La c.d. questione morale è, anzitutto, difesa strenua e attaccamento ai valori della verità e della legalità. Dire bugie, quando si hanno responsabilità pubbliche, occultare verità o nascondersi dietro il proprio ruolo istituzionale, nel mediocre gioco dello scaricabarile, è una delle colpe e delle responsabilità moralmente più gravi e inaccettabili della politica italiana.
Nell’unica istituzione rimasta al centrosinistra nel Lazio, accade che un Assessore allo Sport e al Turismo della Provincia di Roma riesca a sbagliare tutto offrendo una pessima immagine di sé e dell’Istituzione che rappresenta, oltre che del partito al quale deve la sua carriera.
Nella ‘gelatinosa’ vicenda Balducci-Anemone che occupa quotidianamente la stampa, sono finiti anche gli appalti per i Mondiali di Nuoto Roma 09. Oltre allo scandalo dei circoli privati, si aggiungono quelli ancora più scandalosi degli impianti pubblici. La loro spesa è raddoppiata, portando l’ammontare, ad oggi, da 30 a 60 milioni di euro, soldi pubblici per impianti che, ad un anno di distanza, sono ancora chiusi e non terminati.
Mentre la Procura prosegue le sue indagini, l’Assessore Patrizia Prestipino inscena uno spettacolino deprecabile sul web con un Comitato di cittadini del XIII Municipio, che da oltre due anni porta avanti una battaglia di legalità e trasparenza sugli impianti pubblici e privati sorti per i Mondiali di Nuoto, a colpi di esposti e denunce e subendo minacce e ritorsioni. Il casus belli è stata la XIII edizione del Campionato italiano di nuoto in vasca corta riservato alle Polizie municipali, tenutosi al Polo natatorio di Ostia il 15 e 16 maggio. Con un fax indirizzato alla Provincia, il Comitato chiede all’Assessore di rinunciare alla sua presenza. La Prestipino, “colta in flagranza di reato da legittimo impedimento”, risponde piccata, non via fax come era dovuto, ma sulla pagina di Facebook riservata ai veri amici, dunque nemmeno su quella ufficiale.
Riporto la risposta dell’Assessore e quella del Comitato Civico 2013:
a) la sottoscritta è vicina da anni al gruppo sportivo della PM, importante realtà sportiva del territorio (lo scorso anno ho patrocinato i campionati di basket dentro città futura); b) che non è competenza di un assessore provinciale interferire sulla scelta di location di una associazione sportiva la cui piscina, che doveva essere la sede originale dei campionati non è peraltro agibile x motivi tecnici c) che l'associazione x svolgere le gare ha avuto il permesso del comune di roma d) ricordo x ultimo e non ultimo che trattasi di vigili urbani cioè organi preposti al controllo della legalità, anche in ambito urbanistico, e quindi funzionari perfettamente consapevoli e responsabili delle proprie scelte. Detto questo la mia motivazione piu sportiva, legata al grande affetto che ho x il nuoto e i suoi valori e al distinguo che si deve fare rispetto a scandali ed illeciti vari che pure hanno colpito questo meraviglioso sport, è ben chiara nelle parole da me espresse ieri in conferenza stampa e sotto riportate.
Chi vuole avanzare polemiche sterili su questo concentri le proprie energie su battaglie più proficue a favore della legalità, x le quali mi troverà sempre schierata in prima linea. Da amministratore e cittadina".
Il Comitato risponde nuovamente via fax:
a) il fatto di essere “da anni vicina al GS della Polizia Municipale di Roma” non Le impedisce di avere una Sua opinione sulle loro scelte;
b) la piscina Battistelli (interna al GS della Polizia Municipale, Lungotevere Dante, 311) è ad oggi perfettamente agibile e comunque la scelta di andare a gareggiare presso il Polo Natatorio di Ostia risale a Marzo 2010;
c) l’impianto di Ostia non è stato concesso dal Comune di Roma come Lei sostiene, ma dalla F.I.N. (può chiedere ad Alberto Scolari, consigliere nazionale ASPMI per il settore nuoto);
d) Angelo Moretti, attuale comandante del XIII Gruppo della P.M., fino al 29.01.2009 era comandante del IV Gruppo della P.M., competente sul centro sportivo del Salaria Sport Village (sequestrato per abusi ediliizi): è ancora così certa che i Vigili Urbani come “organi preposti al controllo della legalità, anche in ambito urbanistico” siano infallibili ?
Sul Polo Natatorio di Ostia (costato il doppio e ancora chiuso, progettato dall’Arch. Zampolini) c’è una ricca letteratura. Avrebbe dovuto leggerla: forse anche Lei avrebbe potuto partecipare alle NOSTRE battaglie “a favore della legalità”.
Come ha scritto un cittadino “che la manifestazione dei VV.UU. si sia svolta in una location senza le dovute ‘carte in regola’ è semplicemente ridicolo quando non scandaloso, così come la risposta dell'Assessore, al limite dell'indecenza. E’ come se il capo della polizia ed il comandante della guardia costiera andassero a cena da un clandestino mangiando datteri di mare e fumando sigari di contrabbando solo perché sono estimatori di quel cibo e di quei sigari”.
Eh sì, caro Assessore. Affermare, come ha fatto alle agenzie di stampa, che si deve partecipare perché “il nuoto non si può non amare” la dice lunga sulla degenerazione della politica e di quanto essa sia lontanissima dai cittadini. E’ una questione morale, quella di cui si riempiono la bocca i partiti, ma che è troppo spesso vuota di contenuto.
Un nuovo rapporto tra etica e politica è inderogabile. I valori di legalità, di trasparenza, di verità debbono essere primari. Poi si dovrebbero aggiungere anche un po’ di indignazione e di azione. Se nel PD non siamo in grado di promuovere una nuova ‘religione civile’, non usciremo mai dalla “gelatina marroncina” nella quale nuotano indistintamente tutti i partiti. Dobbiamo dire e dimostrare che una politica diversa è possibile. Le sue parole invece non lasciano alcuna speranza.
giovedì 20 maggio 2010
No al federalismo demaniale, senza demagogia o pressapochismi.
Ieri è stato approvato a maggioranza il parere sul primo decreto che trasferisce i beni demaniali dello stato agli enti locali: 17 sì (Pdl, Lega, Svp e Idv), 3 contrari (Udc/Api) e 10 astenuti del Pd. Oggi pomeriggio il cosiddetto “federalismo demaniale” sarà approvato anche dal consiglio dei ministri e si avvierà un gigantesco processo di trasferimento politico ed economico dal quale tornare indietro sarà molto difficile.
