venerdì 30 settembre 2011
Salaria Sport Village e Autorità del Bacino del Tevere: quale nulla osta idraulico ?
Il Salaria Sport Village situato tra le aree esondabili del Piano di Stralcio –PS1 dell’ABT, classificate come ‘Zona A’, si trova in un’area dove è vietataqualunque attività di trasformazione dello stato dei luoghi (morfologica,infrastrutturale, edilizia), ma dove possono essere realizzati impiantidestinati ad attività sportive compatibili con l’ambiente senza creazione divolumetrie (p.es., un campo di calcio senza spogliatoi attigui), purché vengaconsentita la libera attività espansiva delle acque per la sicurezza di tuttigli abitanti di Roma e dove l’attività edificatoria è fortemente limitata, salvoche per le opere pubbliche o di pubblico interesse. L'art.46 recita infatti:"all’interno delle fasce fluviali e delle aree a rischio idraulico edidrogeologico è consentita la realizzazione di opere pubbliche e di interessepubblico purché compatibili con le condizioni di assetto idraulico e/ogeomorfologico definite dal PAI e non altrimenti localizzabili".
Quali sono dunque le motivazioni che hanno portato l'ABT a rilasciare il nullaosta idraulico per la realizzazione dl Salaria Sport Village ? Sostanzialmentetre: 1) opera di interesse pubblico 2) opera non delocalizzabile, 3) operacompatibile con le condizioni di assetto idraulico e/o geomorfologico. Indettaglio:
1.OPERA DI INTERESSE PUBBLICO
Secondo la sentenza del TAR del Lazio nr.00906/2011, a seguito del ricorsonr.2834/2010 presentato dallo stesso Salaria Sport Village, l'impianto non puòconsiderarsi di 'interesse pubblico'.
Ricordiamo che si definisce 'opera pubblica' un'opera che prevede la materialemodificazione e trasformazione di un bene immobile, che è destinataall'interesse pubblico e che è realizzata da un ente pubblico. Un'opera diinteresse pubblico (poiché i termini “pubblica utilità”, “pubblico interesse”,“interesse generale” sono sostanzialmente equivalenti) deve avere gli stessirequisiti, ma è realizzata da parte di un soggetto privato - anche perperseguire utilità di natura privata - ferma restando la soddisfazione di unconcreto interesse pubblico (per esempio un privato può costruire un parcheggiotramite project financing e ricavarne utili per soddisfare l'interessepubblico, quello di dotare l'area di un parcheggio necessario ai cittadini). Nesegue che ogni opera pubblica è di pubblica utilità (ma non sempre è vero ilcontrario) e che un'opera di pubblica utilità deve comunque avere un interessepubblico. Inoltre, la definizione di 'interesse pubblico' di un'opera deveessere dichiarata esplicitamente dalla pubblica amministrazione.
Il Salaria Sport Village è stato dichiarato opera di interesse pubblico dalCommissario delegato ai Mondiali di Nuoto Roma '09, pertanto doveva assolverefinalità di carattere generale legate alla sua funzione nel contesto dellacittà di Roma. Non era allora, e non lo è nemmeno ora, possibile assumere ognigenerico interesse pubblico (nel caso specifico, mancanza di piscine) perdisattendere i limiti imposti dall'ordinamento urbanistico.
Su questo tema si è inserito il Comune di Roma che nella deliberazione diGiunta Comunale n.196 del 30 giugno 2010 ha ribadito l’interesse pubblico e fattopropri i relativi progetti di soli 5 impianti sportivi realizzati su aree diproprietà comunale in occasione dei Mondiali di Nuoto Roma '09, escludendo datale determinazione gli impianti di proprietà privata come il Salaria SportVillage. In base a ciò il TAR ha sentenziato quanto segue: "Si rivela unassunto indimostrato che, ai fini in discorso, ogni intervento compreso nelpiano delle opere per i Mondiali di Nuoto 2009 sarebbe dovuto essereconsiderato d’interesse pubblico in quanto realizzato per un’iniziativarispondente a tale interesse, a prescindere dalla circostanza che sia statoposto in essere su strutture di proprietà pubblica o privata".
Secondo il TAR dunque il Salaria Sport Village non è un'opera di interessepubblico. Si attende l'espressione del Consiglio di Stato, che doveva esprimersi il30 giugno.
2.OPERA NON DELOCALIZZABILE
Sostenere che in tutto il IV Municipio non ci fosse un'altra area doverealizzare delle piscine per 'interesse pubblico', non è credibile. Ancheperché il Comune di Roma ha sempre espresso con chiarezza "parere nonfavorevole all'ampliamento e al potenziamento degli impianti" (conosciutianche come ex centro sportivo della Banca di Roma, a Settebagni), così comenegativo è stato il parere della Provinciadi Roma.
