mercoledì 17 dicembre 2014

Municipio X, Tassone: record di irregolarità



Qualcuno aveva definito l’attuale giunta del X Municipio "la miglior amministrazione mai vista". Forse era solo un problema di collirio, perché oltre alle imbarazzanti intercettazioni telefoniche raccolte dalle indagini su 'Mafia Capitale' (in cui compare più volte il nome del presidente del X Municipio, Andrea Tassone), esiste una serie di irregolarità amministrative impressionanti. Tutti hanno rivolto l'attenzione al problema dell'affidamento delle spiagge, al pessimo rifacimento dei manti stradali, all'assenza di decoro urbano, al finanziamento di discutibili iniziative culturali, alla mancanza di politiche sociali, al verde pubblico 'ingiallito', alla mai realizzata bonifica di aree inquinate (come l'autodemolitore di San Giorgio di Acilia). In realtà l'elenco è molto più lungo, urbanistico e collegato ad appalti non trasparenti. Un esempio su tutti è il seguente poker di illeciti e di cantieri fermi nell'entroterra di Ostia:
1) parcheggio sequestrato, dopo il nostro esposto, dalla Procura di Roma all'Infernetto, in via Bocenago, voluto a tutti i costi dal direttore dell'Ufficio Tecnico. Ing. Paolo Cafaggi e dall'assessore all'Urbanistica, Giacomina Di Salvo, a favore di un supermercato e in sostituzione di una scuola;

2) realizzazione di un nuovo Impianto di Riduzione Intermedia della pressione gas (I.R.I.), richiesto per il raddoppio della via di Acilia, con il cantiere abbandonato ad occupare la sede stradale e privo delle autorizzazioni necessarie;

3) parcheggio abbandonato da 2 mesi sulla via Ostiense, all'altezza della stazione di Casalbernocchi della Roma-Lido, realizzato con i soldi previsti dalla Legge 396/90 (Roma Capitale, codice C3.3.1.1) destinati a Piazza Capelvenere ad Acilia, ma deviati tramite il meccanismo del riutilizzo dei ribassi d'asta per un importo di 350mila euro;

4) parco giochi di Centro Giano, dove abita Tassone, costato oltre 70mila euro ed affidato il 10 marzo 2014, con revoca del precedente appalto, ad un imprenditore al quale la Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, il 4 novembre 2014, ha applicato la misura degli arresti domiciliari, assieme ad altre 8 persone, specificando "l'aggravante del metodo mafioso", analoga storia delle indagini di 'Mafia Capitale'.

Eppure il 21 gennaio 2014 l'assessore al Bilancio del X Municipio, Andrea Storri, aveva dichiarato davanti alle telecamere, dopo gli arresti per mafia di Luglio 2013, di voler rendicontare il modo con cui il Municipio spende i soldi pubblici, tramite pubblicazione delle gare di appalto sul sito internet del Municipio stesso, indicando tutto, ma proprio tutto, sulle ditte e sui soldi spesi, garantendo inoltre massima trasparenza delle procedure negoziali in corso considerato che è l'amministrazione a scegliere chi invitare.
Ebbene, da quanto finora visto, non solo non c'è alcuno stralcio di pubblicazione degli appalti su internet, ma se qualche informazione è pervenuta alla cittadinanza circa le ditte aggiudicatrici degli appalti, è solo merito della Procura a seguito delle indagini condotte. Forse allora non era questione di collirio ma proprio di trave nell'occhio.

scritto per LabUr

mercoledì 15 ottobre 2014

Stadio della Roma: perché la Procura indaga sulla compravendita SAIS-Eurnova



Singolare e ‘sportiva’, per rimanere in tema, la formazione degli strumenti urbanistici che hanno portato alla proposta di delibera del progetto dello “Stadio della Roma”, così come la formazione della c.d. “Legge sugli Stadi” in vigore dal 1° gennaio 2014 (disciplina per il rilancio dell’impiantistica sportiva dettata dall’art.1, commi 303-306, della Leggi di Bilancio n°147/2013)

I NUMERI
La superficie complessiva dell’intervento è pari a 1.085.520 mq di cui, tolte le infrastrutture,  ne rimangono 890.808mq, per una Superficie Utile Lorda (SUL) massima di 354mila mq. Il nuovo stadio occupa una superficie di soli 5mila mq mentre ad esempio la parte ricettiva è di 15mila mq e la parte uffici di ben 247mila mq. Il 50% dell’area è di proprietà di Parnasi attraverso Eurnova, comprata da SAIS, il 42% di proprietà di altri privati, il restante 8% è di proprietà pubblica, in particolare il tratto della via del Mare/via Ostiense.
Parnasi ha comprato i terreni da SAIS a 77euro/mq per un totale di 42milioni di euro e realizzerà, tra le altre cose, 247mila mq di ‘non residenziale’ ad un valore di mercato (finito) di circa 800euro/mq, per un valore di 197milioni di euro, cifra che praticamente coincide con l’importo delle opere infrastrutturali da realizzare che è pari a 190,2 milioni di euro.
Le opere sono:

- Ponte sul Tevere per congiungere la Roma-Fiumicino con l’Ostiense: 93,7 milioni di euro
- Sistemazione della via del Mare, via Ostiense: 38,6 milioni di euro
- Ponte ciclopedonale: 7,5 milioni di euro
-  Prolungamento metro B da Magliana a Tor di Valle: 50,4 milioni di euro

Insomma, Parnasi avvalendosi della ‘Legge sugli Stadi’, che obbliga all’equilibrio economico-finanziario, tramite compensazione riottiene quello che lo Studio Busnengo nel 2011 aveva previsto per il Programma Urbano di Tor di Valle (ci ‘perde’ solo perché ora non ha il residenziale, ma ottiene una semplificazione amministrativa nell’approvazione del progetto, cioè una riduzione dei tempi di approvazione) che prevedeva:

- Superficie Territoriale: 870.624 mq
- Superficie Utile Lorda: 224.344 mq
- Residenziale: 80%
- Non Residenziale: 20%

Lorenzo Busnengo è attualmente il progettista della parte urbanistica dell’iniziativa “Stadio della Roma” e del business park annesso. Insomma, chi non muore si rivede. Nello stesso tempo l’area di Tor di Valle diventa una “centralità a pianificazione definita”, ma l’Assessore all’Urbanistica, Giovanni Caudo, non ravvisa la necessità, come previsto per le nuove centralità non inserite nel PRG, di avviare il processo di partecipazione come invece previsto da Regolamento per l’attivazione del processo di partecipazione dei cittadini alle scelte di trasformazione urbana (Allegato A di Delibera di Consiglio Comunale n°57 del 2 marzo 2006).

