Ieri un pomeriggio denso di eventi ad Ostia. Presso l'Airport Palace Hotel, ad un'ora e mezza di distanza l'uno dall'altro, SEL XIII Municipio e PD XIII hanno tenuto due eventi. SEL quello su “Le mani delle mafie sul Litorale romano” e il PD sul "waterfront e sviluppo territoriale".
Dopo l'introduzione del consigliere municipale del PD, Antonio Caliendo, che ha ribadito il suo "basta con le Calippo Girls", il "sì alla pontenzialità dei giovani di questo territorio" e la ripresa dei "progetti interrotti come la Casa della Cultura", apre le danze una delle "migliori professionalità, per soddisfare gli interessi dei cittadini e della collettività" (come cita la presentazione su facebook dell'evento), l'Arch. Fabrizio Properzi.
Sostiene, a più riprese, di avere un'idea vaga di cosa sia il 'waterfront'. I progetti presentati da Alemanno "sono gli stessi di Lido di Roma 2015", "la perimetrazione è la stessa della STU", "bisogna applicare le politiche comunitarie per la valorizzazione del patrimonio marittimo" e prosegue con "nel mare di Lepanto si è deciso l'equilibrio tra Occidente ed Oriente" (già che c'era, nello sfoggio di erudizione, poteva citare anche la battaglia di Ostia dell’846, per rimanere in casa) e con "la sagra della tellina è un patrimonio per il litorale" (se è per questo anche il pinolo, di cui siamo ricchi). Peccato che di telline ce ne siano ormai rimaste ben poche, tant’è che alla sagra del borghetto dei pescatori rifilano le vongole. Sciorina i numeri del litorale da un vecchio rapporto di Litorale Spa (quello del 2005 sulla base dei dati 2001-2004, roba recentissima, non c'è che dire) e definisce di "infima, ripeto, infima qualità" gli insediamenti abusivi del litorale, con riferimento ovviamente all'Idroscalo.
Cita Marsiglia come esempio da seguire per Ostia, che ha goduto delle firme di archistar come Boeri, Fuksas e Ricciotti (dimenticandosi che il progetto veltroniano Lido di Roma 2015 prevedeva le due torri di Fuksas, le solite, quelle che propina da anni e ovunque, in Italia come all’estero, al motto di "concentrare l’insediamento in un’unica soluzione, uno spillo, una puntura" che fa coppia con l'altro suo motto “l’architettura iconica”, roba stradatata). Definisce Marsiglia "capitale europea della cultura per il 2012" prendendo una clamorossa toppa (le capitali della cultura nel 2012 sono Guimaraes (Portogallo) e Maribor (Slovenia). Marsiglia lo sarà nel 2013, insieme a Kosice (Slovacchia). Marsiglia tenta dunque l’operazione che Genova fece ormai nel lontano 2004 (ma agli italiani, si sà, piace essere esterofili), quando la città ligure fu il centro europeo della cultura per quell’anno. Genova fu sottoposta ad un significativo restyling urbanistico nella zona del Porto Vecchio. Cosa c’entri Marsiglia con Ostia non è dato sapere, visto che Marsiglia è gemellata con Genova, con cui condivide la sua natura industriale/marittima/cantieristica e che ha sofferto da un punto di vista urbanistico del processo di metropolizzazione del territorio e uno dei più importanti e urgenti problemi di integrazione sociale e culturale dovuti alla massiccia immigrazione di magrebini.
Properzi si interroga per l’ennesima volta, come se fosse un intercalare, sul perché parliamo di waterfront, "Che vuol dire? Non si capisce", ostinandosi a tradurlo "fronte mare” (perché non conosce evidentemente bene l’inglese, vista anche la pronuncia). Passa quindi a due slides tratte dal sito 'Progetto Millennium': "E' tutto quello che so" (beh, in realtà è disponibile amplissima documentazione anche all’info point del XIII Municipio). Apprezza del progetto di Alemanno (ma non è scopiazzato da quello di Veltroni?) solo il Polo della Nautica "perchè ha una sua logica" (beh, certo, lo apprezza perché è la SUA logica, essendo lui del gruppo Structura che ha progettato i nuovi cantieri della Canados per un importo di 53 milioni di euro … e quindi non può che definire di "infima, ripeto, infima qualità" gli insediamenti abusivi del litorale, con riferimento all'Idroscalo). Afferma che "il 50% della nautica sul Tevere è compatibile con le prescrizioni dell'ABT", l'Autorità di Bacino del Tevere. Peccato che l’ABT non lo sappia, anzi ha sempre affermato che sul Tevere non ci devono proprio stare le barche. Forse Properzi confonde l’ABT con l’ARDIS (l'Agenzia Regionale Difesa del Suolo) che non è uno 'stinco di santo' in tema Tevere. Insomma Properzi assomiglia a quello che dice che è fidanzato, ma lei non lo sa. E prosegue con "Ostia deve diventare non porta di Roma ma d'Europa" e mostra i suoi progetti nell'area centrale su Corso Duca di Genova (dove sempre Properzi sta facendo il progetto ex-Depot, guarda caso) e quello sulle piste ciclabili sul Canale dei Pescatori. Finalmente le slide a fondo bianco/grigino fuori moda (con inserti del simbolo infinto qua e là) finiscono, anche per effetto del rumoreggiare in sala della gente (numerosa non c'è che dire) che comincia a spazientirsi di sentir parlare di Marsiglia e non di Ostia e dell’intercalare su cosa significhi 'waterfront'.