Molti i commenti, tra cui quello di Causi, che spiega, attraverso il suo blog, le ragioni dell’astensione del PD.
Personalmente da molti mesi porto avanti una battaglia contro il federalismo demaniale (marittimo e idrico) senza demagogia o pressapochismi. L’argomento è complesso e meriterebbe di essere trattato punto per punto, cosa che richiede tempo e spazio. Mi preme però far notare un punto fondamentale che è l’errore alla base di tutta l’operazione sul federalismo: Siccome lo Stato gestisce male il bene pubblico demaniale, lo aliena agli enti di prossimità, spezzettandolo e modificandone la destinazione urbanistica, derogando alla pianificazione, affinché venga finalmente valorizzato economicamente.
Vi prego di rileggere questa frase, più volte, perché il nodo e la gravità di quanto sta accadendo è tutta qui. Sinteticamente potrei cavarmela con una battuta: siccome la mia azienda è in perdita risolvo il problema VENDENDO l'azienda a chi l’ha amministrata male sino ad ora! In pratica siccome non sono stato in grado di “valorizzare economicamente” il bene pubblico lo vendo. Stiamo però parlando di beni demaniali che sono stati considerati sino a ieri costituzionalmente inalienabili e imprescrittibili perché, per la loro natura, soddisfano in modo diretto un bisogno pubblico nazionale, non regionale o localistico. E’ il caso del demanio marittimo (spiagge, porti, lido del mare, ecc.), di quello idrico, (fiumi, torrenti, laghi, ecc.). Sul demanio militare invece bisognerebbe fare un discorso a parte. L’abbiamo visto anche nell’ultima puntata di Report sulla questione delle spiagge: già oggi sono di fatto gestite dai privati in modo privatistico e non ‘rendono’ allo Stato per assenza di controllo.
Quindi, è come se lo Stato dicesse: siccome non sono in grado di controllare la mia cassaforte decido di vendere i miei beni, che sottolineo sono beni pubblici riconosciuti fondamentali!
Per cui, come giustamente commenta qualcuno, è pauroso il segnale politico e culturale che emerge da questa vicenda. La “valorizzazione economica” diventa l’obiettivo principe che cancella l’obiettivo della natura di quel bene.
Perché dunque il PD si accoda a questa visione neo-liberista del centrodestra disquisendo solo sulle modalità di dismissione e non sulla natura dei beni che andrebbe difesa proponendo un modello di gestione che preveda i controlli mai applicati ?
O ci aspettiamo, ad esempio, che Renato Papagni, Presidente dell’Assobalneari, una volta che le spiagge saranno date alla Polverini e ad Alemanno, venga redarguito perché non paga il canone ? Già oggi il Comune non esige da diversi balneari ciò che è dovuto, figuriamoci quando ne diventeranno proprietari, visto che rappresentano un bel pacchetto di voti ! E siccome le casse regionali e comunali sono vuote, cosa accadrà quando i balneari continueranno a non voler pagare gli aumenti della valorizzazione ? Cosa faranno la Polverini ed Alemanno? Invocheranno da papà Tremonti la calamità naturale per mancato pagamento o alzeranno le tasse ? Se i balneari fino ad oggi sono scesi in piazza, ricattando i partiti ogni volta che si è tentato di aumentare il canone irrisorio e di applicare le leggi europee, cosa accadrà dopo ? Le amministrazioni locali gli venderanno le spiagge per non sentirli più ? Forse che alcune categorie stanno spingendo l'operazione di "sdemanializzazione" solo perché così potranno chiedere estensioni delle concessioni trasformando defintivamente un bene demaniale in privato de facto? Forse che il PD si astiene proprio per questo motivo ?
Ci sarebbero molte altre cose da dire, ma chiudo con quest’ultimo pensiero di Edoardo Salzano: a nessuno (o a troppi pochi) viene in mente che il “federalismo”, predicato e praticato per dividere ciò che è unito, è una contraddizione in termini, e che la rottura dello stato unitario è una negazione della storia, dal Risorgimento alla resistenza e alla Costituzione, giustificata solo in alcuni dal rapace egoismo dei più ricchi e dei più ciechi rispetto al futuro, in altri dalla rassegnazione all’impossibilità di migliorare lo stato quale oggi doroteismo, craxismo e berlusconismo lo hanno ridotto.
http://www.facebook.com/note.php?saved&&suggest¬e_id=433648915268#!/notes/paula-filipe-de-jesus/mare-nostrum-cosa-nostra/432500780268
Di oggi la notizia su Corsera:
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/10_maggio_20/demanio-spiagge-affitto-fulloni-1703050012291.shtml
Molti i commenti, tra cui quello di Causi, che spiega, attraverso il suo blog, le ragioni dell’astensione del PD.
Personalmente da molti mesi porto avanti una battaglia contro il federalismo demaniale (marittimo e idrico) senza demagogia o pressapochismi. L’argomento è complesso e meriterebbe di essere trattato punto per punto, cosa che richiede tempo e spazio. Mi preme però far notare un punto fondamentale che è l’errore alla base di tutta l’operazione sul federalismo: Siccome lo Stato gestisce male il bene pubblico demaniale, lo aliena agli enti di prossimità, spezzettandolo e modificandone la destinazione urbanistica, derogando alla pianificazione, affinché venga finalmente valorizzato economicamente.
Vi prego di rileggere questa frase, più volte, perché il nodo e la gravità di quanto sta accadendo è tutta qui. Sinteticamente potrei cavarmela con una battuta: siccome la mia azienda è in perdita risolvo il problema VENDENDO l'azienda a chi l’ha amministrata male sino ad ora! In pratica siccome non sono stato in grado di “valorizzare economicamente” il bene pubblico lo vendo. Stiamo però parlando di beni demaniali che sono stati considerati sino a ieri costituzionalmente inalienabili e imprescrittibili perché, per la loro natura, soddisfano in modo diretto un bisogno pubblico nazionale, non regionale o localistico. E’ il caso del demanio marittimo (spiagge, porti, lido del mare, ecc.), di quello idrico, (fiumi, torrenti, laghi, ecc.). Sul demanio militare invece bisognerebbe fare un discorso a parte. L’abbiamo visto anche nell’ultima puntata di Report sulla questione delle spiagge: già oggi sono di fatto gestite dai privati in modo privatistico e non ‘rendono’ allo Stato per assenza di controllo.