Le opere di urbanizzazione cubano un totale di 270milioni di euro secondo il piano economico finanziario. Attraverso una serie di calcoli, Parnasi  afferma che Eurnova non può investire più di 50 milioni di euro e dunque c’è un disavanzo di 220 milioni di euro. Per raggiungere l’equilibrio economico finanziario richiesto dalla ‘Legge sugli Stadi’ Parnasi è costretto a recuperare il danaro mancante attraverso nuove cubature di tipo non residenziale, arrivando così ad essere premiato con 240mila mq di SUL che moltiplicato per 800 euro al mq portano l’importo totale a 197milioni di euro. Quindi, grazie alla ‘Legge sugli Stadi’ e la dichiarazione del Comune di Roma sulla “pubblica utilità” del progetto, ciò che la lottizzazione del Piano Urbano Tor di Valle non avrebbe consentito (premi di cubatura e tempi velocissimi di approvazione) è ora reso possibile.

COMPRAVENDITA
Il PM Mario Dovinola vuole capire cosa vi sia dietro la cessione del terreno di Tor di Valle dove dovrebbe sorgere il c.d. “Stadio della Roma” e se tutto è stato fatto secondo Legge. In particolare, vuole comprendere se il prezzo della vendita, che ammonta a 42milioni di euro (77 euro al mq), sia congruo, se i termini di pagamento e le rateizzazioni, siano corretti, se si è trattato di un atto lecito o se, al contrario, si è trattato di una condotta distrattiva (la c.d. bancarotta fraudolenta) per cercare di alienare beni della società e sfuggire ai creditori. La prima udienza è prevista per il 14 dicembre, nella quale sarà verificata la consistenza della platea creditoria.
Perché la Procura sta indagando? L’atto con cui il 25 giugno 2013 Eurnova ha comprato da SAIS il terreno in cui si trova l’Ippodromo di Tor di Valle (546.965 mq a 77 euro/mq per un totale di 42 milioni di euro) ha modificato due precedenti atti: quello del 23 aprile 2012 e quello del 9 agosto 2012, due normali atti di compravendita sottoposti alla condizione di essere sospesi qualora la stipula della Convenzione con il Comune di Roma per la trasformazione dell’area non fosse avvenuta entro il 31 dicembre 2013 (Programma Urbano Tor di Valle, Studio Busnengo).
Questi atti prevedevano anche il versamento di una caparra a diverse scadenze temporali, che avrebbe permesso a SAIS di non fallire (perché indebitata con banche, Equitalia Sud e altri). La caparra e le integrazioni versate da Eurnova sono state pari ad un importo di soli 600mila euro. Poiché SAIS senza i versamenti di Eurnova non poteva che fallire e quest’ultima non aveva i soldi per comperare l’area, è stato escogitato dagli amministratori delle due società l’atto del 25 giugno 2013, dove nella sostanza Eurnova resta proprietaria dell’area con il solo versamento dei 600mila euro. Per la parte residua, Eurnova si accolla i debiti garantiti da ipoteca per i diversi finanziamenti delle banche e il debito nei confronti di Equitalia Sud di circa 8 milioni di euro. Eurnova si impegna a versare gli ulteriori 13 milioni in rate mensili, ma non garantisce l’operazione in alcun modo, ad esempio attraverso fidejussioni. Gli atri 21 milioni (cioè la metà del valore di compravendita) è previsto che vengano versati da Eurnova alla stipula della Convenzione (dunque, secondo quanto riferiscono il Sindaco Marino e l’Assessore Caudo, a maggio 2015, quando tra il Comune ed Eurnova si firmerà la convezione per la costruzione dello “Stadio della Roma”). Anche questi 21 milioni non vengono garantiti in alcun modo e non vi è alcuna data di scadenza per ottenere la Convenzione.
Qual è il problema? Il 22 maggio 2014, il Giudice Umberto Gentili, con sentenza n° 423/2014, ha decretato il fallimento della SAIS, mettendo a rischio l’acquisto di Eurnova, dato che l’articolo 67 della Legge Fallimentare prevede la revoca degli atti precedenti fino ad un anno dal fallimento. Il curatore fallimentare, Maurizio Battista, deve decide se tale compravendita assicura i creditori di SAIS. Tradotto, se Eurnova non paga la parte dilazionata o non salda l’importo, il curatore fallimentare, che si è visto togliere da Eurnova la proprietà dell’area, non può far altro che andare in giudizio per il mancato pagamento, non essendo prevista alcuna clausola risolutiva che gli consenta ad una certa data, in caso di mancato pagamento, di far ritornare l’area nella proprietà della SAIS.
Quindi non saremmo in presenza di un atto fittizio per non far fallire SAIS, ma saremmo in presenza di un evidente distrazione di bene da parte degli amministratori SAIS ed Eurnova a danno dei creditori SAIS. Se non ci fosse stato questo nuovo atto di compravendita, non essendosi avverata al 31 dicembre 2013 la stipula della Convenzione con il Comune di Roma, i precedenti atti del 2012 si sarebbero naturalmente risolti di fatto e la SAIS avrebbe avuto prima del suo fallimento sei mesi di tempo per trovare un atro compratore solvibile ed evitare così il fallimento.
In questo quadro potenzialmente esplosivo il Comune di Roma, procede comunque ad una trasformazione urbanistica di notevole rilevanza per la città e fortemente criticabile dal punto di vista meramente urbanistico, con un operatore che è divenuto proprietario formale di un’area con un solo versamento di 600mila euro contro un corrispettivo che si è impegnato a versare senza prestare alcuna garanzia, normalmente e sicuramente dovute in un rapporto di trasparenza e che ora si impegna in opere per centinaia di milioni di euro.
E’ dunque propria la Procura a porsi la domanda sul fatto che non essendoci certezza dei tempi della firma della Convenzione attraverso la quale Eurnova pagherà i 21 milioni di euro alla SAIS, il Comune si rende parte attiva nel fallimento della SAIS.
E’ moralmente accettabile? Non sarebbe stato il caso di attendere gli esiti della Procura?

(paula de jesus per UsaRoma 1.0)

sabato 11 ottobre 2014

Politiche abitative, la speranza di Sant'Agostino

Il mio intervento alla Scuola di Eddyburg che si è tenuto ieri, 10 ottobre, a Roma, sul rapporto tra politiche abitative, rigenerazione urbana e diritto alla città (dettagli a questo link di Eddyburg).