Dopo gli interventi di Luca Capobianco (Ascom), che definisce il progetto di Alemanno un “progetto o strumento urbanistico nullo, senza alcuna concertazione con il territorio” e spara a zero contro il Centro Commerciale 'Esselunga'; e quello del consigliere del PD, Alessandro Paltoni, per il quale il “waterfront è comunque un'idea per far ripartire il territorio” e dice “no al nuovo ponte della Scafa, sì al suo raddoppio”; e quello di Ginetto Pugliè (Confesercenti) “stiamo parlando del nulla”, arriva la seconda “migliore professionalità”, l’arch. Giuliano Fausti.
Secondo il “massimo esperto”, la “riqualificazione di Ostia, prima conosciuta solo per il suo degrado (cita il film 'Amore Tossico'), parte con i tre poli”: la Meccanica Romana, il Porco dello Stagno (ops, volevo dire Parco dello Stagno) che definisce "un laboratorio sociale" (guardo caso ci ha lavorato) e infine quello del Porto Turistico. “Ci danno orgoglio”, afferma. Sono sull’orlo di una crisi di riso convulso: tre esempi di scandali e di facilitazioni amministrative che il nostro territorio abbia conosciuto negli ultimi 10 anni. Chiunque di voi potrà verificarlo semplicemente facendo una ricerca su google. Segue la sua autocelebrazione, con l’elenco (breve) delle sue 'opere architettoniche': la riqualificazione della fontana delle Poste a Ostia (in realtà è stato coinvolto marginalmente avendo curato solo l’allestimento della mostra) e l’edificio della Tirrena Auto. Illustra poi per grandi linee il Centro Commerciale Naturale di Piazza Anco Marzio, di cui è Presidente, nonché progettista (pro domo sua. Ricordiamo qui il 'lunare successo' di questo progetto LINK). Sostiene la necessità di cambiare l'immagine della città partendo prima dal contenuto e poi dalle forme e, per rimanere fedele a quanto appena affermato, subito propone un 'bel volume': il parcheggio a 3 livelli sotto viale della Marina e quello del centro direzionale (c.d. "piastra"). Insomma uno che se ne intende di mobilità: c'è un problema di traffico? Facciamo i parcheggi!. E come se non bastasse cala, come si dice in gergo, una serie di grattacieli scopiazzati da Citylife a Milano di Ligresti (insomma, roba innovativa) proprio sulla "piastra" centrale di Piazza della Stazione, al grido "devo poter andare in centro, presso il grande magazzino, e così andare ai piccoli negozi per non desertificare i centri storici". Mostra come proposta, per la slide della piastra, il MAXXI, come grande opera di richiamo. Ed è un tripudio di “provocazioni”, come le definisce lui stesso, perché “la città cambia, è in working progress, bisogna gestire la trasformazione. Se ci fossero state le leggi attuali avremmo ancora la basilica costantiniana e non San Pietro, così come il portale di Santa Maria Maggiore”. Dunque, via i vincoli paesistici, lacci e lacciuli che non consentono opere grandi e grandi opere, l’espressione del genio, insomma. Per un attimo ho pensato che stesse parlando Ciocchetti, se non fosse stato per la inconfondibile voce garula e in crisi di apnea del "genio architetto". E aggiunge “quando vedete una persona anziana, ricordate che è stata giovane", quindi il vecchio è vecchio perché si è trasformato e ha gestito la sua crescita, pertanto basta gestire le trasformazioni … Parbleau! Mostra quindi la sua visione per l'area del pontile, asserendo che “il pontile è fuori asse” (è sempre stato un problema cruciale lo strabismo di Venere) e che “l'esedra laterale è troppo piccola” (mannaggia, come faremo ora?). E conclude con banalità e ovvietà tipo “serve un intervento di ricucitura urbana”, senza mai dire come, o citazioni quali “l'architettura è un gioco sapiente” di Le Corbusier (da bravo "Howard Roark", come ama definirsi, de ‘noatri). Peccato che dimentichi di riportare la citazione per intero “l'architettura è un gioco sapiente di volumi sotto la luce”. Eh sì, l’urbanistica è proprio un problema di volumi sotto la luce, soprattutto ai giorni nostri!