Quindi, è come se lo Stato dicesse: siccome non sono in grado di controllare la mia cassaforte decido di vendere i miei beni, che sottolineo sono beni pubblici riconosciuti fondamentali!
Per cui, come giustamente commenta qualcuno, è pauroso il segnale politico e culturale che emerge da questa vicenda. La “valorizzazione economica” diventa l’obiettivo principe che cancella l’obiettivo della natura di quel bene.
Perché dunque il PD si accoda a questa visione neo-liberista del centrodestra disquisendo solo sulle modalità di dismissione e non sulla natura dei beni che andrebbe difesa proponendo un modello di gestione che preveda i controlli mai applicati ?
O ci aspettiamo, ad esempio, che Renato Papagni, Presidente dell’Assobalneari, una volta che le spiagge saranno date alla Polverini e ad Alemanno, venga redarguito perché non paga il canone ? Già oggi il Comune non esige da diversi balneari ciò che è dovuto, figuriamoci quando ne diventeranno proprietari, visto che rappresentano un bel pacchetto di voti ! E siccome le casse regionali e comunali sono vuote, cosa accadrà quando i balneari continueranno a non voler pagare gli aumenti della valorizzazione ? Cosa faranno la Polverini ed Alemanno? Invocheranno da papà Tremonti la calamità naturale per mancato pagamento o alzeranno le tasse ? Se i balneari fino ad oggi sono scesi in piazza, ricattando i partiti ogni volta che si è tentato di aumentare il canone irrisorio e di applicare le leggi europee, cosa accadrà dopo ? Le amministrazioni locali gli venderanno le spiagge per non sentirli più ? Forse che alcune categorie stanno spingendo l'operazione di "sdemanializzazione" solo perché così potranno chiedere estensioni delle concessioni trasformando defintivamente un bene demaniale in privato de facto? Forse che il PD si astiene proprio per questo motivo ?
Ci sarebbero molte altre cose da dire, ma chiudo con quest’ultimo pensiero di Edoardo Salzano: a nessuno (o a troppi pochi) viene in mente che il “federalismo”, predicato e praticato per dividere ciò che è unito, è una contraddizione in termini, e che la rottura dello stato unitario è una negazione della storia, dal Risorgimento alla resistenza e alla Costituzione, giustificata solo in alcuni dal rapace egoismo dei più ricchi e dei più ciechi rispetto al futuro, in altri dalla rassegnazione all’impossibilità di migliorare lo stato quale oggi doroteismo, craxismo e berlusconismo lo hanno ridotto.
http://www.facebook.com/note.php?saved&&suggest¬e_id=433648915268#!/notes/paula-filipe-de-jesus/mare-nostrum-cosa-nostra/432500780268
Di oggi la notizia su Corsera:
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/10_maggio_20/demanio-spiagge-affitto-fulloni-1703050012291.shtml
martedì 18 maggio 2010
lunedì 17 maggio 2010
Mare Nostrum, Cosa Nostra.
"Mare nostrum!" è il titolo della trasmissione di Report andata in onda ieri sera.
Una buona puntata, un po’ deludente per chi Ostia la conosce. 40 minuti di ordinaria ingiustizia sociale, indignazione dei telespettatori che svanirà nello spazio di pochi giorni e nel silenzio generale della politica. Non leggeremo comunicati stampa di partito, né tanto meno assisteremo ad un’azione della Procura. Il problema vero infatti non è stato nemmeno sfiorato nell’inchiesta. Non si citano le ordinanze di demolizione dei fabbricati abusivi costruiti sulla spiaggia e mai eseguite; l’equiparazione degli affitti demaniali agli affitti di un immobile, motivo per cui non è possibile ricorrere al TAR, ma solo alla giustizia ordinaria, dove, guarda caso, è competente il Tribunale di Ostia, che in più sentenze ha dato ragione ai balneari. Non si accenna al fatto che non solo pagano poco, ma spesso non pagano in virtù sempre delle sentenze del Tribunale di “prossimità”, e, nella confusione legislativa e di chi controlla cosa, l’alibi è sempre dietro l’angolo.
Chi abita ad Ostia lo sa che le domande più dure erano altre, quelle scomode, quelle che non fa nessuno e che forse ci saremmo aspettati da una trasmissione coraggiosa come Report.
Alcuni esempi. I balneari, come ben evidenzia Report, ricevono grossi favori, dalla legge e da chi è preposto al controllo. Favori che non sono la causa, ma l’effetto. Solo ad Ostia ci sono circa 76 stabilimenti che in un anno eludono all’incirca 100 milioni di euro. Dove finisce tutta questa liquidità ? I balneari posseggono non solo discoteche, ma porti, centri commerciali, squadre ed impianti sportivi, autosaloni, ipermercati e alcuni svolgono attività di prestito di danaro ... e molto altro ancora.
Sono la più grande azienda di un territorio che ospita l'unica scuola di Polizia Tributaria in Italia.
Così come è noto, e lo dice in modo fumoso tra le righe Visco, che finanziano le campagne elettorali dei partiti, come ebbe a confermarlo anche Mokbel nell’inchiesta che vedeva coinvolto Fasciani. Così come tutti sanno ad Ostia che le infiltrazioni mafiose negli stabilimenti è fenomeno datato.
E’ una lobby, molto potente, che siede anche in Confindustria, che riceve enormi favori e non solo leggi “favorevoli”, in grado persino di “ovattare” i dati sull’inquinamento del mare con la compiacenza di associazioni ambientaliste.
Mancano dunque all’appello dell’inchiesta molte domande scomode, ad esempio al Comune, alla Regione e alla Provincia, sul perché il Comune di Roma porti via persino le alghe a spese dei cittadini; sul perché la Provincia di Roma abbia privilegiato di dare gli hotspot del wi-fi agli stabilimenti balneari invece che ai cittadini del XIII Municipio che non possono avere una connessione ADSL; sul perché ad esempio l’ex assessore all’ambiente della giunta Marrazzo gli abbia persino concesso i pannelli fotovoltaici e non li abbia dati alle scuole del XIII Municipio.
E’ la terza puntata nel giro di tre anni che Report dedica al XIII Municipio. Purtroppo non accadrà quanto invece avvenuto per le Terrazze del Presidente: la Procura non aprirà un’inchiesta, così come il Presidente del Municipio, G. Vizzani, non scriverà un comunicato stampa scandalizzato per l’immagine offerta di Ostia come invece fece con il Telefilm “Tutti per Bruno”.