Ero indecisa se iniziare, a conclusione di questa lunga giornata di interventi anche molto interessanti, con la parabola della pecorella smarrita, vista la scelta della locandina della Scuola di Eddyburg, o con la citazione sulla speranza di Sant'Agostino, che ha due bellissimi figli, lo sdegno
e il coraggio. Sdegno per le cose come sono e coraggio di cambiarle. Lo sdegno c'è tutto, il coraggio non può essere quello di sdegnarsi delle cose che non si sono fatte e se ne pensano di nuove. Forse, sulla Politiche Abitative, bisognerebbe fare ciò che non si è fatto ed era previsto, anche per dare certezza dei diritti.
Abbiamo visto oggi interventi interessanti e forse anche scoraggianti. Tempi decennali (44 anni) perché venga saturata la domanda di housing sociale nell'attesa che 'cambi' il mercato dei valori immobiliari. Ma il mercato dipende dagli operatori e gli enti pubblici o sono opertatori realmente influenti oppure è meglio che utilizzino un altro approccio che non può essere quello, molto in voga, di "dare indirizzi al mercato", di fare cioè "regia pubblica". Sarebbe bello, peccato che in Italia non ci sia alcun controllo e i pochi strumenti di controllo sono inefficaci o inattuati.
A Roma sicuramente c'è un grande "parco" di case sfitte, ma il punto è che mancano le case per i poveri, per i bisognosi. Le case sfitte, che ad ogni piè sospinto vengono citate come la panacea dell'emergenza abitativa, ha un problema di fondo che la mano pubblica dovrebbe affrontare: i costruttori le lasciano sfitte anche 15 anni perché tra agevolazioni, compensazioni, defiscalizzazioni, condoni e quant'altro, che sempre la mano pubblica gli offre, non subiscono alcuna perdita finanziaria. Non sarebbe il caso di partire da qui? Smetterla di agevolarli in ogni modo?
Altro problema: nelle case di Edilizia Sociale spesso, troppo spesso, ci abitano benestanti, cioè famiglie che hanno capacità reddituale. Che controllo viene operato dalla mano pubblica?
Mi domando anche: a Roma è accettabile che le Politiche Abitative siano separate dalla quelle delle Trasformazioni Urbane? Ma soprattutto,
è moralmente accettabile che essa si basi sullo strumento dell'assegno di 700 euro? Lo dico perché ho l'impressione che chi "inventa" queste soluzioni, spesso importandole da Paesi nelle quali hanno avuto successo, ma che hanno realtà profondamente diverse, non sia mai uscito dai confini del proprio ufficio. E' quanto sosteneva anche Franca nel suo intervento: la distanza profonda tra i politici, gli amministratori e i Cittadini, di cui evidentemente conoscono poco. Prendiamo un caso che conosco: all'Idroscalo di Ostia Alemanno demolisce 35 case con una illegittima ordinanza di Protezione Civile e porta gli occupanti a marcire per anni, con spese esorbitanti per la collettività, nei residence dei palazzinari. Non ci sono le case per loro e gli vengono dunque offerti, ma non a tutti sia chiaro, 700 euro al mese. Cosa faranno molte di queste persone? Chi è indigente  farà una sola cosa: occuperà una casa, magari anche abusiva e troverà il modo di tenersi i 700 euro per le proprie esigenze familiari di sopravvivenza. Insomma, non risolveremo alcun problema, nemmeno quello di colpire il becero mercato dei residence in mano ai palazzinari, che ora contattano queste persone per offrirgli una casa in affitto, mentre sempre la mano pubblica gli regala magari 1 milione di mc come sta accadendo con il progetto, ingiustamente chiamato, dello Stadio della Roma. A prescindere dal fatto che le persone non sono oggetti che si spostano da una parte all'altra della città, ricordo che spesso siamo di fronte a vere e proprie comunità, che sorgono spontaneamente per ragioni di estrema necessità e nelle quali vige la regola della solidarietà, del baratto. Operazioni politiche come quella che si sta portando avanti a Roma rischia dunque di essere solo una bella operazione di marketing politico che non risolverà il problema, al massimo farà risparmiare un po' di soldi, che però non verranno investiti nell'emergenza abitativa. Non solo, sempre la stessa mano pubblica non ci dice se il recupero fiscale, ad esempio sullo scandalo della case della Signora Armellini, sarà impiegato per l'emergenza abitativa. Sempre la stessa mano pubblica, non è in grado di dirci da mesi che fine ha fatto ad esempio il Piano di Zona dell'Idroscalo. Lo dico io: ci hanno costruito un residence di lusso per ricchi, mentre serviva per ospitare le case dei poveri. A Roma accade anche questo, ci si perde anche i Piani di Zona. Non inventiamoci niente, proviamo a fare quello che era previsto, perché ci sono almeno 5 soluzioni già previste dagli strumenti urbanistici del Piano Regolatore Generale vigente che non sono mai state attuate. Dunque il problema è quello dell'attuazione. Tra il primo e il secondo PEEP quanti piani di zona non sono stati fatti? Partiamo da lì.
Si è parlato oggi delle leggi al vaglio del Governo e mi domando se è possibile fare buone leggi non solo senza prevedere appunto strumenti di controllo, ma se possano essere buone, visto che chi le  dovrà votare alla Camera e al Senato sono gli stessi che per anni hanno governato città, regioni e province lasciandoci questa pesantissima eredità storica. Politici e amministratori che hanno selezionato il peggio del 'parco case' dei costruttori per l'emergenza abitativa, case come quelle Armellini costruite con la sabbia di mare. E mentre a Bologna ci si impegna a ridurre del 15% gli affitti passivi, a Roma cosa fa la mano pubblica? Semplice, va a rinegoziare l'affito passivo dell'evasora Armellini portando l'affitto passivo da 7,2 milioni di euro a 8 milioni di euro e sbandierandola come un successo perché la Signora ne ha chiesti 9, senza contare che da decenni non spende nemmeno un euro per le opere di ordinaria e straordinaria manutenzione, tant'è che le case stanno crollando o versano in uno stato di pesantissimo degrado.
Ci avete mostrato molti dati oggi sull'emergenza abitativa. Per vostra stessa ammissione dati che ritenete molto sottodimensionati. Come si fa dunque a stabilire delle Politiche Abitative sulla base di dati che non sono certi? Il problema dell'edilizia sociale, delle politiche abitative, dei centri di accoglienza devono partire dalla definizione di reddito e di soglia di povertà su valori reali, non approssimativi, ricordando che l'edilizia non è una politica abitativa e che personalmente sono stanca di vedere presentazioni che parlano di Politiche Abitative incentrare sul mercato immobiliare.
A Roma è una condizione necessaria risolvere tre problemi: 1) la questione degli affitti passivi 2) la questione dei subentri che crea inequità e ingiustizie sociali e 3) la questione dello stato comatoso nel quale versa la manutenzione del "parco case". Un numero sempre più crescente di popolazione a Roma vive nelle roulotte e non sono solo i ROM o Sinti. La mano pubblica li vede? Quella stessa mano pubblica che si appoggia ai dati di una fondazione, come quella di De Benedetti, per contare i senza tetto con modalità assai discutibili e che non hanno fotografato la realtà. Sempre la stessa mano pubblica che paga operatori che ogni giorno sono sul campo e che conoscono la realtà territoriale nella quale operano.
Lancio questa sfida per tornare al coraggio di Sant'Agostino: dire la verità e cioè fare un calcolo reale del guadagno che si ha sui poveri: a guadagnare non sono solo i palazzinari. Abbiamo il coraggio di quantificare il guadagno anche della classe politica, dei movimenti per la casa, della criminalità organizzata che spesso controlla le assegnazioni, delle finte associazioni di volontariato, delle scuole di formazione per operatori sociali, dei bandi pubblici per progetti inutili sui poveri e di tutto quanto l'indotto che gira attorno a loro? 
Concludo ricordando che chi fa il soldato non si meraviglia più dell'uccisione di un uomo e  perde il senso della parola pace.