Come ha potuto dunque Roberto Grappelli, segretario generale dell'ABT, autorizzare il31 marzo 2008 come "non altrimenti localizzabili" i 160 mila metricubi di cemento del Salaria Sport Village in area esondabile? Non si sa, quelloche invece si sa è che Grappelli è stato premiato, il 13 agosto del 2008, conla nomina a Presidente di Metropolitane di Roma", carica che ha mantenutofino al 19 gennaio 2010, per divenire poi amministratore unico di OfficineGrandi Revisioni (OGR), la società interna dell’Atac, società responsabile dellamanutenzione dei treni delle metropolitane. Così come si sa che l'impresa cheha eseguito i lavori al Salaria Sport Village era della moglie di DiegoAnemone, Vanessa Pascucci, a sua volta socia e finanziatrice della moglie diAngelo Balducci di una casa di produzioni cinematografiche
La realtà è che nessuno ha mai detto fino ad oggi perché, per dotare di unimpianto natatorio il IV Municipio, si dovesse a tutti i costi posizionarloproprio lì, sul fiume. Perché non era 'altrimenti localizzabile'?
3.OPERA COMPATIBILE CON LE CONDIZIONI DI ASSETTO IDRAULICO E/O GEOMORFOLOGICO
L'area del Salaria Sport Village è indicata come area esondabile nel Piano diStralcio – PS1 dell’ABT e classificata come ‘Zona A’, caratterizzata appunto dacostante rischio di naturale esondazione delle acque del fiume Tevere. Lanormativa su di essa, come riportato all'art.39 del PAI, è quella del 1°Stralcio Funzionale - PS1, "Aree soggette a rischio di esondazione neltratto del Tevere compreso tra Orte e Castel Giubileo".
Se l'area non fosse stata imposta come 'opera di pubblico interesse' dalledichiarazioni del Commissario Delegato, sarebbe stato al massimo consentita la"realizzazione di aree destinate ad attività sportive compatibili conl’ambiente senza creazione di volumetrie" (art.4, c.4, lett.f), il tuttoarmonizzato con le norme tecniche del piano paesistico territoriale n.4"Valle del Tevere" della Regione Lazio. In pratica, non potevaesistere il Salaria Sport Village.
Invece, dichiarandolo come 'opera di pubblico interesse', il caso del SalariaSport Village è stato fatto rientrare sotto l'art.7, in cui in pratica siimpone soltanto che venga convocata una Conferenza dei Servizi per studiare,con l'ABT, come realizzare l'opera prevista. L'ABT, in questi casi, deveimporre una serie di prescrizioni realizzative che devono essere rispettatealla virgola, compresa tutta la parte relativa all’impiantistica. La mancataattuazione di queste prescrizioni, e dunque l'eventuale riduzione dell'area adisposizione dell'espansione delle acque del Tevere in caso di esondazione, èmotivo di mancato rilascio del nulla osta idraulico da parte dell'ABT. Questovale soprattutto per l'area subito a monte di Castel Giubileo, in sinistraidraulica, dove le quote del terreno sono tali per cui la S.S. Salaria puòessere inondata per circa 2 Km,così come anche il centro di Settebagni (la ferrovia Roma - Firenze si trovainvece in quota di sicurezza).
Le linee tecniche di indirizzo per il rilascio dei pareri in materia diconcessioni edilizie prevedono per esempio che le quote di calpestio deimanufatti edilizi che possono essere realizzati nelle aree a rischio diesondazione, devono essere a quota superiore a quella del massimo livelloprevedibile delle acque in caso di esondazione. Analogamente, la strutturaportante demandata a sostenere il piano di calpestio, deve essere realizzatamediante i cosiddetti “pilotis” ad elementi verticali, la cui dimensionemassima di ingombro non può essere superiore a 100 cm posti ad un interassenon inferiore a 9.00 mt a luce libera, senza tamponature. E così via, con tuttele eccezioni dei casi 'non residenziali' in cui quasi sicuramente è stato fattorientrare il Salaria Sport Village.
Ora di queste prescrizioni non è mai stata data informazione e sarebbeopportuno che l'ABT, per maggior chiarezza del suo operato, le rendessepubbliche al fine di permettere non certo un'ispezione popolare sul realizzato,ma per chiarire tutti i dubbi che ancora esistono sulla regolarità deicontrolli effettuati prima del sequestro dell'opera.
Riassumendo: fino adoggi del Salaria Sport Village si è parlato in termini di vicinanza al fiume,cioè della sua collocazione in area esondabile, incolpando solo il Comune diRoma per non aver controllato i poteri del Commissario Delegato. In realtàl’esistenza del Salaria Sport Village la si deve al nulla osta idraulicodell'ABT, nulla osta che si basa sui tre punti sopra esposti.