Chi abita ad Ostia lo sa: se Renato Papagni, Presidente dell’Assobalneari, parla così tranquillamente davanti alle telecamere di Report è perché sa che se lo può permettere, a differenza di quanto fece quando venne filmato dalle Iene per l’affaire Polo Natatorio.
Ad Ostia lo sanno tutti che mare nostrum è cosa nostra.
Una buona puntata, un po’ deludente per chi Ostia la conosce. 40 minuti di ordinaria ingiustizia sociale, indignazione dei telespettatori che svanirà nello spazio di pochi giorni e nel silenzio generale della politica. Non leggeremo comunicati stampa di partito, né tanto meno assisteremo ad un’azione della Procura. Il problema vero infatti non è stato nemmeno sfiorato nell’inchiesta. Non si citano le ordinanze di demolizione dei fabbricati abusivi costruiti sulla spiaggia e mai eseguite; l’equiparazione degli affitti demaniali agli affitti di un immobile, motivo per cui non è possibile ricorrere al TAR, ma solo alla giustizia ordinaria, dove, guarda caso, è competente il Tribunale di Ostia, che in più sentenze ha dato ragione ai balneari. Non si accenna al fatto che non solo pagano poco, ma spesso non pagano in virtù sempre delle sentenze del Tribunale di “prossimità”, e, nella confusione legislativa e di chi controlla cosa, l’alibi è sempre dietro l’angolo.
Chi abita ad Ostia lo sa che le domande più dure erano altre, quelle scomode, quelle che non fa nessuno e che forse ci saremmo aspettati da una trasmissione coraggiosa come Report.
Alcuni esempi. I balneari, come ben evidenzia Report, ricevono grossi favori, dalla legge e da chi è preposto al controllo. Favori che non sono la causa, ma l’effetto. Solo ad Ostia ci sono circa 76 stabilimenti che in un anno eludono all’incirca 100 milioni di euro. Dove finisce tutta questa liquidità ? I balneari posseggono non solo discoteche, ma porti, centri commerciali, squadre ed impianti sportivi, autosaloni, ipermercati e alcuni svolgono attività di prestito di danaro ... e molto altro ancora.
Sono la più grande azienda di un territorio che ospita l'unica scuola di Polizia Tributaria in Italia.
Così come è noto, e lo dice in modo fumoso tra le righe Visco, che finanziano le campagne elettorali dei partiti, come ebbe a confermarlo anche Mokbel nell’inchiesta che vedeva coinvolto Fasciani. Così come tutti sanno ad Ostia che le infiltrazioni mafiose negli stabilimenti è fenomeno datato.
E’ una lobby, molto potente, che siede anche in Confindustria, che riceve enormi favori e non solo leggi “favorevoli”, in grado persino di “ovattare” i dati sull’inquinamento del mare con la compiacenza di associazioni ambientaliste.
Mancano dunque all’appello dell’inchiesta molte domande scomode, ad esempio al Comune, alla Regione e alla Provincia, sul perché il Comune di Roma porti via persino le alghe a spese dei cittadini; sul perché la Provincia di Roma abbia privilegiato di dare gli hotspot del wi-fi agli stabilimenti balneari invece che ai cittadini del XIII Municipio che non possono avere una connessione ADSL; sul perché ad esempio l’ex assessore all’ambiente della giunta Marrazzo gli abbia persino concesso i pannelli fotovoltaici e non li abbia dati alle scuole del XIII Municipio.
E’ la terza puntata nel giro di tre anni che Report dedica al XIII Municipio. Purtroppo non accadrà quanto invece avvenuto per le Terrazze del Presidente: la Procura non aprirà un’inchiesta, così come il Presidente del Municipio, G. Vizzani, non scriverà un comunicato stampa scandalizzato per l’immagine offerta di Ostia come invece fece con il Telefilm “Tutti per Bruno”.
Chi abita ad Ostia lo sa: se Renato Papagni, Presidente dell’Assobalneari, parla così tranquillamente davanti alle telecamere di Report è perché sa che se lo può permettere, a differenza di quanto fece quando venne filmato dalle Iene per l’affaire Polo Natatorio.
Ad Ostia lo sanno tutti che mare nostrum è cosa nostra.
sabato 15 maggio 2010
PD XIII Municipio: "mantenuto impegno preso con Alemanno, Vizzani e Fini"
Alla fine è giunta l'ammissione scritta dei dirigenti del PD: all'opposizione nel XIII Municipio c'è Davide Bordoni (F.I.). Finalmente una presa di posizione: il PD XIII sta con la maggioranza al potere, o meglio con il Presidente aennino.
Doveva essere una semplice prassi la rielezione del presidente della commissione decentramento, dopo la sostituzione di due membri. E invece si è trasformata in un dramma per il PD, che poi invia alla stampa un papiro delirante, al limite della follia, che non ha bisogno di ulteriori commenti.
MUNICIPIO XIII, PD: "SCEGLIEREMO RAPPRESENTANTI IN AUTONOMIA"
(OMNIROMA) Roma, 14 mag - "Il partito democratico non si fa
intimidire e continuerà a scegliere in autonomia i propri
rappresentanti". Così in una nota congiunta del coordinatore del
Partito Democratico del XIII municipio, Giuliano Droghei, del
capogruppo Pd in XIII Andrea Tassone e del consigliere Pd
Alessandro Paltoni, "dopo il buco nell'acqua delle votazioni di
stamani per nominare il presidente della Commissione
Decentramento".
"Per come sono andate le cose - afferma Paltoni - fino a oggi
siamo stati noi a portare avanti l'accordo con il comune per il
decentramento amministrativo del XIII municipio, una manovra
fondamentale per far decollare questo territorio. Siamo stati
noi finora i garanti di questo strumento. E adesso, per meri
interessi di correnti interne al Pdl, che non vogliono
evidentemente riconoscere Vizzani come il presidente eletto dal
popolo, si rischia di perdere quest'occasione. Questa mattina
infatti si doveva votare per la nomina di presidente della
Commissione decentramento e il Pdl, lasciando tre schede bianche
(e 2 a favore del sottoscritto), ha di fatto impedito la buona
riuscita della votazione, dunque dovremo riaffrontare il voto la
prossima settimana - precisa Paltoni -. Anche nel 2009, se non
fosse stato per il Pd, la delibera sul decentramento in
Municipio non sarebbe passata (8 voti a favore arrivarono
appunto dal Pd). Noi abbiamo portato avanti l'impegno politico
per garantire il Decentramento, preso insieme ad Alemanno,
Vizzani e Fini, mentre il Pdl di fatto vorrebbe impedirlo.