Stadio della Roma, una nuova 'porcata' urbanistica targata Parnasi

Per chi volesse saperne davvero di più su questa speculazione finanziaria che nulla ha a che vedere con lo Stadio della Roma http://usaromaunoazero.blogspot.it/

mercoledì 3 settembre 2014

LEZIONI DI GIORNALISMO (9) - «Cui prodest scelus, is fecit» (Seneca)



La lezione #9 di giornalismo antimafia, dopo le magistrali 8 lezioni (LINK)

Il giornalista: “La domanda è: se a fare antimafia sono queste persone e lo fanno nel momento in cui da denunciati passano ad indagati per i reati sopra descritti (“per reati piuttosto gravi … denuncia per minacce (e altro)”), e di cui tra poco tutti i giornali nazionali parleranno, cosa ci può essere sotto?”



 

Paula Filipe de Jesus è indagata (per 595 c.p.) unicamente per questo articolo OSTIA E I ROM: NASCE CON LA DROGHEI L’URBANISTICA DEL DISPREZZO - LINK



"La mafia uccide, il silenzio pure" (P. Impastato)


(da: Luna Nuova)

venerdì 15 agosto 2014

I Cittadini contro le mafie e la corruzione: Lettera aperta a Paula de Jesus e agli amici di Luna Nuova

Cari amiche ed amici di Luna Nuova ho per ferragosto raggiunto telefonicamente o via web i nostri referenti dei Circoli de “ I Cittadini contro le mafie e la corruzione” ormai costituitisi in molte regioni italiane, tra l’altro informandoli sull’intesa attività avviata a Roma ed a Ostia, principalmente con Voi e sulla vostra adesione convinta dopo un anno di intenso lavoro a sostegno di quanti combattono le mafie, la mala politica e la corruzione restando da soli.
Fare antimafia con nomi e cognomi denunciando non solo le mafie militari ma anche quei pezzi di poteri ed istituzioni che con queste colludono non è stato mai facile e mai lo sarà. Stare senza il cappello in mano davanti a eccellenze, politici di maggioranza o di opposizione, banchieri e potenti della comunicazione o del mondo dello spettacolo, non è cosa semplice. Come sostiene il giudice Gratteri, fin quando non saranno i Cittadini ad impegnarsi concretamente e non solo i noti professionisti dell’antimafia, di cui Sciascia delineò bene i contorni, le mafie continueranno ad avere il loro dominio. Il nostro modo di lavorare che vede protagonisti gli “Ultimi” e non i volti noti sta dando oggettivamente fastidio a chi intende portare avanti questa battaglia da singoli protagonisti o peggio di creare monopoli e pensieri unici che restano comunque brodo di coltura per le mentalità mafiose. La mafia si batte con più democrazia e quest’ultima è per sua stessa natura lontana dall’idea di capi ed idoli viventi supremi. Dobbiamo continuare a essere critici nei confronti di tutta la politica, dell’economia e delle istituzioni, alcune delle quali sono a vario titolo anche implicate in oscure vicende tra cui, non ultima, quella che riguarda il processo Stato-Mafia che si sta celebrando innanzi il Tribunale di Palermo. Nel paese delle stragi e delle verità nascoste le responsabilità restano comunque di chi, di volta in volta, si assume l’onere di governare il Paese. Giova ricordare e fare tesoro delle parole di Paolo Borsellino allorquando presagendo la sua morte additò i mandanti tra quei pezzi di istituzione che da oltre 60 anni sono colludenti o parte integrante dell’organizzazione mafiosa.
Per evitare che la lotta alle mafie ed alla corruzione resti ancorata a schemi passati e ad azioni che ogni anno vedono aumentare lo strapotere dei boss e dei loro sodali politici anche dal punto di vista dell’accumulo di sempre più ingenti capitali e conquiste di nuovi territori, pur sostenendo convintamente l’azione di quella parte della Magistratura e delle Forze di Polizia, non tutti impegnati con lo stesso sacrificio, abbiamo deciso di superare gli steccati dell’antimafia di stato o di parte. Una antimafia sociale che si liberi da schemi ideologici o peggio di tipo confessionale e che sappia rendere protagonisti I Cittadini, in particolare quelli che restano esclusi da protezione e considerazione nonostante siano entrati in Uffici di Polizia a denunciare le violenze subite o che da anni attendono una Giustizia che tarda ad arrivare.
Luna Nuova rappresenta quindi per tutti noi un esempio da seguire e di tutto ciò vi ringraziamo.
In particolare credo si debba grande considerazione e rispetto a Persone come Andrea, Giorgia, Roberto, Franca, Stefano, Gianluca, Fabrizio, Gaetano, Piero e la signora Salvati.
Per Voi di Luna Nuova cito su tutte/i Paula Filipe De Jesus che con la sua tenacia, capacità e costanza ha saputo indicare a tutti noi la strada da seguire che è quella del coraggio e non delle convenienze. Paula è sempre e comunque dalla parte degli Ultimi e di chi non ha voce. Paula ha tutto il nostro sostegno ed una stima incondizionata che deriva dai fatti. Nello spirito e per i motivi per cui ci siamo costituiti, Paula è per noi la Cittadina consapevole dei propri diritti e dei propri doveri nell’interesse generale e mai di parte del nostro Paese. Per lei Cittadina un grazie da tutti noi con l’invito ad andare avanti insieme senza paura.