Gli scenari futuri allora sono due, entrambi legati al parere del Consiglio diStato. Se riconoscerà che non è opera di pubblico interesse, come già sostenutodal TAR, tutti gli impianti vanno demoliti perché l'ABT dovrà gioco forzaritirare il nulla osta idraulico (per questa ragione LabUr non ha mai compresole motivazioni della raccolta di firma per l’acquisizione a patrimonio pubblicodel Salaria Sport Village - LINK). Se invece il parere del Consiglio di Stato rovescerà l'espressione del TAR, bisognerà verificare che tutte le prescrizioni dell'ABT siano state rispettate, cosa che fino ad oggi nessuno ha mai verificato (che cirisulti, neppure la Procura,dove l'ABT è stata ascoltata sul caso ben 9 volte).
Resta l'amarezza che nessuno, ma proprio nessuno, ha mai fatto rispettare la Legge sul Salaria SportVillage, creando un groviglio tale di interpretazioni che lasciano solo spazioa chi ha interessi, sicuramente non pubblici.
martedì 27 settembre 2011
Patti Territoriali: riciccia il Centro Commerciale sulla C. Colombo - Infernetto
E’ utile in proposito tenere presente che la Presidenza della Repubblica, riconoscendo l’elevato valore storico, archeologico e ambientale di una porzione di territorio appartenente in parte allo stesso sistema di paesaggio, abbia sentito l’esigenza di trasformare la Tenuta Presidenziale in Riserva Naturale Statale ed abbia avviato un importante piano di monitoraggio proprio per salvaguardare uno dei sistemi naturali di maggiore significatività del bacino del Mediterraneo.
L'Autorità di Bacino del Fiume Tevere, tra gli interventi di compensazione ambientale e di gestione delle aree naturalistiche, ha incluso l'intervento denominato TEIA 08, per un importo di 5 milioni di euro, relativo al monitoraggio e gestione dell'acquifero costiero nella tenuta presidenziale di Castel Porziano. Le opere all'interno previste, sono le seguenti:
• Potenziamento dei sistemi di monitoraggio dell’acquifero;
• Opere di convogliamento delle acque dall’idrovora di Ostia al Canale Palocco;
• Opera di regolazione dello scarico a mare del Canale Palocco;
• Barriere semipermeabili per il contenimento della intrusione salina;
• Interventi di rinaturazione dei canali;
• Pozzi disperdenti per il ravvenamento della falda;
domenica 25 settembre 2011
Ostia, Lungomare di Ponente: la domenica del villaggio.
"E’ un segnale forte che lanciamo alla città: quello di riappropriarsi di spazi che vengono sempre più soffocati dai parcheggi" - così si è espresso Stefano Salvemme, Presidente della commissione Commercio del XIII Municipio, promotore dell’iniziativa approvata giovedì scorso dal consiglio municipale -"Chiudere al traffico vuol dire poter mettere in campo iniziative culturali e non commerciali. Niente bancarelle dunque ma eventi di aggregazione per dire che non esiste solo il centro storico ma l’intero quartiere". E aggiunge “Nei prossimi giorni istituiremo un tavolo partecipativo al quale sono invitati tutti, singoli cittadini, associazioni e categorie del commercio per una idea, per proposte delle quali discuteremo” (fonte: Il Faro On-line).
All’apparenza tutto fila, se non fosse che al tavolo partecipativo siederanno anche le categorie del commercio, la qualcosa stride con la dichiarazione “mettere in campo iniziative culturali e non commerciali”, tant’è che Ginetto Pugliè (Confesercenti) ha dichiarato che si tratta di una iniziativa “eticamente corretta”. Cosa abbia voluto esattamente dire Pugliè a prima vista non si capisce, visto che per altro il quel tratto di Lungomare non ci sono negozi, ma ci sono i gestori dei chioschi a mare.
Nel deserto di idee qualcuno 'ci prova' (e questo va sottolineato), solo che l’effetto è un po’ quello dell’’armata brancaleone’. Affermare come fa Salvemme "Abbiamo creato un contenitore che riqualificherà una parte emarginata di Ostia, ora dobbiamo metterci i contenuti" mostra, accanto alla buona volontà, anche il limite dell’iniziativa.
Un amministratore ha l’obbligo di pianificare con cura e soprattutto con metodo le proposte e avere le idee molto chiare sugli obiettivi che vuole raggiungere e che non possono essere mistificati, come invece ha fatto l’Assessore alle Politiche Sociali del XIII Municipio, Lodovico Pace, che ha appoggiato l’iniziativa perché offre “l’opportunità di dare libero sfogo alla creatività di associazioni e semplici cittadini”, insomma, ognuno faccia un po’ quello che gli pare.
Ma c’è o no un contenitore ? O si intende come ‘contenitore’ (allegoria davvero infelice) una strada chiusa al traffico per qualche ora e che impropriamente è stata chiamata “isola pedonale” dal consigliere del Pd Francesco Spanò o addirittura dall’Ass. Pace “una rivalutazione di Ostia” ?