Ringrazio invece i colleghi del Pd presenti in aula oggi, il
capogruppo Tassone, Spanò, Belmonte, Caliendo, Bergamini e Sesa
(in tutto 6 escluso il sottoscritto)".
"Abbiamo capito chi comanda nella maggioranza del Pdl in XIII -
afferma il capogruppo Pd Andrea Tassone - In quanto la
commissione decentramento che Alemanno e Vizzani avevano
lasciato gestire all'opposizione, per controllare e
implementare, a tutt'oggi è di fatto bloccata, in quanto alcuni
esponenti in seno ad una determinata forza politica, sono
contrari all'idea che il XIII diventi il primo Municipio di Roma
con poteri reali, più autonomo da Roma quindi. Questo è lo stato
di salute di una maggioranza frastagliata e inconcludente che
per due anni non ha fatto nulla per per milgiorare la qualità
della vita dei cittadini. la volontà ben definita di questa
parte della maggioranza è che il vero potere sia accentrato da
alcuni esponenti comunali, facendo in modo che i delegati a
governare questo territorio in realtà non "tocchino mai palla",
in pratica delegittimandoli".
"In aula dobbiamo eleggere in base alle indicazioni del nostro
gruppo politico, nessun altro può decidere per noi - aggiunge
il coordinatore del Pd nel XIII municipio, Giuliano Droghei - La
commissione Decentramento è stata in pratica affidata
all'opposizione per garantirne la trasparenza e il controllo,
quindi noi non dobbiamo ascoltare le idee o le indicazioni di
nessun altro. Ribadiamo che Paltoni, che ha ricoperto finora il
ruolo di presidente della commissione decentramento, per noi già
rappresenta la scelta migliore".
Doveva essere una semplice prassi la rielezione del presidente della commissione decentramento, dopo la sostituzione di due membri. E invece si è trasformata in un dramma per il PD, che poi invia alla stampa un papiro delirante, al limite della follia, che non ha bisogno di ulteriori commenti.
MUNICIPIO XIII, PD: "SCEGLIEREMO RAPPRESENTANTI IN AUTONOMIA"
(OMNIROMA) Roma, 14 mag - "Il partito democratico non si fa
intimidire e continuerà a scegliere in autonomia i propri
rappresentanti". Così in una nota congiunta del coordinatore del
Partito Democratico del XIII municipio, Giuliano Droghei, del
capogruppo Pd in XIII Andrea Tassone e del consigliere Pd
Alessandro Paltoni, "dopo il buco nell'acqua delle votazioni di
stamani per nominare il presidente della Commissione
Decentramento".
"Per come sono andate le cose - afferma Paltoni - fino a oggi
siamo stati noi a portare avanti l'accordo con il comune per il
decentramento amministrativo del XIII municipio, una manovra
fondamentale per far decollare questo territorio. Siamo stati
noi finora i garanti di questo strumento. E adesso, per meri
interessi di correnti interne al Pdl, che non vogliono
evidentemente riconoscere Vizzani come il presidente eletto dal
popolo, si rischia di perdere quest'occasione. Questa mattina
infatti si doveva votare per la nomina di presidente della
Commissione decentramento e il Pdl, lasciando tre schede bianche
(e 2 a favore del sottoscritto), ha di fatto impedito la buona
riuscita della votazione, dunque dovremo riaffrontare il voto la
prossima settimana - precisa Paltoni -. Anche nel 2009, se non
fosse stato per il Pd, la delibera sul decentramento in
Municipio non sarebbe passata (8 voti a favore arrivarono
appunto dal Pd). Noi abbiamo portato avanti l'impegno politico
per garantire il Decentramento, preso insieme ad Alemanno,
Vizzani e Fini, mentre il Pdl di fatto vorrebbe impedirlo.
Ringrazio invece i colleghi del Pd presenti in aula oggi, il
capogruppo Tassone, Spanò, Belmonte, Caliendo, Bergamini e Sesa
(in tutto 6 escluso il sottoscritto)".
"Abbiamo capito chi comanda nella maggioranza del Pdl in XIII -
afferma il capogruppo Pd Andrea Tassone - In quanto la
commissione decentramento che Alemanno e Vizzani avevano
lasciato gestire all'opposizione, per controllare e
implementare, a tutt'oggi è di fatto bloccata, in quanto alcuni
esponenti in seno ad una determinata forza politica, sono
contrari all'idea che il XIII diventi il primo Municipio di Roma
con poteri reali, più autonomo da Roma quindi. Questo è lo stato
di salute di una maggioranza frastagliata e inconcludente che
per due anni non ha fatto nulla per per milgiorare la qualità
della vita dei cittadini. la volontà ben definita di questa
parte della maggioranza è che il vero potere sia accentrato da
alcuni esponenti comunali, facendo in modo che i delegati a
governare questo territorio in realtà non "tocchino mai palla",
in pratica delegittimandoli".
"In aula dobbiamo eleggere in base alle indicazioni del nostro
gruppo politico, nessun altro può decidere per noi - aggiunge
il coordinatore del Pd nel XIII municipio, Giuliano Droghei - La
commissione Decentramento è stata in pratica affidata
all'opposizione per garantirne la trasparenza e il controllo,
quindi noi non dobbiamo ascoltare le idee o le indicazioni di
nessun altro. Ribadiamo che Paltoni, che ha ricoperto finora il
ruolo di presidente della commissione decentramento, per noi già
rappresenta la scelta migliore".
venerdì 14 maggio 2010
I volenterosi carnefici del XIII Municipio.
Finti smascheramenti di inciuci tra destra e sinistra dei depositari del verbo di sinistra. Prese di distanze, per evitare imbarazzi, dai "mejo" per gli "Amici" (quelli "con la A maiuscola"). Gente che urla quotidianamente contro i neo-fascisti e poi siedono alla loro tavola per ottenere quattro baiocchi all’olio di ricino, come i finti partigiani dell’ultima ora, che nulla hanno da dire sullo stato di polizia. Riformisti, combattenti, rivoluzionari in salamoia. Va in onda l’incoerenza e l'inconsistenza del cretino a sinistra.
La verità è sempre scomoda per i mediocri e i deboli. Sono loro la vera vergogna di questo paese. Perché il cinico non si nasconde mai.