Insomma, da Le-Panto a Le Corbusier, Le Citazione si sprecano … ma che c’azzecano verrebbe da dire?
Parafrasando Michelangelo Bonarroti, così caro al “genio architetto”, che davanti al suo Mosè lanciò il martello urlandogli “perché non parli”, veniva voglia di lanciare anche noi qualcosa e di urlare “Perché parli”.
Properzi e Fausti dunque sono i due rappresentanti tipici del nuovo che avanza, che hanno incarichi da anni, a prescindere che governi il centro destra o il centro sinistra, dunque “le migliori professionalità per soddisfare gli interessi dei cittadini”, come scrive il PD, quelli di cui e con cui non parlano mai e di cui non conoscono nulla.
Ma si sa, in queste occasioni la claque è d’obbligo e così Andrea Storri, segretario del PD XIII, inizia il suo intervento con “la mente è volata un pochino più alta oltre il tragico periodo che attraversa la nazione. Speriamo di risalire la china. Stasera abbiamo respirato aria fresca, idee nuove. Questa città non è più dei residenti ma dei cittadini”, condita da “servono nuove infrastrutture, l'entroterra è sempre più distante da Ostia. Non servono le grandi firme, valorizziamo i professionisti che hanno avuto modo di farsi apprezzare sul territorio” e "ringrazio l'UDC" ... e l'opposizione? Tutto questo mentre Properzi scherza con Fausti chiamandolo “fascista” perché una cittadina dell’Idroscalo osserva che Fausti lavora ora con il centrodestra.
Ci penserà Umberto Marroni, capogruppo PD in Consiglio di Roma Capitale, a risollevare la serata.
Non sono però passate inosservate le assenze tra i democratici, segno della cronica spaccatura tra le diverse "anime del partito", così come le assenze di 'molti', ad eccezione di Ginetto Pugliè, all’evento al piano di sopra di SEL sulle mafie nel Litorale, ma presenti in prima fila all’evento sul waterfront, dove hanno sfilato i soliti noti e non si è detto nulla di nuovo, non si è approfondito alcunché e addirittura si è glissato su alcuni argomenti, come ad esempio il raddoppio del Porto di Ostia, l’Idroscalo, i balneari, il Ponte della Scafa, la Via del Mare, la Roma-Lido, i canali ecc. ecc.
Mi sa che ha ragione Domenico Pizzuti: siamo di fronte ad una “politica che galleggia e senza risposte”, in ogni senso e in ogni dove, aggiumgo io.
Io non so più cosa pensare. Per portare avanti tesi precostituite è di moda portare paragoni strambi: visto che hanno rifatto San Pietro, allora rifacciamo Ostia! Dio solo sa cosa c'entra un desiderio cinque-seicentesco di affermare la centralità della Chiesa di Roma con i gravi problemi di un territorio che finora è stata terra di conquista di interessi forti di qualche imprenditore del litorale che tutto aveva in mente, tranne il tentativo di dare soluzioni a quei problemi. È amaro constatare che in queste proposte non c'è nessun tentativo di cambiare una pessima musica. Il ritornello stonato continua tale e quale anche se sono cambiati i suonatori.
RispondiEliminaLa scelta balzana di chiamare due architetti per mettere sul tavolo problemi intimamente legati all'Urbanistiuca è l'ennesima dimostrazione della mancanza di cultura da parte della nostra classe epolitica. I problemi di Ostia non si risolvono riempiendo i vuoti urbani con nuova architettura (e la qualità architettonica non c'entra, anzi è un cavallo di troia: se è sbagliato costruire un edificio, il fatto che questo edificio possa essere brutto o "de qualità" non cambia: l'errore rimane. Le soluzioni ai problemi di Ostia vanno trovate nella direzione di un generale riassetto urbanistico e della risposta alla pesante domanda (esigenza) di mobilità. E' come se uno va dall'idraulico perchè ha il mal di denti. Che c'entra? Appunto........