Di certo non è un “Car-Free Day”. I CFD, quelli seri, sono un’altra cosa e quando applicati la domenica e soprattutto in aree così limitate, vanno bene come spot a fini educativi, ma nella sostanza non servono a nulla, come ben sanno tutti gli esperti di mobilità. Per altro siamo di fronte ad un comportamento dislessico di questa amministrazione, che negli ultimi mesi ha moltiplicato i parcheggi sul Lungomare e dall’altro promuove iniziative per “riappropriarsi di spazi che vengono sempre più soffocati dai parcheggi”, come sostiene lo stesso Salvemme. Sicuramente non è nemmeno una operazione di “rivalutazione di Ostia ponente”, termine più proprio al mercato immobiliare che non ad un Assessore alle Politiche Sociali (già che c’era Pace avrebbe potuto fare sua la frase di Henry Ford: “(quel quadrante de) la città è piena di problemi, eliminiamola!” Ford fu preso seriamente in considerazione, tant'è che da allora disgraziati in buona fede si sono messi seriamente al lavoro, e gli effetti si vedono ad occhio nudo! Non è un’operazione a costo zero, perché come minimo sarà un’iniziativa che non costerà di più di quanto già previsto in bilancio, a cui va aggiunto il costo dei vigili urbani, quegli stessi vigili urbani che sono stati negati per la chiusura domenicale di Via della Villa di Plinio dal Presidente G. Vizzani, che ha commentato (sempre su Il Messaggero ed. Ostia del 21 settembre) “in un momento in cui le risorse scarseggiano, non vogliamo dirottarle su obiettivi secondari. Infine, restituire alla pedonalizzazione … appena 1600 metri di strada, è ininfluente rispetto alla disponibilità attuale di aree interdette alle auto”. Peccato che il tratto di Lungomare in questione sia addirittura più corto, è di 1km !
Vuoi vedere che l’iniziativa nasce per motivazione politiche tutte interne alla maggioranza del PdL che vedono uno scontro con l’ex Presidente della Commissione Ambiente Christiano Rasi?
sabato 24 settembre 2011
“La mafia fa schifo”. Minchia !
“La mafia fa schifo”.
Chi lo ha detto ? Paolo Orneli o Salvatore Cuffaro (detto “Totò vasa vasa”)?
Tutte e due.
In effetti siamo tutti antimafiosi, soprattutto i politici, antimafiosi per eccellenza. Nel XIII Municipio però accade una cosa che nemmeno in Sicilia: a chiedere consigli straordinari a cadenza biennale sulle infiltrazioni mafiose nel nostro territorio sono quelli di centro-sinistra, ora all’opposizione, che dunque sono i veri paladini dell'antimafia. Basterebbe le laconica nota dei Giovani Democratici di Ostia Levante (che potete leggere a questo LINK) per dare la misura esatta del grado di antimafiosità della classe politica seduta in aula Massimo di Somma. Ma quando un cumulo di banalità insignificanti scade nella propaganda becera e viene condita da slogan quali “il vento è cambiato adesso un programma serio per risollevare le sorti di questa città” è davvero troppo. Non so dire se mi indigni di più il ‘negazionista’ o l’’antimafioso rinnovabile a scadenza ’, che snocciola nomi e numeri rintracciabili su Internet, di cui tutti hanno parlato negli ultimi mesi (tra cui, molto modestamente io nel libro “Le mani sulla città”) e che ha non solo a cuore l’argomento, ma addirittura lo reputa una vera e propria emergenza, tanto da non dare alcuna visibilità all’evento e da non coinvolgere alcuna associazioni, nemmeno Libera. E si fanno addirittura paladini di una battaglia, giusta per carità, sul bando per l’affidamento delle spiagge libere ad Ostia Ponente, ma contemporaneamente fingono di non vedere, ad esempio, l’ennesima apertura di una pizzeria in mano all’ ‘ndrangheta (mentre decine e decine di negozi chiudono) o quello che avviene di notte in mare sulla nostra costa.
Ogni due anni sentiamo e leggiamo le stesse dichiarazioni: osservatori annunciati e mai realizzati, spot mediatici mal gestiti, fanfare propagandistiche, ospiti troppo spesso discutibili e comunicati copia/incolla, insomma la solita farsa, mentre i GD di Ostia Levante hanno organizzato tutto l'anno scorso una serie di incontri di alto livello a cui i politici antimafiosi, a cui "la mafia fa schifo", non hanno partecipano.
La mafia c’è e ha forti legami con la politica. Della mafia, diciamolo senza vergogna, non gliene frega niente a nessuno, tranne, come diceva Leonardo Sciascia ai “professionisti dell’antimafia” di ogni ordine e grado. Non servono a niente, tranne a loro stessi, e qualche volta fanno anche danni.