Firmato:
Gaetano Porcasi Presidente onorario
Gianni Ciotti Vice Presidente
Gaetano Pascale Referente Lazio
Piero Fierro Referente Provincia Roma
Stefano Salvemme referente del Circolo di Ostia
Gianluca Pietrucci Referente Roma Capitale
Antonio Bottoni Referente provincia di Latina
Maria Sole Galeazzi referente dei Circoli di Sabaudia,, San Felice Circeo Terracina, Fondi
Antonio Centra referente dei Circoli dei Monti Lepini
Antonella Politi referente del Circolo del Policlinico Umberto I
Mauto Turri referente per l’area del Sacco e della provincia di Frosinone
Eleonora Pistilli referente Circoli di Cori e Giulianello
Giuliano Girlando referente per l’area di Tivoli
Lucia Petrocchi referente dell’area di Pyrgi Civitavecchia, Ladispoli, Santa Marinella, Cerveteri
Silvia Damiani referente dei Circoli del lago di Bracciano
Nicoletta La Bella per i Circoli della regione Sicilia
Franco Gaetano Caminiti per i Circoli della regione Calabria
Luigi Dipace per i Circoli della regione Puglia
Carlo Lubrano per i Circoli della regione Campania
Ines Testa per i Circoli della Penisola Sorrentina
Letizia Giancola per i Circoli della regione Molise-Umbria ed Abruzzo
Giuseppe Segesta per i Circoli della regione Emilia Romagna
Brabara Selmo per i Circoli della regione Veneto
Filippo Adriano Lazzara per i Circoli della regione Trentino Anto Adige
Luigi Ralli responsabile dell’area giovani
Luigi Pescuma , Diego Maria Santoro e Eleonora Pistilli responsabili dell’area legale
Antonio Turri “da ultimo” per tutti i Cittadini Contro le Mafie e la Corruzione

“ Il coraggio per chi ce l’ha, copre una distanza breve dal cuore alla testa e non ci sono paure che possano contenerlo…mai buoni a prescindere”

domenica 27 luglio 2014

Ostia, Faber Beach: la Libera Antimafia di Johnny Stecchino


Una storia più alla “Johnny Stecchino” che alla “Schettino”. Il ‘comandante’ infatti non abbandona il Faber Beach, nonostante la nave stia affondando e molti mozzi stiano correndo sulle scialuppe di salvataggio.
Il comandante è Mauro Messina, amministratore giudiziario nominato dal GIP, Massimo Di Lauro, del Tribunale Ordinario di Roma a seguito del sequestro cautelativo per reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale. Il sequestro dunque nulla ha a che vedere con i fatti di mafia che invece hanno riguardato il Litorale romano. Spesso però la confusione, generata ad arte, è funzionale a scopi non trasparenti.
Il primo a non fare chiarezza è stato proprio Mauro Messina, che il 12 Aprile u.s. in presenza di testimoni, in una delle serate organizzate dalla rete Stand-Up, ha dichiarato che gli attori che sono dietro al “progetto di riqualificazione e di legalizzazione del Faber Beach” (caso che lo stesso Messina ha definito “il primo e l’unico in Italia”), sono il Messina stesso, la Procura di Roma, nella persona del dr. Pignatone, e l’Avvocatura Capitolina”. Falso. Sia il capo dell’Avvocatura Capitolina, Avv. Rodolfo Murra, sia il Procuratore Distrettuale Antimafia di Roma, il Dott. Giuseppe Pignatone, negano non solo le affermazioni del Messina, ma anche di aver mai parlato con lui. Addirittura il Messina viene definito un “tipo dal quale prendere le distanze” e le sue affermazioni "di pura fantasia".
Negli ultimi mesi la nave Faber Beach, condotta dal Messina, ha percorso rotte ben distanti dalla trasparenza: sono state molte le segnalazioni inviate da diversi cittadini e associazioni circa l’amministrazione giudiziaria del Faber Beach. Molte le ombre, dalla deleghe di gestione date ad associazioni di volontariato di giovani e giovanissimi senza alcuna esperienza, all’assenza di staff multidisciplinare, ad eventi notturni in assenza di tutte le autorizzazioni necessarie, ad attività di balneazione condotta contro molte disposizioni di legge inerenti la sicurezza dei bagnanti, alle modifiche delle strutture, al cambio di denominazione, ad accordi scritti dal Messina e mai ratificati, alle logiche poco chiare di gestione dei fornitori, alla selezione per l’assunzione del personale, a promesse inspiegabili a ragazzi in buona fede. L’ultimo episodio, avvenuto qualche giorno fa: secondo quanto riferiscono testimoni, sarebbe stato ordinato di buttare al largo un enorme blocco di cemento a basamento del palo bagnino riaffiorato dalla sabbia col mare mosso. Di tutto quanto sopra esiste prova documentale.
Dunque, ad un anno esatto dall’operazione “Alba Nuova”, mentre i Cittadini contro la mafia e la Corruzione, in collaborazione con il Sindacato di Polizia SED e Luna Nuova, hanno raccontato presso lo stabilimento Il Venezia “60 anni di mafia ad Ostia”, nessun altro ha speso una sola parola sui fatti di mafia del Litorale romano. Anzi, nell’ultimo anno nel Municipio X abbiamo assistito al caos sul bando delle spiagge libere, affidamento diretto della spiaggia di Castelporziano, movimentazione occulta della sabbia del Canale dei Pescatori, lavori in somma urgenza su tutte le opere stradali, scelte non partecipate, appalti discutibili in ambito di cultura e sociale e poca trasparenza, nessuna ratificazione del Protocollo antimafia solo a parole 'siglato'dal Municipio X con l'associazione 'daSud'.
Se molti dei ragazzi delle associazioni di volontariato che appartengono alla rete di Stand-Up per la loro inesperienza e buona fede sono giustificati, decisamente meno lo è l’associazione antimafia Libera. Per statuto dovrebbe solo promuovere o favorire attività svolgendo un ruolo di 'servizio' rispetto ad altre associazioni. Invece partecipa ai bandi di gara per l’assegnazione delle spiagge e al Faber Beach, che non è coinvolto in fatti di mafia, fa il ‘sottoufficiale’ di Messina, nonostante l’art. 4 del loro statuto non contempli la gestione in amministrazione giudiziaria di una spiaggia non confiscata. Addirittura porta al Faber Beach Don Ciotti, fotografato mentre mangia il ‘ghiacciolo della legalità’. Il ghiacciolo si è squagliato e in mano è rimasto lo stecchino, perché questa storia in effetti ricorda un famoso film, “Johnny Stecchino” di Benigni: il problema ad Ostia è il traffico.
In fondo, l'unica iniziativa antimafia del Municipio è stata la pedonalizzazione (fallita) del Lungomare.

