Ad Ostia si annuncia l’arrivo, come ‘nuovo’ Direttore del Municipio
X, di Claudio Saccotelli, intercettato l’8 gennaio 2004 in una equivoca
conversazione con l’iracheno Sulaiman Faraj, uno degli arrestati il 4
novembre del 2004 nella operazione ‘Anco Marzio’, che per prima denunciò
la presenza di una “associazione per delinquere di tipo mafioso” sul
Litorale romano (art. 416-bis del c.p.). Se così fosse, a cosa è servito
rimuovere il 15 luglio 2013 il dirigente tecnico del Municipio X, Aldo
Papalini, intercettato anche lui il 1° giugno 2012 in una conversazione
con un altro esponente della malavita locale. Il Sindaco di Roma,
Ignazio Marino, definì l’episodio “gravissimo” e “sebbene l’indagine sia
ancora in corso, rivelerebbe un inquietante rapporto tra alcuni
esponenti della malavita organizzata locale e l’amministrazione comunale
nel Municipio X. Un fatto sul quale abbiamo deciso di intervenire
subito per rispristinare la legalità e per inviare un segnale chiaro e
forte alla città. La criminalità si combatte con la trasparenza e con la
determinazione”. Qualcosa dunque non torna nel valzer di nomine che,
dal 15 luglio, si sussegue nel Municipio X.
Nel 2004, nelle 500 pagine di ordinanza, si legge: “gli indagati hanno
nelle loro mani i dipendenti pubblici che dovrebbero controllare il
regolare rilascio delle concessioni per l’installazione dei chioschi
sulla spiaggia libera di ponente” e che tale organizzazione malavitosa
era stata in grado di bloccare “il lavoro statale di rifacimento del
lungomare di Ostia”. Nelle intercettazioni, Claudio Saccotelli così
dialogava con il pregiudicato ‘Frank’ l’iracheno. «Quando puoi stare sul
lungomare, all’altezza del tuo lotto?» «Anche tra mezz’ora» «Tu vai,
c’è l’ingegnere Tabacchiera, con il direttore dei lavori» «Ma come lo
riconosco?» «Lui sa chi sei. Ti riconosce lui». In realtà le
aggressioni, anche fisiche, erano iniziate già molti anni prima.
L’architetto Finzi, direttore tecnico e direttore del Municipio prima di
Saccotelli, fu aggredito nel 2000 da Roberto Pergola (anche lui
arrestato nel 2004) che assieme all’iracheno Sulaiman Faraj fonderà la
cooperativa “Marta” per gestire il parcheggio del Porto Turistico di
Roma ad Ostia, concesso a loro in comodato gratuito dal proprietario del
Porto Mauro Balini. ‘Frank’ l’iracheno, dopo diverse vicissitudini, è
stato arrestato nuovamente il 24 agosto 2012, sempre al Porto Turistico
di Roma, ubriaco.
A fine luglio 2013 scatta l’operazione ‘Nuova Alba’, sostanzialmente la
fotocopia dell’operazione ‘Anco Marzio’ del 2004. Nell’ambito delle
intercettazioni Papalini viene rimosso. “Quello è l’unico lotto che non
l’ha mai voluto nessuno, lo sai di chi era quello là, no? È de quelli
che avemo ammazzato, gli ultimi”. Armando Spada si riferisce a un
chiosco della spiaggia di ponente, un tempo di Francesco Antonini e
Giovanni Galleoni, soprannominati Baficchio e Sorcanera, uccisi il 22
novembre 2011 a Nuova Ostia. Papalini non fa una piega e tranquillamente
seduto nel suo ufficio, ribatte: “ora è assegnato a una romena,
compagna di un comandante della finanza”. Conclude Spada: “Eh vabbè, se
non se ne parla, famo presto a fa… je lo brucio”. L’operazione ‘Nuova
Alba’, dopo 10 anni, riproporrà anche la presenza della malavita nel
Porto di Roma, attribuendo a Mauro Balini “interessenze inquietanti con
gli ambienti malavitosi”, dove il termine interessenza deve intendersi
come “partecipazione agli utili di un’azienda, di un affare”.
Nulla è cambiato negli ultimi 10 anni e se non fosse stato per
l’intervento delle forze dell’ordine e della Procura di Roma, quei
‘rapporti inquietanti’ tra malavita organizzata e amministrazione
comunale, non sarebbero mai stati denunciati. Saccotelli è stato
Direttore dell’attuale Municipio X proprio in quegli anni, da luglio
2002 a luglio 2008, per poi avere altri incarichi all’interno del Comune
di Roma. Domani, 30 ottobre, si preannuncia il suo ritorno. Per altro
sempre domani scade anche l’incarico nel Municipio X di Paolo Cafaggi,
Direttore dell’Unità Tecnica e di quella Ambiente/Litorale (subentrato
ad Aldo Papalini il 15 luglio), che risulta essere rinviato a giudizio
per “concorso in abuso edilizio e falso ideologico” (LINK)
Se le nomine di Cafaggi e Saccotelli sono il “segnale chiaro e forte
alla città” con cui il Sindaco Ignazio Marino combatte la criminalità a
poche settimane dall’inizio del processo (previsto il 17 dicembre)
scaturito dall’operazione ‘Nuova Alba’, non c’è ‘niente di nuovo sul
fronte occidentale’.