L'ipoteca rossa delle metropolitane di Roma
I fatti sono questi, caro Causi: la metro C fu considerata un’opera vitale per Roma, talmente vitale che vennero presentati due progetti, diametralmente opposti. Il primo del Cnr, fatto proprio dal Governo di allora, in vista del Giubileo del 2000, che lo offrì al Comune di Roma con copertura finanziaria integrale e prevedeva la tecnologia più moderna dell’automazione integrale; il secondo venne elaborato dallo stesso Comune di Roma, sulla base della vecchia tecnologia a guida manuale, cioè quella esistente nella linea A e B. Rutelli, allora Sindaco della Capitale, fece cadere l’offerta del Governo senza dare alcuna spiegazioni, facendo perdere a Roma l’occasione di avere una modernissima linea metropolitana che sarebbe stata in funzione già nel 2000. Nel 2003 si ripresenta una seconda occasione grazie alla Legge-Obiettivo e il Comune di Roma cosa fa ? Se la lascia sfuggire nuovamente insistendo sul proprio progetto. Italia Nostra fa ricorso e vince al Cipe il quale prescrive al Comune di Roma di adottare il progetto del Cnr. Mi pare che ci fosse anche lei, caro Causi in giunta, quando il Comune procedette all’adozione formale della nuova tecnologia, ma non cambiando nemmeno di una virgola i suoi vecchi elaborati tecnici, mandando così in gara un’opera irrealizzabile (perché all’avanguardia nell’ideazione progettuale, ma preistorica nell’esecuzione tecnica). E cosa produsse questa 'genialata' ? Un numero imprecisato di varianti in corso d’opera con lievitazioni iperboliche di costi per la collettività e Veltroni, così come Rutelli, senza alcun imbarazzo, come ieri, non ha mai fornito ai cittadini alcuna spiegazione.
In effetti l’imbarazzo non è uno stato d’animo che sfiora la classe politica. Nemmeno il buon Walter Tocci ne ha avuto, ex Assessore alla Mobilità del Comune di Roma nonché Vice-Sindaco della giunta Rutelli, che in quegli anni soffre di parziali amnesie. Nel 2008 però, con addosso la maglia del deputato del Pd che evidentemente fa più miracoli della cura a base di ferro per la memoria, afferma in più consessi che la metro non è la panacea per Roma, che gli investimenti maggiori sono sempre stati per l’automobile anziché per la famosa “cura del ferro” sbandierata nel PRG, e che lui è per il tram, che la metro costa troppo (100 milioni a chilometro!) e dunque non è conveniente, che i progetti per le linee C e D sono vecchi, passano per il centro, continuano a privilegiare i Ministeri mentre si dovevano mettere in comunicazione le periferie, le varie “centralità” decentrate, con un trasporto pubblico intelligente, leggero e a “rete”.
E mentre Bortoli lancia l’allarme sull’assenza di fondi, Causi ci ricorda che il reperimento dei fondi è stato definito dalla giunta Veltroni. Oh certo, infatti il NPRG lo avete chiamato voi stessi “il piano dell'offerta economica” ponendo la più grande e incalcolabile ipoteca sul futuro della Capitale e rendendo Roma la più insostenibile città dal punto di vista della mobilità, una città che avete condannato alla dipendenza dall'automobile per compiere anche le normali azioni quotidiane come fare la spesa. Ha ragione Fulvio Bertamini: la speculazione edilizia non è la peggiore delle malattie. La speculazione politica è pure peggio.
venerdì 23 settembre 2011
"In Stand We Trust", storia di 'pagodismo politico' sul Lungomare di Ostia
Ma non erano proprio loro a sostenere che il Lungomare di Ostia è un lungomuro per colpa degli stabilimenti balneari ? Forse avranno pensato che lo stand del vicino è sempre meno Verde. E cosa si inventano ? Si mettono davanti allo stabilimento Battistini così nessuno può accusarli di impedire la vista del mare. Una vera e propria genialata.
Per tutta l’estate si è fatto un gran parlare del “suk arabo” sul Pontile, tutti (politici ed associazioni di categoria) molto preoccupati del ‘cosa si vedesse’ più che del fatto che quello è uno spazio pubblico (massacrato da tutti), che sarebbe anche ora che lo si lasciasse in pace, soprattutto senza ‘pagodismi’ di varia natura e misura.giovedì 22 settembre 2011
Il futuro del "Lunedì dell'Urbinati"
Siamo partiti con una “dichiarazione di indipendenza dalle sciocchezze di Alemanno”, stanchi di leggere da mesi l’ennesima promessa del Sindaco a mezzo stampa che sarebbe venuto a presentare alla cittadinanza il c.d. “progetto waterfront”.
Abbiamo puntualmente smantellato la propaganda di questa amministrazione e abbiamo anche mostrato come i “faraonici progetti” che per tre anni hanno girato il mondo nelle più note “piazze d’affari”, non si discostassero poi molto da quelli delle amministrazioni precedenti. Anzi, abbiamo messo in luce la continuità della visione di città dell’amministrazione Alemanno con quella di Veltroni (e Rutelli prima), lontanissima da un’idea di città come “bene comune”. Ne è uscita una Ostia modello “Dubai dè noantri”, un’operazione che l’attuale Assessore all’Urbanistica ha lui stesso definito meramente “di carattere edilizio” e che si tradurrà in provvedimenti di densificazione, con varianti urbanistiche, che dovevano essere portati in giunta entro agosto, mentre ad oggi ancora non è partito il processo di partecipazione con la cittadinanza.