paula de jesus per il Comitato Civico 2013

per saperne di più: Faber Beach, storia di ordinaria illegalità ad Ostia

venerdì 4 luglio 2014

La Casa della Città S.p.A. - L'Eataly di Parnasi

E’ stata inaugurata dal Sindaco Ignazio Marino questa mattina la “Casa della Città” in via della Moletta 85. Si tratta del luogo, indicato dal Comune di Roma, della "Trasparenza e Partecipazione" sui più importanti progetti che interessano le trasformazioni urbane della Capitale.
Due le sale, di cui una interamente dedicata al progetto del nuovo stadio della Roma, un progetto privato, non approvato, in attesa ancora di essere definito di “pubblico interesse”. A pagare l'allestimento di pannelli e totem informativi, il costruttore Luca Parnasi, presente all’inaugurazione insieme al Vice Sindaco e Assessore al Patrimonio, Luigi Nieri, e all’Assessore alla Trasformazione Urbana, Giovanni Caudo.
Marino, Nieri e Caudo hanno garantito che un processo partecipativo sulla proposta della AS Roma ci sarà e dunque sarà possibile per i cittadini inviare osservazioni e confrontarsi con l’amministrazione almeno sulle opere pubbliche previste a corredo dello stadio perché, come ha dichiarato Marino "Negli Stati Uniti è sempre prevista la partecipazione, qui la società è americana, perché dovremmo essere da meno?"
In 70 giorni, meno dei 90 previsti per legge, il Comune dovrà certificare il «pubblico interesse della proposta». Parnasi però ha dichiarato che si augura che il “progetto non venga modificato in funzione delle opere di viabilità che si rendessero necessarie”.
 

IL NUOVO PONTE SUL TEVERE
Parnasi lo afferma perché le infrastrutture viarie e di mobilità sono a carico del privato, pronto ad investire 250 milioni. Inoltre,  non sono previste attualmente cubature residenziali, ma uffici e strutture commerciali. Lo scorso 26 marzo però l'assessore Caudo ha dichiarato “Abbiamo chiesto che allo stadio si arrivi con la metropolitana e dunque di prolungare la linea B da Magliana fino a Tor di Valle. La linea B in quel tratto è di superficie. Immaginiamo che entri nell’area dello stadio, attraversi il Tevere e faccia capolinea a Muratella. Sono opere che devono finanziare i privati”. Sempre quel giorno, durante la conferenza stampa, l'AD della AS Roma (Zanzi) ha affermato che ci sono 700 milioni di euro per le infrastrutture e il Sindaco Marino si è affrettato ad assicurare che lo stadio sarà terminato nel 2016, ma prima si faranno le infrastrutture. Quindi, 2 anni scarsi per realizzare la metropolitana e il nuovo ponte sul Tevere, alle spalle dell'ex Ippodromo di Tor di Valle.
I numeri non tornano. Dunque, al suo debutto la “casa di vetro”, come l’ha definita Marino, non è proprio trasparente.

LA CONFERENZA URBANISTICA DI OTTOBRE
L’inaugurazione della “Casa della Città” avviene mentre in quasi tutti i municipi di Roma si tengono incontri con la cittadinanza definiti ‘Laboratori urbanistici’ al fine di stilare l’elenco delle criticità del territorio. L’obiettivo dichiarato dall’amministrazione è quello di trasformare le criticità in “risorse” tramite un progetto di rigenerazione urbana che dovrà necessariamente passare attraverso la richiesta di fondi europei. A ottobre infatti si terrà, dentro la Casa della Città, una Conferenza Urbanistica cittadina, che con buona probabilità sarà, tristemente, l’ennesimo ‘libro dei sogni’. L'esempio più lampante è avvenuto qualche giorno fa nell'attuale Municipio X dove un Architetto, che non ha alcun ruolo istituzionale, ha presentato le visioni progettuali racchiuse nel libro che ha scritto con il capogruppo capitolino PD, Francesco D'Ausilio. A prescindere dalla questione di forma che è sostanza, queste ‘visioni’ poggiano persino su una scarsa conoscenza del regime idraulico del Tevere e del sistema dei canali. Sono infatti stati mostrati dei rendering in cui gli esistenti, modesti e malridotti canali di bonifica di Ostia assumevano la navigabilità e le sembianze di quelli di Amsterdam.
Se questo è lo stile di presentare nuove idee, impossibili secondo il Piano Regolatore, la partecipazione diventa un mero esercizio di sfogatoio delle necessità di chi la città la vive, a partire dal fortissimo gap di standard urbanistici che nessuno dice perché non si sono realizzati e invece propina la solita fallimentare ricetta dell’ “ulteriore cubatura, in cambio dei servizi mancanti”.

LA FRETTA DANNEGGIA LA PARTECIPAZIONE
Parnasi, Caudo e Marino hanno fretta di approvare lo stadio della Roma. Si tratta di una delle più forti trasformazioni urbane del settore Sud Ovest di Roma (dall'EUR fino ad Ostia). La Casa della Città non è ancora adeguata a sostenere un simile processo partecipativo ed andare fino a lì a vedere un progetto non definitivo e non approvato ha in questo momento poco senso. Lo stadio per altro non sarà della società giallorossa, ma della EURNOVA S.r.l. (leggasi Parnasi) che ne concederà l’utilizzo, una volta costruito, alla AS Roma, che vi disputerà i propri incontri casalinghi secondo termini e condizioni che saranno in seguito concordati tra le parti. Si tratta dunque di un progetto interamente privato che si appresta ad essere portato avanti in tutta fretta e nel pieno del periodo estivo vacanziero con le solite modalità del Comune: forte con i deboli (i cittadini) e debole con i forti (i costruttori). Sarà dunque importante la voce della cittadinanza attraverso le osservazioni sulle opere pubbliche a contorno di quest’opera.


PRESENTAZIONE STADIO DELLA ROMA - 26 MARZO 2014

domenica 22 giugno 2014

Una breccia nel Lungomuro di Ostia - Affare Erosione


Sabato, 21 Giugno, si è tenuto presso il Circolo "la Pinetina" ad Ostia, un convegno organizzato dai Radicali Roma dal titolo "Una braccia nel Lungomuro di Ostia". Era previsto l'intervento del Dott. Ing. Andrea Schiavone di LabUr, Laboratorio di Urbanistica, sul tema "Cause e possibili rimedi all’erosione" che per motivi di salute non ha potuto partecipare ed è stato sostituito da me.

Qui di seguito l'intervento scritto di LabUr e a seguire il link al convegno registrato da Radio Radicale.



INTERVENTO DI LABUR AL CONVEGNO “UNA BRECCIA NEL LUNGOMURO DI OSTIA”
E’ necessario prima di parlare del problema dell’ “erosione” del Litorale di Roma Capitale definire alcune parole, a partire da quella di ‘spiaggia’, di mareggiata ed erosione.