Paula de Jesus per LabUr
martedì 29 ottobre 2013
martedì 8 ottobre 2013
Ostia in stallo per le bici, tra illegalità e protagonismi
Il 17 settembre scorso sono stati montati i primi stalli per le biciclette, che giacevano nei depositi della Unità Organizzativa Ambiente e Litorale da oltre tre anni, in diversi punti del Municipio X.
Peccato che il posizionamento degli stalli sia stato operato con spesa pubblica in totale dispregio della Legge 19 ottobre 1998, n. 366, Norme per il finanziamento della mobilità ciclistica, della Legge Regionale 16 febbraio 1990, n. 13, Interventi regionali per favorire lo sviluppo del trasporto ciclistico, del Regolamento viario urbano del Comune di Roma, del Decreto Legislativo N. 285 del 30/04/1992, Nuovo codice della strada. Non solo. Questa iniziativa non risulta mai esser stata perfezionata all’atto dell’installazione da alcuna determinazione dirigenziale del Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale, U.O. X Gruppo Mare, costituendo dunque grave illecito amministrativo, e comunque mai pubblicata per la sua eventuale efficacia presso l'Albo Pretorio on-line del Comune di Roma, come previsto dal D.Lgs del 18 agosto 2000, n. 267, Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali e dalla legge 18 giugno 2009, n. 69, Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile. In particolare, oltre l'arbitraria ed illegittima localizzazione scelta per la realizzazione di stalli per velocipedi, non risultano nemmeno seguite le linee guide da tempo adottate nelle più importanti realtà europee relative all’offerta degli stalli (commisurata alla domanda effettiva, documentabile e quantitativamente significativa di sosta dei velocipedi), al posizionamento degli stalli (il più vicino possibile ai principali punti di approdo/sosta dei ciclisti), alla salvaguardia dei requisiti di sicurezza (accessibilità e fruibilità dello spazio pubblico come pure delle aree private regolarmente autorizzate, particolarmente in presenza di pubblici esercizi e servizi), alla visibilità ed identificabilità degli stalli ad uso esclusivo per velocipedi, con apposizione di opportuna segnaletica orizzontale e verticale.
Dopo che il Sindaco Marino ha percorso in bicicletta contromano Via Regina Elena, ha un degno compare anche nel Municipio X, l’Assessore Marco Belmonte, che ad una legittima richiesta di una mobilità alternativa ciclabile, è arrivato ad una illegale attuazione di protagonismo amministrativo.
Con i soldi impiegati per il posizionamento degli stalli e delle finte pedonalizzazioni e i costi aggiuntivi degli straordinari per i vigili urbani (che solo per i Fori Imperiali è di 400mila euro al mese), si potrebbero realizzare piste ciclabili in sede protetta per completare la magliatura di quelle esistenti. Dalla programmazione alla estemporaneizzazione del problema per una foto sul giornale in bicicletta.
Paula de Jesus per LabUr, Laboratorio di Urbanistica
Peccato che il posizionamento degli stalli sia stato operato con spesa pubblica in totale dispregio della Legge 19 ottobre 1998, n. 366, Norme per il finanziamento della mobilità ciclistica, della Legge Regionale 16 febbraio 1990, n. 13, Interventi regionali per favorire lo sviluppo del trasporto ciclistico, del Regolamento viario urbano del Comune di Roma, del Decreto Legislativo N. 285 del 30/04/1992, Nuovo codice della strada. Non solo. Questa iniziativa non risulta mai esser stata perfezionata all’atto dell’installazione da alcuna determinazione dirigenziale del Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale, U.O. X Gruppo Mare, costituendo dunque grave illecito amministrativo, e comunque mai pubblicata per la sua eventuale efficacia presso l'Albo Pretorio on-line del Comune di Roma, come previsto dal D.Lgs del 18 agosto 2000, n. 267, Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali e dalla legge 18 giugno 2009, n. 69, Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile. In particolare, oltre l'arbitraria ed illegittima localizzazione scelta per la realizzazione di stalli per velocipedi, non risultano nemmeno seguite le linee guide da tempo adottate nelle più importanti realtà europee relative all’offerta degli stalli (commisurata alla domanda effettiva, documentabile e quantitativamente significativa di sosta dei velocipedi), al posizionamento degli stalli (il più vicino possibile ai principali punti di approdo/sosta dei ciclisti), alla salvaguardia dei requisiti di sicurezza (accessibilità e fruibilità dello spazio pubblico come pure delle aree private regolarmente autorizzate, particolarmente in presenza di pubblici esercizi e servizi), alla visibilità ed identificabilità degli stalli ad uso esclusivo per velocipedi, con apposizione di opportuna segnaletica orizzontale e verticale.
Dopo che il Sindaco Marino ha percorso in bicicletta contromano Via Regina Elena, ha un degno compare anche nel Municipio X, l’Assessore Marco Belmonte, che ad una legittima richiesta di una mobilità alternativa ciclabile, è arrivato ad una illegale attuazione di protagonismo amministrativo.
Con i soldi impiegati per il posizionamento degli stalli e delle finte pedonalizzazioni e i costi aggiuntivi degli straordinari per i vigili urbani (che solo per i Fori Imperiali è di 400mila euro al mese), si potrebbero realizzare piste ciclabili in sede protetta per completare la magliatura di quelle esistenti. Dalla programmazione alla estemporaneizzazione del problema per una foto sul giornale in bicicletta.
Paula de Jesus per LabUr, Laboratorio di Urbanistica