Ponte della Scafa, ampliamento del Porto di Ostia, sgombero dell'Idroscalo, Lungomare abbandonato al degrado e alle discoteche, ‘bufala’ del 2° Polo Turistico, speculazione edilizia nell'entroterra del XIII Municipio (che avrà 30.000 abitanti in più senza ricevere alcun servizio), accordi di programma, toponimi, zone “O”, finto decentramento amministrativo (già passato in sordina), piani di attuazione, centri commerciali naturali, finte riqualificazioni urbanistiche (come ad esempio quella di piazza Anco Marzio), degrado di Ostia Antica, speculazione edilizia, assenza di pianificazione delle infrastrutture e di un piano della mobilità. Questi i temi che LabUr ha affrontato insieme a comitati, associazioni, cittadini, professionisti, studenti, in una sola parola la società critica e che ringraziamo per i loro contributi e la loro partecipazione.
Con questa settimana si conclude questo ciclo di appuntamenti. Sono rimaste aperte alcune domande considerate stringenti: cosa possiamo fare noi, in che direzione dobbiamo spingere il nostro impegno di cittadini e di operatori o studiosi della città? In che modo possiamo contribuire a far sì che anche le nostre azioni concrete spingano nella direzione giusta e concorrano alla costruzione della “città dei cittadini” come bene comune?
Come ben ha espresso Edoardo Salzano, “non basta aiutare a comprendere che cosa c’è dietro alle scelte sbagliate e ad opporvisi, ma bisogna tentare operazioni mirate a formulare progetti capaci di camminare nella concretezza delle trasformazioni del territorio, e costruendoli insieme agli attori sociali interessati”. Per questa ragione riteniamo urgente pensare le prossime iniziative in questa direzione. Qualunque suggerimento sarà ben accetto.
A presto.
paula de jesus per LabUr, Laboratorio di Urbanistica
domenica 18 settembre 2011
Scuola di Eddyburg - Riccione, 14 - 17 Settembre
Anche quest'anno una bella edizione. Tornerò a parlarne. Per chi fosse interessato ai materiali della scuola estiva di pianificazione "scuola di eddyburg" li può trovare a questo LINK.
La relazione che ha introdotto al dibattito della quarta giornata, conclusiva, dell'edizione della scuola di eddyburg sul tema: Oltre la crescita, dopo lo "sviluppo" di Edoardo Salzano la potete leggere a questo LINK
E questo invece è il mio (personalissimo) contributo di sintesi della VII edizione della Scuola di Eddyburg.
giovedì 8 settembre 2011
Appello. Siamo indignati, costruiamo l'alternativa
Siamo indignati perché il governo ha deciso di abolire per decreto il diritto del lavoro, permettendo alle aziende di derogare ed eludere contratti e leggi, compreso l'art.18 dello Statuto dei lavoratrici e dei lavoratori, proseguendo sulla strada della cancellazione della libertà e della democrazia nei luoghi di lavoro.
Siamo indignati perché in questo modo si elimina la democrazia nei luoghi del lavoro e si estende a tutti i lavoratori il ricatto della precarietà, e della clandestinità per i migranti, con cui negli ultimi due decenni si sono livellate verso il basso i diritti e le condizioni di vita di migliaia di giovani, esclusi dal sistema di welfare e da ogni orizzonte di emancipazione.
Siamo indignati perché poco più di 2 mesi fa abbiamo votato, insieme alla maggioranza assoluta del popolo italiano, per la ripubblicizzazione dell'acqua e per le energie rinnovabili, e ora vediamo il nostro governo riproporre esattamente le vecchie ricette basate sulla svendita dei beni e su un modello di sviluppo energivoro.
Siamo indignati perché si potrebbe fare altro; perché vorremmo uscire dalla crisi attraverso un grande processo di innovazione, attraverso al costruzione di un nuovo modello di sviluppo che colga la sfida della riconversione ecologica dell'economia e di uno sviluppo sociale partecipato, basato sulla centralità dei saperi e dell'innovazione. Invece il nostro governo continua a impoverire la scuola pubblica, l'università e la ricerca, ignorando i milioni di studenti, dottorandi, precari, ricercatori che si sono mobilitati negli scorsi mesi e preferendo ascoltare la voce delle rendite baronali e dei profitti aziendali.
Siamo indignati perché i governi europei inseguono il dogma del pareggio di bilancio, cercando di far quadrare i conti della finanza, appesi come sono ai giudizi delle agenzie di rating o dei mercati di borsa, invece di fare i conti con le esigenze e i bisogni dei loro cittadini.