La spiaggia è un sistema sedimentario sabbioso e/o ghiaioso, in parte emerso in parte sommerso dominato dal moto ondoso, in cui la dinamica sedimentaria è gestita dalle correnti lungo riva.
Il limite interno è dato dalla duna. Il limite esterno si estende in pratica fin sotto l'acqua, fino a dove il fondale non viene alterato dal moto ondoso.
Si definisce alta spiaggia quella compresa tra l'area raggiunta dalle alte maree e la fascia delle dune.
Dunque, non esiste solo la ‘spiaggia’ degli ombrelloni, ma anche quella prima di essa (fino alle dune, oggi in gran parte scomparse) e quella dopo di essa (sotto l’acqua).
I tre fattori fondamentali che guidano l’evoluzione di una spiaggia sono:
1.       rifornimento sedimentario
2.       azione dell’uomo
3.       variazioni del livello marino

Rifornimento sedimentario
La spiaggia non ha un equilibrio statico ma dinamico. Questo vuol dire che in un determinato intervallo di tempo si mantiene di ampiezza costante SE E SOLO SE la quantità di sabbia che viene asportata durante le mareggiate è circa uguale a quella che le arriva nei momenti più tranquilli, smistata dalle correnti generate dal moto ondoso. Tre punti chiave per valutare se il rifornimento sedimentario è in equilibrio:
-          una spiaggia si modifica molto durante le diverse stagioni.
-          la tendenza evolutiva di una spiaggia va osservata in periodi superiori ad un anno.
-          la spiaggia emersa, quella degli ombrelloni, subisce sostanziali variazioni (si riduce) in inverno quando le mareggiate sono più frequenti ma questo non vuol dire che si possa parlare di mancato rifornimento sedimentario.

Azione dell’uomo
Una spiaggia naturale ha le dune, un profilo irregolare ed è “sporca”. Purtroppo quando si intende utilizzare a fini turistici una spiaggia (oggi gli stabilimenti balneari sono ‘imprese turistiche’) la prima operazione è la pulitura della spiaggia. Tale operazione, per lo più meccanica, modifica il naturale profilo rendendo la spiaggia più vulnerabile alle mareggiate. Ben più grave è lo spianamento delle dune e la sostituzione della sabbia con strade e/o fabbricati, anche quando si impiantano manti erbosi, come ora è di moda.
Le dune rappresentano in parte una riserva di sedimento che rientra in gioco nei momenti di sofferenza della spiaggia. In loro assenza la fase erosiva diventa più rapida e intensa. Anche l’azione eolica nel modellare la spiaggia viene ‘disturbata’ dall’azione dell’uomo.

Variazione del livello marino
Un ultimo fattore di rischio è la variazione del livello del mare legato alle variazioni climatiche globali. Durante le fasi fredde il livello si abbassa, durante le fasi calde il livello sale. Per fortuna il Mediterraneo, essendo un mare chiuso dove è forte l’evaporazione, non presenta incrementi sostanziali.
Tuttavia con il minimo sollevamento previsto si stima p.es. che a Ostia si avrebbe una tendenza all’arretramento della linea di riva che alla fine di questo secolo potrebbe ridurre le spiagge mediamente di circa 20 metri.

EROSIONE: DI COSA STIAMO PARLANDO?
L’erosione è l’insieme delle azioni naturali (NON antropiche) che portano alla disgregazione e alla demolizione della superficie terrestre. L’erosione marina, nota anche come abrasione, è definita come l'asportazione superficiale di materiale ottenuta con azione di attrito da parte del mare.  
La spiaggia è un sistema ambientale dotato di un equilibrio dinamico molto precario. Il processo per mantenere in equilibrio la linea di spiaggia dipende da due fasi: l’erosione e il deposito.
Quando questo equilibrio si rompe può succedere che:
-        il mare deposita maggiore quantità di materiale, e la spiaggia avanza;
-        il mare asporta minore quantità di materiale e allora si verifica l'erosione della costa.
Le cause dell’erosione
1.       la subsidenza (raro; lento e progressivo abbassamento verticale del fondo di un bacino marino )
2.       la diminuzione del trasporto da parte dei fiumi
3.       le opere costruite a mare
4.       l'urbanizzazione della costa

Trasporto dei fiumi
Le bonifiche, l'imbrigliamento dei corsi d'acqua e, dal dopoguerra, l'asporto di sabbia e ghiaia dagli alvei, hanno  provocano la drastica riduzione degli apporti al mare. In particolare, la quantità di sabbia portata a mare dai fiumi è notevolmente diminuita negli ultimi anni per le indiscriminate escavazioni degli alvei e la costruzione di opere di regimazione nei fiumi. Inoltre, negli ultimi sessant’anni è stato notevole l’abbandono delle campagne da parte dei contadini. Questo ha influito sull’accentuarsi dell’erosione delle coste perché il terreno lasciato incolto è meno erodibile di quello lavorato. In questo modo, diminuendo la quantità di sedimenti che arrivano in mare, il mare incomincia ad avanzare.
La quantità di sedimento che porta un fiume è dunque condizionata da :
-          fattori geologici (normalmente in tempi >1000 anni).
-          variazioni climatiche (tempi secolari) – periodi freddi e umidi aumentano il sedimento.
-          attività antropica (tempi brevi < 10 anni) – lo sviluppo agricolo aumenta il sedimento, la regimazione dei fiumi lo diminuisce.

Opere costruite a mare
L’azione erosiva è aumentata anche a causa delle innumerevoli costruzioni create dall’uomo. Soprattutto l'edificazione e il prolungamento dei moli portuali, di opere di difesa come le scogliere frangiflutto e i pennelli hanno determinato l’arresto della deposizione della sabbia in alcuni tratti del litorale.
Le opere a mare, modificando le correnti lungo riva, alterano profondamente la spiaggia causando un accumulo sopracorrente e una erosione sottocorrente. Anche quando si opera per la difesa di una spiaggia attraverso difese rigide si finisce per alterare la forma della spiaggia e ovviamente la dinamica costiera: in taluni casi le opere innescano correnti di risucchio assai pericolose che portano la sabbia al largo.

Urbanizzazione della costa
La sostituzione della vegetazione spontanea e dei cordoni dunali con strutture balneari (cabine comprese) e palazzi, costruiti spesso a ridosso della battigia, ha provocato l'alterazione dell'equilibrio della costa. La spiaggia sabbiosa, in passato, era accompagnata, nell'area costiera, da una, più o meno ampia, fascia di dune, allungate nel senso del litorale e perpendicolari ai venti dominanti.
Anche l'alta spiaggia, estesa tra l'area raggiunta dalle alte maree e la fascia delle dune, è stata notevolmente perturbata. Ogni aspetto morfologico caratteristico dell'alta spiaggia viene infine cancellato con lo scopo di renderla più accogliente per i bagnanti.

IL CASO DI OSTIA
Le spiagge di Ostia appartengono tutte al delta del Tevere e i loro sedimenti derivano esclusivamente dagli apporti del fiume. Perché il Tevere porti materiale utile per rifornire le spiagge deve superare la portata di 350 mc/s (la sua portata media è circa 230 mc/s). Il materiale sottile si disperde in mare, il più grossolano rimane presso la foce.
Qualche numero:
-          alla fine del XIX secolo il trasporto torbido medio era di 10.5 Mt/a,
-          negli anni ’30 era sceso a 7.5 Mt/a,
-          dagli anni ’70 è mediamente < 2 Mt/a.