Gli stessi che urlano ad “Alemanno fascista” e alla "dittatura", sono coloro che elemosinano i soldi del tiranno per organizzare, ad esempio, un evento su due ruote. Che si scandalizzano per soldi pubblici affidati in modo diretto agli amici del nemico e poi invitano quegli amici in casa loro. Pecunia non olet, nemmeno ai finti intransigenti di sinistra. Che poi scendono in piazza con le sciarpe viola, al grido grillino del “vaffanculo”. (Ma vacci tu!).
Sono loro che riducono le responsabilità del marcio di questo paese ad un gruppo di imprenditori e ad una classe politica, quando sono i primi a puzzare di marcio.
Troppo semplice, caro compagno, caro amico (con la a minuscola). Sono stanca di questa presentazione di un popolo come involontario e inconsapevole strumento nelle mani del potere politico-imprenditoriale-mafioso. La stragrande maggioranza del popolo appoggia con i suoi comportamenti la cloaca di corruzione, a partire dal "popolo" che si definisce di sinistra di questo corrotto municipio di Roma.
Sono, come ebbe a scrivere Bocca su Fini, i tipici carrieristi sfigati che urlano alla difesa delle forme della democrazia, ma nella sostanza permettono al sultano di continuare a governare.
E’ facile essere onesti quando non c’è nulla da rubare.
Non è un melodramma. E’ semplicemente la squallida realtà. Quella di un massa di disperati senza dignità.
Mia nonna, che è morta a 52 anni per le schegge alla testa dei nazisti, quando gli inglesi, che erano nostri alleati, buttavano il resto del rancio per terra affinché il “popolo” italiano, che affamato elemosinava cibo, lo potesse raccattare nel lordume della terra, gli sputò in faccia dicendo “Meglio le cipolle" e, aggiungo io, che essere vigliacchi.
La verità è sempre scomoda per i mediocri e i deboli. Sono loro la vera vergogna di questo paese. Perché il cinico non si nasconde mai.
Gli stessi che urlano ad “Alemanno fascista” e alla "dittatura", sono coloro che elemosinano i soldi del tiranno per organizzare, ad esempio, un evento su due ruote. Che si scandalizzano per soldi pubblici affidati in modo diretto agli amici del nemico e poi invitano quegli amici in casa loro. Pecunia non olet, nemmeno ai finti intransigenti di sinistra. Che poi scendono in piazza con le sciarpe viola, al grido grillino del “vaffanculo”. (Ma vacci tu!).
Sono loro che riducono le responsabilità del marcio di questo paese ad un gruppo di imprenditori e ad una classe politica, quando sono i primi a puzzare di marcio.
Troppo semplice, caro compagno, caro amico (con la a minuscola). Sono stanca di questa presentazione di un popolo come involontario e inconsapevole strumento nelle mani del potere politico-imprenditoriale-mafioso. La stragrande maggioranza del popolo appoggia con i suoi comportamenti la cloaca di corruzione, a partire dal "popolo" che si definisce di sinistra di questo corrotto municipio di Roma.
Sono, come ebbe a scrivere Bocca su Fini, i tipici carrieristi sfigati che urlano alla difesa delle forme della democrazia, ma nella sostanza permettono al sultano di continuare a governare.
E’ facile essere onesti quando non c’è nulla da rubare.
Non è un melodramma. E’ semplicemente la squallida realtà. Quella di un massa di disperati senza dignità.
Mia nonna, che è morta a 52 anni per le schegge alla testa dei nazisti, quando gli inglesi, che erano nostri alleati, buttavano il resto del rancio per terra affinché il “popolo” italiano, che affamato elemosinava cibo, lo potesse raccattare nel lordume della terra, gli sputò in faccia dicendo “Meglio le cipolle" e, aggiungo io, che essere vigliacchi.
giovedì 6 maggio 2010
De Jesus, LabUr: ombre pesantissime sui Mondiali di Nuoto Roma '09 anche ad Ostia
Commissione Europea: l’aggiudicazione del Polo Natatorio di Ostia non è mai stata pubblicata. "Incompatibile con le norme europee". E intanto il Polo da 26 milioni di euro rimane incompleto e chiuso.
L’interrogazione alla Commissione Europea dell’europarlamentare IDV Niccolò Rinaldi sull’appalto pubblico del Polo Natatorio di Ostia per i Mondiali di Nuoto Roma ‘09, ha confermato quanto da noi dichiarato da mesi: l’aggiudicazione dell’appalto non è stata mai pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea (GUCE), cosa che “non è compatibile con le norme europee in materia di appalti e concessioni”.
Questo fatto è di una gravità inaudita e getta un’ombra pesantissima sull’intera vicenda, soprattutto alla luce delle inchieste in corso, che vedono coinvolti, anche sul Polo Natatorio di Ostia, il Commissario Claudio Rinaldi e l’Arch. Angelo Zampolini, progettista esecutivo del Polo Natatorio di Ostia e protagonista delle dimissioni del ministro Scajola.
Sull’aggiudicazione di questa gara d’appalto abbiamo sollevato più volte delle fortissime perplessità già ai tempi dell’apertura delle buste, alla quale eravamo presenti, inerenti il balletto sia della ditta aggiudicataria, sia dei sub-appalti, sia dei tempi di aggiudicazione.
Una cosa è certa: ad oggi il polo natatorio di Ostia non è terminato e non è mai stato aperto al pubblico, come invece promesso anche da Alemanno più volte. Da alcuni giorni il cantiere del polo sembra completamente abbandonato dalla ditta appaltatrice. Non si sa nulla nemmeno della causa intentata dalla Marziali nei confronti della FIN per mancato pagamento di oltre 8 milioni di euro, invece inspiegabilmente inclusi nelle previsioni di bilancio del Comune di Roma. Così come non è mai stato giustificato il raddoppio dei costi dell’impianto, passato da 13 milioni a oltre 26 milioni di euro.
L’interrogazione alla Commissione Europea dell’europarlamentare IDV Niccolò Rinaldi sull’appalto pubblico del Polo Natatorio di Ostia per i Mondiali di Nuoto Roma ‘09, ha confermato quanto da noi dichiarato da mesi: l’aggiudicazione dell’appalto non è stata mai pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea (GUCE), cosa che “non è compatibile con le norme europee in materia di appalti e concessioni”.
Questo fatto è di una gravità inaudita e getta un’ombra pesantissima sull’intera vicenda, soprattutto alla luce delle inchieste in corso, che vedono coinvolti, anche sul Polo Natatorio di Ostia, il Commissario Claudio Rinaldi e l’Arch. Angelo Zampolini, progettista esecutivo del Polo Natatorio di Ostia e protagonista delle dimissioni del ministro Scajola.