Siamo indignati perché in questo modo non abbiamo più una reale sovranità democratica, che è affidata alle stesse élite finanziarie transnazionali che prima hanno generato la crisi, poi hanno chiesto di essere salvate dagli stati e ora vorrebbero far pagare il conto a noi, giustificando con lo stato di necessità dichiarato della crisi la privatizzazione della vita delle persone e della natura.
Siamo indignati perché vediamo il serio rischio che a una vera alternativa al governo di Berlusconi e della Lega, si tenti di sostituire un'alternanza, fatta delle stesse politiche con maggioranze diverse, perché tutto cambi senza che in realtà nulla cambi.
E allora sappiamo che siamo indignati, ma indignarsi non basta.
Il cambiamento non arriverà da sé. Ce l'hanno insegnato le vicende degli scorsi mesi: le grande battaglie per i saperi, le lotte dei lavoratori in difesa del contratto nazionale, i diritti e i beni comuni in Italia, le rivolte del Mediterraneo, ora la crescita di un sentimento di ribellione contro le manovre finanziarie insostenibili e tutto ciò che ci viene propinato in nome della crisi.
Noi non ci limitiamo a indignarci, ma intendiamo darci da fare. Abbiamo in mente un mondo migliore del loro, e siamo pronti a mobilitarci per realizzarlo. Per il 15 ottobre in tanti stanno promuovendo appelli, discussioni pubbliche, verso la giornata internazionale United for global change.
Noi crediamo sia necessario aprire una discussione pubblica nel paese, tra tutti coloro che si stanno prodigando sulla mobilitazione internazionale del 15, ma anche e soprattutto con tutti coloro che pagano sulla loro pelle quanto sta accadendo. Vorremmo, iniziando dalla giornata di sciopero generale del 6 settembre, cominciare una consultazione ampia e trasversale, che raggiunga realtà sociali e di lotta, forze politiche e sindacali, movimenti e singole persone, per far sì che quella giornata sia una grande mobilitazione di tutti per l'alternativa, condivisa e partecipata. Consultazione che vorremmo far proseguire con un'assemblea pubblica a Roma, sabato 24 settembre alle ore 10. Un'occasione importante per qualificare il profilo politico della manifestazione del 15 ottobre, ma anche per far incontrare le tante questioni sociali che nella crisi vivono la loro drammatizzazione. Connettere i fili della resistenza alla crisi, per immaginare e costruire un'alternativa politica e di sistema nell'assemblea del 24, con la manifestazione del 15 ottobre, pensando a queste scadenze come a un passaggio e non a un punto d'arrivo, con passione e spirito d'innovazione.
Costruire tutti insieme una grande mobilitazione a Roma contro le politiche di austerity, significa immaginare e proporre per il nostro paese e per l'Europa un nuovo modello di sviluppo basato sulla democrazia reale, la giustizia sociale e la sostenibilità ambientale.
Ugo Mattei, Guido Viale, Giulio Marcon, Luciano Gallino, Alessandro Ferretti, Gianni Ferrara, Francesco Garibaldo, Tiziano Rinaldini, Bruno Papignani, Andrea Amendola, Giorgio Molin, Michele De Palma, Laura Spezia, Loris Campetti, Angelo Mastrandrea, don Andrea Gallo, Nicola Mancini, Francesco Raparelli, Luca Cafagna, Mario Pianta, Isabella Pinto, Augusto Illuminati, Gianni Rinaldini, Luca Casarini, Stefano Bleggi, Monica Tiengo, Sergio Zulian, Alessandro Metz, Luca Tornatore, Giuseppe Caccia, Tommaso Cacciari, Michele Valentini, Marco Baravalle, Vilma Mazza, Nicola Grigion, Luca Bertolino, Gianni Boetto, Enrico Zulian, Sebastian Kohlsheen, Olol Jackson, Francesco Pavin, Marco Palma, Cinzia Bottene, Antonio Musella, Pietro Rinaldi, Andrea Morniroli, Egidio Giordano, Eleonora de Majo, Francesco Caruso, Gianmarco de Pieri, Manila Ricci, Daniele Codeluppi, Roberto Musacchio, Patrizia Sentinelli, Roberto Cipriano, Andrea Alzetta, Giovanna Cavallo, Ada Talarico, Massimo Torelli, Claudio Riccio, Luca Spadon, Mariano Di Palma, Francesco Sinopoli, Giuseppe De Marzo, Emiliano Viccaro, Daniele De Meo, Matteo Iade.