Tra la fine dell’800 e gli anni ’30 la spiaggia emersa non si è modificata molto rimanendo ampia e poco scoscesa. I fondali tra 0 e 10 metri sono diventati con il tempo più scoscesi.
Nella seconda metà del ‘900 l’erosione della spiaggia emersa è divenuta via via più evidente e drammatica
Anche le nostre spiagge sono state interessate da opere rigide che hanno avuto nel tempo un effetto tutt’altro che positivo come la realizzazione del Porto di Ostia, la sistemazione dei moli a mare del Canale dei Pescatori ma anche la presenza dello stesso Pontile di Ostia.
Ad Ostia si si stima un'erosione di circa 250mila mc all'anno. Dal 1997 al 2013 sono stati spesi oltre 32 milioni di euro, così ripartiti:

PER ZONA
Ostia ponente    7.791.550
Ostia centro         2.757.559
Ostia levante     22.122.482
PER TIPO DI INTERVENTO
manutenzione scogliere              ( 9%,    3.097.298) ricostruzione spiagge                    (36%, 11.714.731) manutenzione spiagge                                (55%, 18.277.286)

In totale, ad Ostia, dal 1997 al 2013 sono stati portati 2,7 milioni di mc di sabbia: 1,1 per interventi ricostitutivi e 1,6 per interventi manutentivi.
Mentre ad Ostia Ponente i lavori si sono fermati (ad eccezione di 4 pennelli a mare, realizzati nel 2010 ma senza alcun apporto, come richiesto, di sabbia che ha portato al loro recente sfaldamento), per Ostia Levante si è progettato dal 1999 un piano di interventi che ha portato ad aprile 2012 al raggiungimento previsto di 70 ettari di spiaggia di cui circa 40 occupati dagli stabilimenti e 30 di spiaggia calpestabile.
Per mantenere questo rapporto negli anni a seguire, la Regione Lazio ha stimato che occorrono 75mila mc all'anno di sabbia. Di questi 75 mila mc, si pensa di riutilizzare le quantità provenienti dal dragaggio del Porto di Ostia (circa 15mila mc all'anno) e quelle del Canale dei Pescatori (circa 35mila mc all’anno). I criteri adottati per ‘fissare’ un ordinario intervento manutentivo e non uno straordinario intervento ricostitutivo per Ostia Levante, sono: considerare la linea storica di costa alla data del 1944 (non troppo discordante dall’attuale), aggiornare e approvare la Convenzione tra Regione e Comune stabilita nel 2000 in funzione dell’art.33 Legge Regionale 53 del 1998, stipulare delle Convenzioni tra Comune e Concessionari per affidare ai Concessionari gli oneri degli interventi, utilizzare sistemi avanzati per la gestione della manutenzione (Convenzioni con ARDIS, Concessioni di Servizi, ecc.) ancora però in fase di definizione.
Tutto questo, per garantire ai Concessionari un’ampiezza “utile” proporzionata alle loro attività turistiche, in funzione dell’approvazione del PUA (Piano di utilizzo dell’Arenile) e nello stesso tempo garantire una fascia di sicurezza per contrastare la tendenza erosiva e consentire il periodo di ricarica per l’apporto dei sedimenti.
Secondo la Regione Lazio, tutta Ostia avrebbe dunque bisogno di 100mila mc all’anno di sabbia da distribuire sui 10 km di arenile, vale a dire 10 metri cubi all’anno per ogni metro di fronte spiaggia, a un costo di 10 euro al metro cubo (100mila metri cubi, 1 milione di euro).

LE CRITICHE
Del fenomeno dell’erosione si comincia a parlare almeno dal dopoguerra:
Domenica, 22 luglio 1951 L’Unità, Cronaca di Roma, pag.2
«Ostia sta lentamente scomparendo. Ogni giorno il mare erode un pezzo di arenile, lasciando privi di spiaggia quegli stabilimenti sistemati lungo la zona dei 150 villini» (dall’Elmi fino ad Ostia Ponente)
Dalle fotografie aeree si possono avere informazioni sull’ampiezza della spiaggia emersa ma mancano i dati sulla spiaggia sommersa.

  1. Si parla di ‘erosione’ già nel 1951, ancor prima delle opere sul Tevere. Diga di Corbara (1957-59), tre traverse idroelettriche importanti a valle di Corbara: Ponte Felice (1961), Nazzano (1956) e Castel Giubileo (1952).
  2. Ininfluente la variazione del livello marino.
  3. L’azione dell’uomo è più incisiva e condizionante, per l’evoluzione della spiaggia, di qualunque mutamento naturale.
  4. L’erosione è presente in prossimità di elementi di disturbo al trasporto solido: il Porto di Ostia, il Pontile di Ostia e il Canale dei Pescatori.

Ferme restando le competenze della Regione Lazio è da considerare che Con Delibera di Assemblea Capitolina n. 18 del 18-19 aprile 2011 (=decentramento amministrativo) la gestione delle subdeleghe regionali del Demanio Marittimo (d.G.R. Lazio, n.1161 del 30 luglio 2001) sono di competenza dell’attuale Municipio X, che si definisce solo un semplice ‘operatore’ ma che in realtà, come ente amministrativo di maggiore prossimità al territorio, agisce come elemento di disturbo nelle decisioni finali da intraprendere, da una parte orientato a soddisfare gli interessi turistici balneari dei concessionari (che contribuiscono a tutte le campagne elettorali), dall’altra pressato dalla dimostrata presenza della malavita organizzata all’interno dei giri degli appalti.
Bisogna partire da un fatto, rilevato dal Ministero dell’Ambiente e cioè che il problema del litorale romano è dovuto ad opere antropiche su cui non si interviene essendo più conveniente (in termini politici e di appalti poco trasparenti) mantenere il problema della finta erosione:

I casi più recenti: ACMAR (=porto di Ostia) nell’ultimo ripascimento, Fegatelli e Regione Lazio, il caso della draga ferma al canale dei pescatori, il caso delle sabbie del canale dei pescatori e della Beton Lido.

ACCENNI

ACMAR, Giugno 2012: ripascimento spiagge Levante. Diversi pasticci costati 7 milioni di euro (imperizia durante i lavori, mancata applicazione prescrizione sicurezza bagnanti, ritardi senza penali).

Beton Lido, Canale dei Pescatori (2014): In Procura perché in possesso di autorizzazioni parziali e non si è limitata a posizionare la sabbia sugli argini, ma l’avrebbe trasportata perché venisse riutilizzata in altri processi produttivi



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