare di mancato
rifornimento sedimentario.
Azione dell’uomo
Una spiaggia naturale ha le dune, un profilo irregolare ed è “sporca”.
Purtroppo quando si intende utilizzare a fini turistici una spiaggia (oggi gli
stabilimenti balneari sono ‘imprese turistiche’) la prima operazione è la
pulitura della spiaggia. Tale operazione, per lo più meccanica, modifica il
naturale profilo rendendo la spiaggia più vulnerabile alle mareggiate. Ben più
grave è lo spianamento delle dune e la sostituzione della sabbia con strade e/o
fabbricati, anche quando si impiantano manti erbosi, come ora è di moda.
Le dune rappresentano in parte una riserva di sedimento che rientra in
gioco nei momenti di sofferenza della spiaggia. In loro assenza la fase erosiva
diventa più rapida e intensa. Anche l’azione eolica nel modellare la spiaggia
viene ‘disturbata’ dall’azione dell’uomo.
Variazione del livello marino
Un ultimo fattore di rischio è la variazione del livello del mare
legato alle variazioni climatiche globali. Durante le fasi fredde il livello si
abbassa, durante le fasi calde il livello sale. Per fortuna il Mediterraneo,
essendo un mare chiuso dove è forte l’evaporazione, non presenta incrementi
sostanziali.
Tuttavia con il minimo sollevamento previsto si stima p.es. che a Ostia
si avrebbe una tendenza all’arretramento della linea di riva che alla fine di
questo secolo potrebbe ridurre le spiagge mediamente di circa 20 metri.
EROSIONE:
DI COSA STIAMO PARLANDO?
L’erosione è
l’insieme delle azioni naturali (NON antropiche) che portano alla disgregazione
e alla demolizione della superficie terrestre. L’erosione
marina, nota anche come abrasione, è definita come
l'asportazione superficiale di materiale ottenuta con azione di attrito da
parte del mare.
La spiaggia è un sistema ambientale
dotato di un equilibrio dinamico molto precario. Il processo per mantenere
in equilibrio la linea di spiaggia dipende da due fasi: l’erosione e
il deposito.
Quando questo equilibrio si rompe
può succedere che:
-
il mare
deposita maggiore quantità di materiale, e la spiaggia avanza;
-
il mare asporta
minore quantità di materiale e allora si verifica l'erosione della
costa.
Le cause
dell’erosione
1. la subsidenza (raro;
lento e
progressivo abbassamento verticale del fondo di un bacino marino )
2.
la diminuzione
del trasporto da parte dei fiumi
3.
le opere costruite a mare
4.
l'urbanizzazione della costa
Trasporto dei fiumi
Le bonifiche, l'imbrigliamento dei
corsi d'acqua e, dal dopoguerra, l'asporto di sabbia e ghiaia dagli alvei,
hanno provocano la drastica riduzione degli apporti al mare. In
particolare, la quantità di sabbia portata a mare dai fiumi è notevolmente
diminuita negli ultimi anni per le indiscriminate escavazioni degli alvei e la
costruzione di opere di regimazione nei fiumi. Inoltre, negli ultimi
sessant’anni è stato notevole l’abbandono delle campagne da parte dei
contadini. Questo ha influito sull’accentuarsi dell’erosione delle coste perché
il terreno lasciato incolto è meno erodibile di quello lavorato. In questo
modo, diminuendo la quantità di sedimenti che arrivano in mare, il mare
incomincia ad avanzare.
La quantità di sedimento che porta un fiume è dunque condizionata da :
-
fattori geologici (normalmente in tempi >1000
anni).
-
variazioni climatiche (tempi secolari) – periodi
freddi e umidi aumentano il sedimento.
-
attività antropica (tempi brevi < 10 anni) – lo
sviluppo agricolo aumenta il sedimento, la regimazione dei fiumi lo diminuisce.
Opere costruite a mare
L’azione erosiva è aumentata anche a
causa delle innumerevoli costruzioni create dall’uomo. Soprattutto l'edificazione
e il prolungamento dei moli portuali, di opere di difesa come le scogliere frangiflutto e i pennelli hanno determinato l’arresto della deposizione della sabbia in alcuni tratti
del litorale.