Per aderire a questo appello scrivere a: 15ott2011@gmail.com. Io l’ho fatto.
mercoledì 7 settembre 2011
Fai 'Pace' con la matematica
Ma soprattutto l'Assessore dovrebbe fare 'Pace' con la matematica !
martedì 6 settembre 2011
Riproduzioni (poco) riservate
Accade, per la seconda volta, un fatto davvero 'divertente'. Sulla testata Cinque Giorni, che ha addirittura una redazione ad Ostia e su cui si sono scoperte 'amenità' varie (vedi LINK), a distanza di pochi giorni, compare il secondo articolo a firma di Gianni Trapani alias di Flaminia Savelli, pubblicista de La Repubblica. La cosa divertente è la seguente: entrambi gli articoli pubblicati su Cinque Giorni, rispettivamente il 2 e il 6 settembre, riguardano le lamentele "chiagne e fotte" dei balneari di Ostia, ma quello che è davvero esilarante è che si tratta di due articoli praticamente identici a quelli pubblicati il 30 luglio su La Repubblica sezione Roma, che per altro contenevano un po’ di inesattezze qua e là. Quando si dice “stare sul pezzo”, ma in questo caso sarebbe meglio dire “E’ la stampa bellezza !”.
7 minuti fa, cioè alle 17.20, sulla bacheca pubblica di Facebook di Flaminia Savelli è comparso il seguente suo commento: "poi non stupiamoci se una sera, tornando a casa, magari quando meno te lo aspetti. Ti gambizzano. (per dirne una...)".
Non è mica rivolta a me, ovvio, la minaccia ;-)
Città e Urbanistica
venerdì 2 settembre 2011
Storri (PD): il vuoto pneumatico culturale
Ostia e il XIII che cambia. Ne parla Andrea Storri, segretario del PD nel XIII Municipio (nonché “valido esponente di quella classe dirigente che Ostia e il XIII è in grado di esprimere”, come scrive la giornalista), in un’intervista compiacente, in perfetto stile (finto) bipartisan, apparsa questa mattina sul quotidiano Il Giornale di Ostia dell’Assessore alle Politiche Commerciali del Comune di Roma, Davide Bordoni (PDL).
Cominciano dunque le manovre politiche in preparazione della prossima campagna elettorale. Si ospita la (finta) opposizione per inviare il messaggio della ‘celata nuora’ affinché ‘la vecchia suocera’ intenda. Ma l’intervista riesce a suscitare solo un riso patetico nel pneumatico vuoto culturale dell’intervistato che poi è quello di quasi tutta la classe dirigente politica territoriale e dei suoi tirapiedi e tuttologi a gettone. Storri, dal 2006 al 2008 Presidente della Commissione Urbanistica nella giunta Orneli nel XIII Municipio, uomo di Esterino Montino (a cui deve moltissimo), ex capogruppo del PD in municipio, ricicla amenità quali la necessità di una“opposizione intelligente e costruttiva”, “il rapporto con la base” attraverso la copertura sul territorio di ben “10 circoli attivi”, condendo con banalità quali i “tagli sempre più forti agli enti locali”, la necessità di “investimenti in infrastrutture”, la piaga del verde e lo sviluppo demografico di quartieri come Axa e Infernetto.
Tralasciando che la maggior parte di questi circoli siano inesistenti, quando non composti da parenti e amici e numerosi 'tesserati a gettone', che il rapporto con la base non esiste ecc. ecc., il pneumatico vuoto culturale raggiunge il suo apice quando Storri afferma che il progetto del waterfront e del Secondo Polo Turistico di Alemanno “indubbiamente sono programmi che potranno far crescere Ostia, il suo lungomare e l’entroterra”, ma c’è un problema di tempi e di prerogative che dovrebbero, secondo Storri, essere esclusivamente locali. Insomma, Storri fa parte di quei "democratici" che fanno il bello e il cattivo tempo per anni, che sostengono che la critica nuoce alla sinistra, anche quando si critica il centro-destra. Tralasciando anche di ricordare, ad esempio, le sue finte inaugurazioni delle opere dell'Art. 11 di Acilia-Dragona, il segretario del PD del XIII, papabile candidato alla futura presidenza del XIII Municipio, che vanta di essere tra i più esperti nel partito in questioni urbanistiche, non riesce nemmeno ad abbozzare una inversione di tendenza negli indirizzi urbanistici degli ultimi 17 anni. D’altronde non può. Le differenze tra sinistra e destra non si avvertono più, soprattutto in campo urbanistico: per tutti nuove cubature nel cunei verdi del PRG, sulla base di calcoli di fabbisogno inesistenti (se non quelli delle ‘cedole elettorali’), senza alcun controllo sulla spesa e senza una politica urbanistica degna di questo nome. 14 anni di governo di centro-sinistra a Roma, di cui Storri ha fatto e continua a fare parte, improntata sulla deregulation, primato del mercato, prassi dell’urbanistica contrattata, smantellamento della pianificazione, incremento della rendita come motore dello sviluppo, cemento e affari, insomma il metodo bipartisan di governo del territorio.
Chissà se a settembre, in uno degli incontri previsti per presentare le proposte del PD, assisteremo a qualcosa di diverso dalla riproposizione di vecchie logiche, e se Storri ci dirà, almeno in quelle occasioni, "qualcosa di sinistra" che sembri una “OPPOSIZIONE intelligente e costruttiva”.
Se non cambia la politica, hai voglia a rottamare la classe dirigente. Rimane così il 'nuovo che avanza’, marchio registrato Montino.