Sull’aggiudicazione di questa gara d’appalto abbiamo sollevato più volte delle fortissime perplessità già ai tempi dell’apertura delle buste, alla quale eravamo presenti, inerenti il balletto sia della ditta aggiudicataria, sia dei sub-appalti, sia dei tempi di aggiudicazione.
Una cosa è certa: ad oggi il polo natatorio di Ostia non è terminato e non è mai stato aperto al pubblico, come invece promesso anche da Alemanno più volte. Da alcuni giorni il cantiere del polo sembra completamente abbandonato dalla ditta appaltatrice. Non si sa nulla nemmeno della causa intentata dalla Marziali nei confronti della FIN per mancato pagamento di oltre 8 milioni di euro, invece inspiegabilmente inclusi nelle previsioni di bilancio del Comune di Roma. Così come non è mai stato giustificato il raddoppio dei costi dell’impianto, passato da 13 milioni a oltre 26 milioni di euro.
Ci vuole coraggio
Scusate, ma proprio non capisco né i compagni, né gli amici a vario titolo.
Sarà che non sono “dell’ambiente”, sarà che sono inflessibile. Qualunque sia il motivo rimane il fatto che non comprendo certi commenti, né certi comportamenti, soprattutto in questo periodo storico.
C’è un bisogno fisiologico che la società tutta faccia pulizie di primavera per "l’avvenir".
Non capisco la moglie di Marrazzo. Che una moglie finga che il proprio marito possa “curarsi” dal piacere transessuale è la più grande menzogna che si possa raccontare da sola. Che una donna finga di non vedere l’abuso di potere a fini personali, e forse non solo, del proprio uomo, in un ruolo istituzionale, è al limite dell’indecenza. Che un essere umano non si ponga alcuna domanda quando ci sono di mezzo ben due omicidi e molte altre persone a vario titolo è raccapricciante. Che una credente possa continuare la sua vita come se tutto questo non esistesse è triste. Ci vuole coraggio. O lo lasci, per essere coerente con dei valori e per rispetto verso te stessa e i tuoi figli, o sei in qualche modo collusa e allora fai armi e bagagli e ricominciate in un luogo lontano. In fondo i soldi non vi mancano.
Non capisco i compagni e amici di partito che hanno pesantemente e qualche volta volgarmente insultato Di Pietro e Grillo per il loro toni e il modo di fare politica, assurgendosi a moralisti dell’ultima ora. Ma poi esultano per un volgare “vada a farsi fottere” dichiarando “Era ora. Finalmente qualcosa di sinistra”. Forse si riferivano a Evaristo, ma una domanda mi sorge spontanea: chi è la testa di cazzo? La volgarità non è né di destra, né di sinistra. E’ semplicemente volgarità per assenza di argomenti.
Non capisco i politici di tutti gli schieramenti. Quando vengono iscritti insieme ad altri nel registro degli indagati si sperticano nella difesa di ufficio dell’avversario politico. E non fanno l’unica cosa che dovrebbero fare: autosospendersi da ogni incarico pubblico che abbia attinenza con interessi generali.
Non capisco il “gioco di squadra” dei compagni dei politici indagati, nella finta solidarietà umana che assomiglia ad una scomposta reazione dettata dalla paura per se stessi, quando l’unica cosa che avrebbero dovuto scrivere era “dimettiti, perché noi abbiamo fiducia nelle istituzioni”.
Ci vuole coraggio, semplicemente coraggio per essere Uomini “alti”, per fare Politica “alta”, per dare l’esempio.
Sarà che non sono “dell’ambiente”, sarà che sono inflessibile. Qualunque sia il motivo rimane il fatto che non comprendo certi commenti, né certi comportamenti, soprattutto in questo periodo storico.
C’è un bisogno fisiologico che la società tutta faccia pulizie di primavera per "l’avvenir".
Non capisco la moglie di Marrazzo. Che una moglie finga che il proprio marito possa “curarsi” dal piacere transessuale è la più grande menzogna che si possa raccontare da sola. Che una donna finga di non vedere l’abuso di potere a fini personali, e forse non solo, del proprio uomo, in un ruolo istituzionale, è al limite dell’indecenza. Che un essere umano non si ponga alcuna domanda quando ci sono di mezzo ben due omicidi e molte altre persone a vario titolo è raccapricciante. Che una credente possa continuare la sua vita come se tutto questo non esistesse è triste. Ci vuole coraggio. O lo lasci, per essere coerente con dei valori e per rispetto verso te stessa e i tuoi figli, o sei in qualche modo collusa e allora fai armi e bagagli e ricominciate in un luogo lontano. In fondo i soldi non vi mancano.
Non capisco i compagni e amici di partito che hanno pesantemente e qualche volta volgarmente insultato Di Pietro e Grillo per il loro toni e il modo di fare politica, assurgendosi a moralisti dell’ultima ora. Ma poi esultano per un volgare “vada a farsi fottere” dichiarando “Era ora. Finalmente qualcosa di sinistra”. Forse si riferivano a Evaristo, ma una domanda mi sorge spontanea: chi è la testa di cazzo? La volgarità non è né di destra, né di sinistra. E’ semplicemente volgarità per assenza di argomenti.
Non capisco i politici di tutti gli schieramenti. Quando vengono iscritti insieme ad altri nel registro degli indagati si sperticano nella difesa di ufficio dell’avversario politico. E non fanno l’unica cosa che dovrebbero fare: autosospendersi da ogni incarico pubblico che abbia attinenza con interessi generali.
Non capisco il “gioco di squadra” dei compagni dei politici indagati, nella finta solidarietà umana che assomiglia ad una scomposta reazione dettata dalla paura per se stessi, quando l’unica cosa che avrebbero dovuto scrivere era “dimettiti, perché noi abbiamo fiducia nelle istituzioni”.
Ci vuole coraggio, semplicemente coraggio per essere Uomini “alti”, per fare Politica “alta”, per dare l’esempio.
martedì 4 maggio 2010
Pedalare caro Presidente, pedalare !
Quando vedi che un Presidente avanza fino alla metà del suo mandato (a esternare sciochezzario vario) e l’unica mano che passa sembra quella del barista. Quando vedi la Giunta vestita a festa anche nei giorni feriali e non c’è niente da festeggiare. Quando vedi i cittadini, anche quelli che ti hanno votato, imprecare per l’ennesimo autogol, fuori tempo massimo, si capisce che forse è mancata la “capacità amministrativa”. Lo si capisce, soprattutto lo si sente, perché il XIII Municipio esplode tutto, complice di una debacle eccellente che però non è servita, che non si è fatta infilare dall’opposizione.