Le opere a mare, modificando le
correnti lungo riva, alterano profondamente la spiaggia causando un accumulo
sopracorrente e una erosione sottocorrente. Anche quando si opera per la difesa
di una spiaggia attraverso difese rigide si finisce per alterare la forma della
spiaggia e ovviamente la dinamica costiera: in taluni casi le opere innescano
correnti di risucchio assai pericolose che portano la sabbia al largo.
Urbanizzazione della costa
La sostituzione della vegetazione
spontanea e dei cordoni dunali con strutture balneari (cabine comprese) e
palazzi, costruiti spesso a ridosso della battigia, ha provocato l'alterazione
dell'equilibrio della costa. La spiaggia sabbiosa, in passato, era
accompagnata, nell'area costiera, da una, più o meno ampia, fascia di dune,
allungate nel senso del litorale e perpendicolari ai venti dominanti.
Anche l'alta spiaggia, estesa tra
l'area raggiunta dalle alte maree e la fascia delle dune, è stata notevolmente
perturbata. Ogni aspetto morfologico caratteristico dell'alta spiaggia viene
infine cancellato con lo scopo di renderla più accogliente per i bagnanti.
IL
CASO DI OSTIA
Le spiagge di Ostia appartengono tutte al delta del Tevere e i loro
sedimenti derivano esclusivamente dagli apporti del fiume. Perché il Tevere porti
materiale utile per rifornire le spiagge deve superare la portata di 350 mc/s
(la sua portata media è circa 230 mc/s). Il materiale sottile si disperde in
mare, il più grossolano rimane presso la foce.
Qualche numero:
-
alla fine del XIX secolo il trasporto torbido
medio era di 10.5 Mt/a,
-
negli anni ’30 era sceso a 7.5 Mt/a,
-
dagli anni ’70 è mediamente < 2 Mt/a.
Tra la fine dell’800 e gli anni ’30 la spiaggia emersa non si è
modificata molto rimanendo ampia e poco scoscesa. I fondali tra 0 e 10 metri sono
diventati con il tempo più scoscesi.
Nella seconda metà del ‘900 l’erosione della spiaggia emersa è divenuta
via via più evidente e drammatica
Anche le nostre spiagge sono state interessate da opere rigide che
hanno avuto nel tempo un effetto tutt’altro che positivo come la realizzazione
del Porto di Ostia, la sistemazione dei moli a mare del Canale dei Pescatori ma
anche la presenza dello stesso Pontile di Ostia.
Ad Ostia si si stima un'erosione di circa 250mila mc all'anno. Dal 1997
al 2013 sono stati spesi oltre 32 milioni di euro, così ripartiti:
PER ZONA
Ostia ponente 7.791.550
Ostia centro 2.757.559
Ostia levante 22.122.482
|
PER TIPO DI INTERVENTO
manutenzione scogliere (
9%, 3.097.298) ricostruzione spiagge (36%, 11.714.731) manutenzione
spiagge (55%,
18.277.286)
|
In totale, ad Ostia, dal 1997 al 2013 sono stati portati 2,7 milioni di
mc di sabbia: 1,1 per interventi ricostitutivi e 1,6 per interventi
manutentivi.
Mentre ad Ostia Ponente i lavori si sono fermati (ad eccezione di 4
pennelli a mare, realizzati nel 2010 ma senza alcun apporto, come richiesto, di
sabbia che ha portato al loro recente sfaldamento), per Ostia Levante si è
progettato dal 1999 un piano di interventi che ha portato ad aprile 2012 al
raggiungimento previsto di 70 ettari di spiaggia di cui circa 40 occupati dagli
stabilimenti e 30 di spiaggia calpestabile.
Per mantenere questo rapporto negli anni a seguire, la Regione Lazio ha
stimato che occorrono 75mila mc all'anno di sabbia. Di questi 75 mila mc, si
pensa di riutilizzare le quantità provenienti dal dragaggio del Porto di Ostia
(circa 15mila mc all'anno) e quelle del Canale dei Pescatori (circa 35mila mc
all’anno). I criteri adottati per ‘fissare’ un ordinario intervento manutentivo
e non uno straordinario intervento ricostitutivo per Ostia Levante, sono:
considerare la linea storica di costa alla data del 1944 (non troppo
discordante dall’attuale), aggiornare e approvare la Convenzione tra Regione e
Comune stabilita nel 2000 in funzione dell’art.33 Legge Regionale 53 del 1998,
stipulare delle Convenzioni tra Comune e Concessionari per affidare ai
Concessionari gli oneri degli interventi, utilizzare sistemi avanzati per la
gestione della manutenzione (Convenzioni con ARDIS, Concessioni di Servizi,
ecc.) ancora però in fase di definizione.
Tutto questo, per garantire ai Concessionari un’ampiezza “utile”
proporzionata alle loro attività turistiche, in funzione dell’approvazione del
PUA (Piano di utilizzo dell’Arenile) e nello stesso tempo garantire una fascia
di sicurezza per contrastare la tendenza erosiva e consentire il periodo di
ricarica per l’apporto dei sedimenti.
Secondo la Regione Lazio, tutta Ostia avrebbe dunque bisogno di 100mila
mc all’anno di sabbia da distribuire sui 10 km di arenile, vale a dire 10 metri
cubi all’anno per ogni metro di fronte spiaggia, a un costo di 10 euro al metro
cubo (100mila metri cubi, 1 milione di euro).
LE CRITICHE
Del fenomeno dell’erosione si comincia a parlare
almeno dal dopoguerra:
Domenica, 22 luglio 1951 L’Unità, Cronaca di
Roma, pag.2
«Ostia sta lentamente scomparendo. Ogni giorno
il mare erode un pezzo di arenile, lasciando privi di spiaggia quegli
stabilimenti sistemati lungo la zona dei 150 villini» (dall’Elmi fino ad
Ostia Ponente)
Dalle fotografie aeree si possono avere
informazioni sull’ampiezza della spiaggia emersa ma mancano i dati sulla
spiaggia sommersa.
- Si
parla di ‘erosione’ già nel 1951, ancor prima delle opere sul Tevere. Diga
di Corbara (1957-59), tre traverse idroelettriche importanti a valle di
Corbara: Ponte Felice (1961), Nazzano (1956) e Castel Giubileo (1952).
- Ininfluente
la variazione del livello marino.
- L’azione
dell’uomo è più incisiva e condizionante, per l’evoluzione della spiaggia,
di qualunque mutamento naturale.
- L’erosione
è presente in prossimità di elementi di disturbo al trasporto solido: il
Porto di Ostia, il Pontile di Ostia e il Canale dei Pescatori.
Ferme restando le competenze della Regione Lazio è
da considerare che Con Delibera di Assemblea Capitolina n. 18 del 18-19
aprile 2011 (=decentramento amministrativo) la gestione delle subdeleghe
regionali del Demanio Marittimo (d.G.R. Lazio, n.1161 del 30 luglio 2001) sono
di competenza dell’attuale Municipio X, che si definisce solo un semplice
‘operatore’ ma che in realtà, come ente amministrativo di maggiore prossimità
al territorio, agisce come elemento di disturbo nelle decisioni finali da
intraprendere, da una parte orientato a soddisfare gli interessi turistici
balneari dei concessionari (che contribuiscono a tutte le campagne elettorali),
dall’altra pressato dalla dimostrata presenza della malavita organizzata
all’interno dei giri degli appalti.
Bisogna partire da un fatto, rilevato dal
Ministero dell’Ambiente e cioè che il problema del litorale romano è dovuto ad
opere antropiche su cui non si interviene essendo più conveniente (in termini
politici e di appalti poco trasparenti) mantenere il problema della finta
erosione:
I casi più recenti: ACMAR (=porto di Ostia) nell’ultimo
ripascimento, Fegatelli e Regione Lazio, il caso della draga ferma al canale
dei pescatori, il caso delle sabbie del canale dei pescatori e della Beton
Lido.
ACCENNI
ACMAR, Giugno 2012: ripascimento spiagge Levante. Diversi pasticci costati 7
milioni di euro (imperizia durante i lavori, mancata applicazione prescrizione
sicurezza bagnanti, ritardi senza penali).
Beton Lido, Canale dei Pescatori (2014): In Procura perché in possesso di autorizzazioni
parziali e non si è limitata a posizionare la sabbia sugli argini, ma l’avrebbe
trasportata perché venisse riutilizzata in altri processi produttivi
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