Colpi di testa di Vizzani, Olive, Pallotta, Pace e Innocenzi. Colpi di fortuna per Vizzy e la sua squadra: l’opposizione che becca solo pali esterni a due a due. La squadra si salva, anche se la matematica non c’è e nemmeno i soldi in bilancio. E poi il calendario di conferenze stampa spalmato tra un mercoledì e giovedì. Il caso scoppiato con la partita doppia sul giro di conto dei permessi ZTL, che inesorabilmente coinvolge tutti i consiglieri: il Presidente parla di “partita doppia incommentabile” e non è l’unico. Poi però si lascia andare a qualche battuta “potevamo risparmiare soldi dell’acqua calda, utilizzata per lavarci le mani, e quelli della luce, per evitare di far vedere le macchie di sugo”.
“Abbiamo fatto una rimonta eccellente” – dichiara Vizzani, “evidentemente a qualcuno non è piaciuto. L’opposizione avrebbe potuto anche non scendere in campo. Il risultato sarebbe stato lo stesso, 3-0 a tavolino”. Forse quello del bar dello sport …
Tanti i commenti dopo il “fischio” dell’ultimo comunicato stampa “Sono venuti meno i principi della sana competizione: l’amore incontrastato dell’elettorato di centro-destra, la lealtà, l’onore, la cultura delle regole e di una buona amministrazione”.
Questo il testo di un articolo indecente apparso oggi su Il Giornale di Ostia, in cui sono stati sostituiti i sostantivi e corretti gli errori grammaticali più evidenti. Questa l’ennesima prova della consistenza di un’amministrazione che, dopo due anni, non solo non ha fatto nulla per il Municipio XIII, ma è riuscita anche a fare danni, oltre che a prendere per i fondelli i cittadini. Siamo in attesa, ad esempio, della concretizzazione della buffonata, pagata dalle nostre tasche, del decentramento amministrativo che non si realizzerà per mancanza di fondi. Un’amministrazione che ha ricevuto l'anno scorso 21 milioni di euro, più di qualunque altro Municipio di Roma, e speso milioni in somme urgenze semi-fantasma ad assegnazione diretta, ma non ha i soldi per una navetta scuola destinata alle famiglie deportate sull’Ardeatina. Senza parlare di tutta una serie di importi assegnati alle associazioni più diverse secondo il solo principio discrezionale. Un Presidente che non ha tempo di rispondere ai cittadini che fanno richieste di chiarimento sulla legittimità e la trasparenza del suo operato e di quello dell’amministrazione che presiede. Che inaugura un impianto abusivo dichiarando impunemente e sfacciatamente “sono amici miei”. E mentre il municipio sprofonda tra buche e smottamenti, regali demaniali, abusivismi vari, infiltrazioni mafiose e soldi pubblici per opere mai finite, lui non ha altro da dire se non parlare di Lazio-Inter e convocare una conferenza stampa perché stizzito per essere stato pizzicato su una spesa per l’acquisto di permessi ZTL. E l’unica risposta di rimando è stata “dovremmo andare in centro con i mezzi ?”
Pedalare caro Presidente, pedalare !
Colpi di testa di Vizzani, Olive, Pallotta, Pace e Innocenzi. Colpi di fortuna per Vizzy e la sua squadra: l’opposizione che becca solo pali esterni a due a due. La squadra si salva, anche se la matematica non c’è e nemmeno i soldi in bilancio. E poi il calendario di conferenze stampa spalmato tra un mercoledì e giovedì. Il caso scoppiato con la partita doppia sul giro di conto dei permessi ZTL, che inesorabilmente coinvolge tutti i consiglieri: il Presidente parla di “partita doppia incommentabile” e non è l’unico. Poi però si lascia andare a qualche battuta “potevamo risparmiare soldi dell’acqua calda, utilizzata per lavarci le mani, e quelli della luce, per evitare di far vedere le macchie di sugo”.
“Abbiamo fatto una rimonta eccellente” – dichiara Vizzani, “evidentemente a qualcuno non è piaciuto. L’opposizione avrebbe potuto anche non scendere in campo. Il risultato sarebbe stato lo stesso, 3-0 a tavolino”. Forse quello del bar dello sport …
Tanti i commenti dopo il “fischio” dell’ultimo comunicato stampa “Sono venuti meno i principi della sana competizione: l’amore incontrastato dell’elettorato di centro-destra, la lealtà, l’onore, la cultura delle regole e di una buona amministrazione”.
Questo il testo di un articolo indecente apparso oggi su Il Giornale di Ostia, in cui sono stati sostituiti i sostantivi e corretti gli errori grammaticali più evidenti. Questa l’ennesima prova della consistenza di un’amministrazione che, dopo due anni, non solo non ha fatto nulla per il Municipio XIII, ma è riuscita anche a fare danni, oltre che a prendere per i fondelli i cittadini. Siamo in attesa, ad esempio, della concretizzazione della buffonata, pagata dalle nostre tasche, del decentramento amministrativo che non si realizzerà per mancanza di fondi. Un’amministrazione che ha ricevuto l'anno scorso 21 milioni di euro, più di qualunque altro Municipio di Roma, e speso milioni in somme urgenze semi-fantasma ad assegnazione diretta, ma non ha i soldi per una navetta scuola destinata alle famiglie deportate sull’Ardeatina. Senza parlare di tutta una serie di importi assegnati alle associazioni più diverse secondo il solo principio discrezionale. Un Presidente che non ha tempo di rispondere ai cittadini che fanno richieste di chiarimento sulla legittimità e la trasparenza del suo operato e di quello dell’amministrazione che presiede. Che inaugura un impianto abusivo dichiarando impunemente e sfacciatamente “sono amici miei”. E mentre il municipio sprofonda tra buche e smottamenti, regali demaniali, abusivismi vari, infiltrazioni mafiose e soldi pubblici per opere mai finite, lui non ha altro da dire se non parlare di Lazio-Inter e convocare una conferenza stampa perché stizzito per essere stato pizzicato su una spesa per l’acquisto di permessi ZTL. E l’unica risposta di rimando è stata “dovremmo andare in centro con i mezzi ?”
Pedalare caro Presidente, pedalare !